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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
n. 67 (Nuova Serie), febbraio 2022

A cura della Commissione per la biblioteca e per l'archivio storico

Antonio Banfi: intellettuale e politico. Anticipazione degli atti del convegno

È imminente la pubblicazione degli atti del convegno "Antonio Banfi: intellettuale e politico" tenutosi il 18 luglio 2019 nella Sala degli atti parlamentari di Palazzo Minerva presso il Senato della Repubblica. Al convegno, aperto dal Presidente della Commissione per la Biblioteca e l'Archivio storico del Senato, sen. Gianni Marilotti, sono intervenuti il giornalista Andrea Bianchi per dare lettura di un testo di Rossana Rossanda, il professore di Filosofia teoretica all'Università degli Studi dell'Insubria, Fabio Minazzi, il Presidente onorario dell'Associazione per il rinnovamento della Sinistra, Aldo Tortorella, e il sen. Roberto Rampi.

Dopo l'introduzione del sen. Marilotti, il convegno è proseguito con la lettura da parte di Bianchi dell'intervento di Rossana Rossanda che per motivi di salute ha dovuto rinunciare alla partecipazione sia in presenza, sia in collegamento. Sarebbe scomparsa infatti poco dopo, il 20 settembre 2020, facendo del convegno in questione uno dei suoi ultimi interventi pubblici.

Nel suo intervento, Aldo Tortorella ha ripercorso l'azione di Banfi volta ad abbattere il razionalismo antidogmatico per la ricerca e la realizzazione, il più compiuta possibile, di un incontro tra la democrazia e la politica. Il professor Minazzi ha illustrato la sua esperienza come allievo del Banfi e, in conclusione, il sen. Rampi ha descritto le ragioni che lo legano filosoficamente, ancor prima che politicamente, al suo concittadino Antonio Banfi.

A suo tempo, avevamo rapidamente segnalato il convegno in "MinervaWeb" n. 51 (n.s.), giugno 2019; diamo ora spazio alle parole pronunciate in quell'occasione dal presidente Marilotti, in attesa dell'uscita del volume contenente anche gli altri contributi.

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L'iniziativa di oggi vuole celebrare la figura di un grande intellettuale ita­liano, Antonio Banfi; essa s'inquadra all'interno delle iniziative che come Bi­blioteca e Archivio storico del Senato portiamo avanti da diversi mesi per ricordare figure di intellettuali, di senatori illustri che hanno contribuito con il loro pensiero e con la loro azione alla crescita civile e culturale del nostro Paese.

Noi siamo particolarmente interessati ai pensieri lunghi. Viviamo una fase in cui i pensieri tuttalpiù durano il tempo di una stagione elettorale e poi muoiono; a noi piacciono quelli che lasciano una traccia e indicano un itinerario in parte percorso, in parte ancora da compiere. Credo che anche i giovani ne abbiano bisogno, come dimostra la loro presenza a questa inizia­tiva di cui sono particolarmente lieto. La presenza di tanti giovani è un aspetto fondamentale del ciclo di conferenze organizzate nelle sale della Bi­blioteca "Giovanni Spadolini".

Prima di dare la parola agli oratori che animeranno questo convegno, vorrei condividere con voi una breve considerazione su una corrente di pen­siero che ho incontrato e seguito con interesse negli anni della mia forma­zione politica a cui il pensiero e l'azione di Antonio Banfi mi ricollegano. È una corrente specifica che ha contribuito all'articolazione della teoria socia­lista che non ha però conosciuto grande notorietà. Si tratta dell'austromar­xismo, nato in Austria all'inizio del XX secolo con l'intento di affrontare alcune criticità del marxismo. Fu incarnato principalmente da Otto Bauer, Rudolf Hilferding, Max Adler e Karl Renner, che ritenevano necessario dare maggiore centralità all'etica kantiana superando il meccanicismo che in­forma molte interpretazioni del marxismo.

Mi preme sottolineare in particolare come i summenzionati esponenti del Partito socialdemocratico austriaco ritenessero il Parlamento e la vita de­mocratica parlamentare ingredienti imprescindibili per la realizzazione della teoria socialista. La loro proposta nasceva da una critica sia alla socialdemo­crazia tedesca, sia al bolscevismo, e dalla volontà al contempo di ampliare l'orizzonte della dottrina marxista percorrendo la via democratica al sociali­smo. In questo senso, Kant e Hegel erano i due pilastri che avrebbero soste­nuto il loro nuovo approccio teorico e politico.

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