A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
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61. Congresso nazionale AIB: Bibliotecari, il lavoro più bello del mondo. Anche in Italia? Online, 25-26 novembre 2021
Il Congresso annuale dell'AIB (Associazione italiana biblioteche) si è tenuto nel 2021 già compiuti novant'anni dalla fondazione di quella che è la principale associazione professionale in Italia in ambito bibliotecario. Naturale dunque che proprio sugli aspetti qualificanti della professione vertesse anche il titolo dell'iniziativa patrocinata da ANCI (Associazione nazionale comuni italiani), AIE (Associazione italiana editori), ALI (Associazione librai italiani), ANAI (Associazione nazionale archivistica italiana) e dall'associazione Forum del libro: "Bibliotecari, il lavoro più bello del mondo. Anche in Italia?".
L'obiettivo dichiarato era di indagare (citiamo dalla presentazione del Congresso):
da un lato, l'evoluzione dei contenuti e delle metodologie professionali, che a livello internazionale, europeo e nazionale ha portato alla produzione e alla codifica di principi, standard e modelli formativi in continua evoluzione e, dall'altro, le criticità poste dal quadro istituzionale e organizzativo entro cui i bibliotecari operano e da un mercato del lavoro che in Italia appare poco coerente con le elevate competenze riconosciute come necessarie a rispondere alle aspettative sociali connesse al servizio bibliotecario.
Con quest'intento il programma ha alternato, sempre in modalità online, relazioni frontali e momenti di confronto a più voci, con varie occasioni di discussione. Una premessa generale può essere letta nei saluti istituzionali di Paola Passarelli, Direttore generale Biblioteche e Diritto d'autore, che aprendo la prima mattinata di convegno ha detto che le biblioteche 'servono': un verbo che, come ha poi sottolineato Paola Castellucci, Presidente della SISBB (Società italiana di Scienze Bibliografiche e Biblioteconomiche), può valere in riferimento sia a una collocazione disciplinare di supporto alle altre scienze, sia a una più generale utilità sociale, oltre che culturale. Sull'aspetto culturale si è soffermato anche Alberto Petrucciani (Sapienza Università di Roma), che ha introdotto il convegno con un ragionamento sulla formazione e il lavoro dei bibliotecari in Italia, incoraggiando a ritrovare le radici umaniste della professione per rilanciarla, anche in controtendenza rispetto alla tentazione di puntare soprattutto sugli aspetti tecnici. L'alleanza tra discipline è entrata in gioco pure nella relazione di Tatjana Aparac, già docente alle Università di Osijek e di Zadar, sulla formazione degli specialisti dell'informazione in ambito internazionale: dall'esperienza europea vengono suggerimenti di alleanze con altri settori non necessariamente in ambito umanistico, fino a prevedere la creazione di dipartimenti LIS (Library and Information Science) 'allargati' ad altri ambiti disciplinari. Dopo gli interventi di Giovanna Mazzola Merola e Vittorio Ponzani (entrambi in rappresentanza della Commissione UNI Documentazione e Informazione) e di Luca Bellingeri (Direttore della Biblioteca nazionale centrale di Firenze), dedicati alla professione bibliotecaria rispettivamente nei suoi aspetti di riconoscimento formale e sotto il profilo dell'attestazione delle competenze, ha chiuso i lavori della prima giornata Riccardo Ridi, con una relazione sul valore della deontologia professionale, spesso ingiustamente relegata nella sfera teorica. Il riferimento alla deontologia, è stato rilevato, è invece centrale nel focalizzare la differenza tra mestiere e professione, o come strumento di advocacy delle biblioteche presso l'opinione pubblica (prima ancora che presso i decisori politici), nella convinzione che sia soprattutto la società a poter cogliere il senso e il valore delle biblioteche e ad agire perché sia possibile sostenerle. La vocazione pratica della deontologia si rivela in tutta la sua attualità nei nuovi temi posti dalla gestione dell'emergenza sanitaria in corso, in cui anche i bibliotecari sono stati chiamati a intervenire su questioni delicate come le limitazioni agli ingressi in biblioteca, che hanno sollevato l'inedita possibilità di un conflitto tra il valore dell'accesso all'informazione e la responsabilità sociale nei confronti della salute di utenti e staff. La registrazione degli interventi di questa sessione si trova a questo link sul canale YouTube dell'AIB.
La seconda giornata ha approfondito le tendenze emergenti della professione in vari settori, iniziando con la presentazione di Giovanni Bergamin (CEN AIB), che - nell'ambito di una più generale riflessione sul 'lago di dati' (data lake) in cui siamo ormai immersi - ha passato in rassegna interessanti strumenti per lo sviluppo di competenze sui dati digitali e per la loro analisi. A seguire, la relazione di Matilde Fontanin (Università di Trieste) ha illustrato le Linee guida IFLA sulla formazione continua; è stata poi la volta di Sandra Migliore (Università di Torino) che ha proposto alcune considerazioni sull'ultima indagine condotta per sondare i programmi di information literacy delle biblioteche. Dai risultati è emerso quanto - a dispetto di un quarantennio di studi sul tema - il concetto di information literacy risulti ancora poco metabolizzato o diffuso: le pratiche di istruzione all'utenza in senso tradizionale, centrate sulle risorse e i sistemi operativi delle singole biblioteche, si rivelano prevalenti rispetto a un lavoro sistematico sulle competenze informative dell'utenza, che solo di rado si traduce in progetti trasversali, costruiti sul territorio con la partecipazione anche di altre istituzioni. Hanno chiuso i lavori le relazioni di Rossana Morriello (Politecnico di Torino) su bibliometria, dati, accesso aperto in riferimento alle tre missioni dell'università, e di Giuseppe Bartorilla (componente della Commissione nazionale biblioteche e servizi per ragazzi) sul curriculum del bibliotecario per ragazzi. Anche di questa sessione è disponibile la registrazione.
Nel pomeriggio del 26 novembre si è poi svolta la tavola rotonda conclusiva dedicata al mercato del lavoro e coordinata dalla Presidente nazionale AIB, Rosa Maiello, che ha invitato a investire su qualità e qualificazione dei bibliotecari come fattore decisivo per il successo del servizio bibliotecario e della sua percezione sociale (qui il video).