A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
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Il Fondo Aliprandi Rodriguez: tra storia e tecnica, tra Parlamento e società
Il contributo che segue si deve ad Alessandra Caputo, Stenografo parlamentare capo presso il Servizio resoconti e comunicazione istituzionale del Senato. La dottoressa Caputo sta collaborando con la Biblioteca del Senato quale consulente per l'ordinamento definitivo della raccolta e per le operazioni preliminari alla messa a disposizione del fondo: la ringraziamo vivamente.
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Il 14 marzo 1925 nasce a Milano, su iniziativa di Ferruccio Stazi, l'Accademia italiana di stenografia. A presiederla viene designato il prof. Giuseppe Aliprandi (1895-1975), insigne studioso e docente, autore di opere fondamentali di storia e di tecnica della stenografia e della dattilografia, che la dirige ininterrottamente fino alla sua morte. Dopo un breve periodo, nel quale cessa l'attività dell'Accademia e della rivista "Studi Grafici" (già "Bollettino dell'Accademia Italiana di Stenografia"), che per 50 anni aveva rappresentato in Italia lo strumento più valido per la ricerca scientifica nelle discipline della scrittura e della comunicazione, nel 1978 il Consiglio direttivo dell'Ente unitario del segretariato italiano (EUSI; l'ente che raccoglie tutte le associazioni stenografiche e dattilografiche italiane) propone di riorganizzare l'Accademia su nuove basi, rivedendo lo statuto e includendo nelle discipline oggetto dell'Accademia la scrittura computerizzata, la stenotipia, l'informatica, la multimedialità, la registrazione della parola, la resocontazione, la scrittura, l'informazione e la comunicazione e le relative attività formative. La nuova Accademia, ricostituita nel 1980 e riconosciuta come ente morale nel 1992, viene intitolata a Giuseppe Aliprandi; a presiederla viene chiamato il prof. Flaviano Rodriguez (1917-2010), a cui succede il prof. Carlo Rodriguez, che tuttora la presiede.
Uno dei primi obiettivi perseguiti dall'Accademia è quello di procedere, nel 1983, alla creazione della "Biblioteca Aliprandi", frutto di donazioni di studiosi (eredi Aliprandi, Flaviano Rodriguez, Aldo Marras, Cornelio Bisello, Filiberto Vignini, Pier Giuseppe Ricolfi, Enea Benenti, Giuseppe Prete, Luisa Pagnani, Ileana Costa, Antonio Decimo Tirone, ecc.). Nel gennaio 2021 si è perfezionata la donazione di tale imponente complesso alla Biblioteca del Senato.
Scrive Aliprandi nel suo Saggio di una bibliografia stenografica italiana:
Nella storia della stenografia italiana si possono distinguere due periodi: l'uno incomincia con gli studi iniziati dal milanese Pietro Francesco Molina, autore di una «Scrittura elementare» che ebbe poco successo, e l'altro è iniziato dalla pubblicazione (avvenuta a Dresda) della «Stenografia italiana» di Enrico Carlo Noë. E mentre il primo periodo è caratterizzato dalla diffusione del sistema inglese Taylor (modificato per la lingua italiana dall'Amanti, dal Delpino, dal Tealdi, ecc.), l'altro è tutto materiato di avvenimenti stenografici gabelsbergeriani (Gabelsberger-Noë si intitola il sistema ancor oggi, il più diffuso in Italia).
Il Fondo Aliprandi Rodriguez consta di oltre 6.000 volumi, oltre a varie collezioni di riviste. Al corpus principale, costituito da opere di carattere storico e didattico relative alla stenografia e alla dattilografia (manuali, dizionari, eserciziari...), si affiancano una serie di pubblicazioni correlate alle attività svolte a partire dal 1980 dalla 'nuova' Accademia, in particolare sul piano formativo. Ecco allora comparire, ad esempio, opere di informatica e di scrittura computerizzata, così come di una serie di discipline quali, ad esempio, linguistica, comunicazione, corrispondenza commerciale, redazione di atti notarili, verbali d'assemblea e atti ufficiali, più in generale di materie attinenti percorsi di istruzione professionale.
Ne emerge, già a una prima rapida ricognizione, un vero e proprio affresco di una parte importante del mondo del lavoro italiano, in particolare femminile, e una storia dell'evoluzione della lingua e delle tecniche di scrittura che tocca da vicino anche quella delle amministrazioni delle Camere, dove la necessità di una fedele testimonianza delle discussioni e deliberazioni delle Camere si pone immediatamente e la stenografia è presente fin dall'inizio, nel 1848, nel Parlamento nato dallo Statuto Albertino, risultando poi variamente declinata nel tempo nelle due Camere, in particolare da quando, al Senato, si passa alla stenotipia con l'adozione del sistema Michela.
Un fondo, dunque, che si preannuncia di particolare interesse per gli studiosi ma anche per cultori e appassionati di storia sociale, di linguistica e delle varie forme di scrittura.
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