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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
n. 69 (Nuova Serie), agosto 2022

Scaffale della memoria

Ripartendo dalla Guide international des Archives: le indagini conoscitive per il settore degli archivi

Con piacere pubblichiamo un contributo di Debora Chiarelli, dottoranda in Scienze documentarie, linguistiche e letterarie presso Sapienza Università di Roma. Nel corso delle sue ricerche, la dott.ssa Chiarelli ha avuto modo di consultare presso la nostra biblioteca la Guide international des Archives del 1934 che è oggetto di questo articolo, segnalandone la rarità e il rilievo per gli studiosi di molteplici settori.

Si è pertanto deciso, risultandoci l'opera non coperta da diritti d'autore, di procedere alla digitalizzazione integrale del testo; la copia così riprodotta è consultabile online nella sezione "Scaffale della memoria" del nostro sito internet, corredata da un'introduzione che si deve alla stessa autrice del presente contributo - che ringraziamo. È stata anche l'occasione per riprendere a popolare quella pagina del sito (che da qualche tempo non veniva accresciuta), che ospita - facendoli precedere da testi esplicativi - i collegamenti alle versioni digitalizzate di alcune pubblicazioni rare e fuori commercio presenti nel catalogo della Biblioteca del Senato. I file, consultabili online o scaricabili in formato pdf, sono in corso di archiviazione nella pagina di Internet Archive della Biblioteca: un nuovo progetto a cui "MinervaWeb" proprio in questo numero dedica un articolo.

L'intento, sia per lo "Scaffale della memoria" che per la pagina di Internet Archive, è di proporre all'attenzione di un pubblico più ampio le nostre collezioni librarie, nell'ambito delle attività di valorizzazione della Biblioteca "Giovanni Spadolini". Con questo scopo restiamo aperti alle eventuali segnalazioni dei lettori che individuassero, nelle raccolte della biblioteca, altre pubblicazioni di cui proporre la digitalizzazione.

Scarica l'articolo in versione pdf

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La Biblioteca del Senato ripone nel suo scaffale digitale denominato "Scaffale della memoria" una copia della Guide international des Archives. La Guida, pubblicata nel 1934, mirava a favorire la conoscenza degli archivi europei al di fuori dei confini nazionali di appartenenza, con l'obiettivo di individuare soluzioni comuni per i problemi del settore archivistico. La digitalizzazione, oltre a preservare la copia cartacea dai danni causati dal tempo e dai rimaneggiamenti, consente di diffondere a un pubblico più vasto un'opera poco conosciuta che rappresenta ancora oggi un valido strumento di riflessione per lo studio degli archivi. I contenuti sono certamente datati e ancorati a uno specifico periodo storico, tuttavia l'opera riveste un carattere di grande modernità, in primo luogo per la qualità e il rilievo dei temi, sempre validi per gli istituti di conservazione, come il quadro normativo di riferimento, le procedure di acquisizione e scarto, le condizioni dei depositi, le condizioni che regolano la consultazione al pubblico, le questioni di carattere tecnico legate alla conservazione. A ciò si aggiunga che tali temi sono sempre letti e interpretati in una chiave transnazionale. In secondo luogo, colpisce la metodologia di indagine utilizzata, ovvero l'uso di un questionario strutturato in sezioni, che consente di analizzare la situazione archivistica di ciascun Paese attraverso una prospettiva uniforme.

La lettura del testo suscita diverse riflessioni sul futuro degli istituti archivistici, poiché evidenzia aspetti eternamente critici - come la capacità di far fronte alle difficoltà tecniche (oggi dovremmo dire anche tecnologiche) della conservazione - su cui numerosi gruppi di ricerca si confrontano ormai da anni, grazie allo spirito di cooperazione internazionale promosso in prima battuta dall'International Council on Archives (ICA). Anche per gli archivi nazionali europei si sono intensificate le occasioni di incontro, in particolare negli ultimi anni con la nascita di due organismi, lo European Board of National Archivists (EBNA) e lo European Archives Group (EAG), che hanno facilitato lo scambio tra le amministrazioni archivistiche dei paesi dell'Unione europea, assumendo come propria missione quella di assicurare la cooperazione e il coordinamento in materia di archivi.

Tuttavia, se da un lato assistiamo a una sempre maggiore attività di condivisione tra le istituzioni internazionali con il consolidamento delle relazioni all'interno del 'villaggio globale degli archivisti', dall'altro lato si registra una grande difficoltà da parte degli istituti archivistici ad attrarre l'attenzione dei decisori politici al fine di favorire lo sviluppo di politiche nazionali più consapevoli, che mirino a sostenere gli archivi sin dalla fase della loro produzione.

Alcuni progetti internazionali, legati a precisi ambiti territoriali, hanno elaborato nuove metodologie di valutazione degli archivi basate su un approccio quali-quantitativo che consente di produrre dati che misurano il beneficio delle prestazioni e al contempo consente di pianificare le attività future degli istituti. Dal 2009 al 2011 tre università nordamericane hanno sviluppato il progetto "Archival metrics", finalizzato a promuovere la cultura della valutazione per l'intero settore archivistico, con l'obiettivo di produrre strumenti adeguati, in grado di monitorare costantemente gli istituti e i patrimoni. Dal 2017 l'Archivio nazionale del Regno Unito raccoglie dati ed elabora metriche per attestare il lavoro degli istituti archivistici del Paese e dimostrare il raggiungimento degli obiettivi nell'ambito dei piani strategici nazionali. Sulla base dell'esperienza britannica, il Forum of National Archivists (FAN/ICA) ha cominciato a ragionare sull'elaborazione di un international benchmarking for archives.

Gli archivi italiani non sono stati ancora oggetto di un'approfondita indagine, a differenza di musei e biblioteche che da anni sono invece al centro delle indagini culturali dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT). In passato sono state condotte campagne di censimento sugli archivi, spesso circoscritte a livello locale (si veda il progetto CAStER, Censimento degli archivi storici della Regione Emilia-Romagna) oppure a specifici settori e ambiti (come ad esempio le indagini sugli archivi di impresa a cura di alcune sezioni regionali dell'Associazione Nazionale Archivistica Italiana (ANAI). Soltanto per gli archivi di Stato si registra oggi una rilevazione statistica costante nell'ambito del Sistema statistico nazionale (Sistan) che tuttavia non restituisce una vera attività conoscitiva degli istituti, poiché i dati - raccolti dall'Annuario statistico italiano sotto la voce "Cultura e tempo libero" - fanno riferimento a categorie vecchie che non sembrano rappresentare adeguatamente il profilo attuale degli archivi di Stato. Si aggiungano inoltre le difficoltà legate all'attività di rilevazione dei dati, che è effettuata manualmente presso la maggior parte degli istituti, i quali non dispongono ancora di sistemi di gestione informatizzata delle sale di studio e dei depositi.

Da un punto di vista scientifico e metodologico, la strutturazione di un'indagine conoscitiva per gli archivi rientra in un progetto di ricerca più ampio curato dal Dipartimento di lettere e culture moderne di Sapienza Università di Roma, e finalizzato all'individuazione di tutti gli elementi che concorrono alla definizione di un valore economico per gli archivi. Un'attività costante di censimento consente infatti di ottenere una misura quali-quantitativa degli istituti e dei patrimoni, ma soprattutto fornisce dati indispensabili per valutare l'impatto socio-economico che essi generano sulla collettività. Il primo passo per la buona riuscita dell'indagine consiste nella realizzazione di un'anagrafe completa degli archivi italiani, che costituisca un vero e proprio strumento di gestione degli istituti sul territorio nazionale. L'attività di censimento deve riguardare tutte le dimensioni che caratterizzano gli istituti archivistici: le sedi, la consistenza e la tipologia del patrimonio posseduto (con riferimento anche al patrimonio digitale), il personale, i servizi offerti, gli utenti. Tuttavia, un'indagine efficace per il settore archivistico deve necessariamente tenere conto degli archivi nella loro fase di formazione, presso i soggetti produttori della documentazione. Non possiamo comprendere lo stato di salute degli archivi storici senza conoscere le condizioni in cui versano i depositi delle amministrazioni, né tantomeno possiamo ignorare che i requisiti di gestione della documentazione corrente incidono fortemente sulla qualità della conservazione a lungo termine, con particolare riferimento alla documentazione digitale nativa. È necessario quindi individuare degli strumenti adeguati che garantiscano un monitoraggio costante degli archivi correnti e che mantengano alta l'attenzione politica sugli immensi benefici che derivano dalla loro corretta gestione.

Nell'ultimo anno il Senato della Repubblica italiana si è dimostrato particolarmente sensibile verso gli archivi. Nel 2021, la 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) ha esaminato un documento per il rilancio degli archivi italiani [Atto n. 873 della XVIII legislatura, ndr]: l'iniziativa, volta a una profonda analisi del settore e alla risoluzione delle sue criticità, ha comportato l'audizione in Senato di autorevoli rappresentanti delle istituzioni, delle università e delle associazioni professionali legate agli archivi italiani. Un risultato meritevole di attenzione è stato l'ordine del giorno prodotto in sede di esame del disegno di legge S. 2448 Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, con cui il Governo italiano si è impegnato a sostenere una serie di interventi economici e di ricerca nei confronti del comparto archivistico italiano.

In attesa che le azioni intraprese sul piano politico vengano realizzate concretamente e raggiungano gli obiettivi sperati, ci auguriamo che anche nel settore degli archivi italiani possa diffondersi presto una cultura della valutazione che consenta di attestare, attraverso adeguati strumenti conoscitivi, la funzione cruciale svolta dagli istituti archivistici e dai patrimoni documentari.

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