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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
n. 19 (Nuova Serie), febbraio 2014

Fondi speciali

Baldo o Angelo degli Ubaldi? Il Repertorium super Rosarium Archidiaconi

La Biblioteca del Senato ha recentemente acquistato un importante manoscritto giuridico del sec. XV, che va ad arricchire significativamente la raccolta di fonti giuridiche medievali già possedute. L'acquisizione è particolarmente rilevante poiché il codice risulta essere un nuovo testimone di un'opera mai pubblicata e nota sinora attraverso un manoscritto conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana.

Si tratta di un repertorio sul cosiddetto Rosarium Decretorum, ovvero la lettura al Decreto di Graziano composta a Bologna dall'Arcidiacono Guido da Baisio alla fine del XIII sec. Il Rosarium, opera di notevole mole che si proponeva di accrescere e completare la glossa ordinaria al Decretum Gratiani, ebbe una grande fama e una notevole fortuna, tanto che alcuni dei giuristi più importanti del XIV secolo si dedicarono al suo studio e alla composizione di glosse, indici ed excerpta (ovvero brani di opere di argomento giuridico scelti ed estratti da una o più opere dello stesso autore e raccolti in forma antologica).

Il manoscritto appena acquisito trasmette il testo di una di queste opere di indicizzazione, nota con il titolo di Repertorium super Rosarium, ponendo altresì agli studiosi un problema di paternità. Quest'indice, infatti, è stato storicamente assegnato ad Angelo degli Ubaldi, sulla base della attribuzione che ne dà il Vaticano lat. 2863, un manoscritto miscellaneo di argomento giuridico, che comprende, tra le altre, opere di Baldo degli Ubaldi, Bartolo da Sassoferrato, Dino del Mugello, Cino da Pistoia, Giovanni d'Andrea, e nel quale il Repertorium occupa i ff. 163r-214v.

Il manoscritto della Biblioteca del Senato tramanda lo stesso testo (incipit: "A. et ab, de istis..."; explicit: "vide de consecratione dr. II c. timorem in glossa cum adprobatione etc."), con un titolo diverso (Remissiones ad lecturam Archydyaconi super Decreto) e attribuendone la composizione a Baldo degli Ubaldi (composite per egregium doctorem dominum Baldum de Perusio).

E' noto che il grande giurista perugino studiò il Rosarium di Guido da Baisio, compilandone una raccolta di dicta. Si tratta di un'opera anch'essa inedita e tràdita da un codice vaticano (Barb. Lat. 1408, ff. 226r-301v) con il titolo di Extractus super toto Archidiaconi. Inoltre, in campo canonistico, Baldo era stato autore di un indice, il Repertorium super Innocentio (noto anche come Margarita Innocentii). Non sembra dunque impossibile che Baldo possa essersi dedicato anche alla composizione delle nostre Remissiones (o Repertorium), opera non del tutto difforme rispetto a parte della sua altra produzione. E' tuttavia da considerare sempre la facilità con cui l'errore di attribuzione a Baldo possa essere penetrato nella tradizione manoscritta, per una cattiva lettura del nome di Angelo, e considerata la maggior fama e il più grande prestigio che Baldo godeva rispetto al pur illustre fratello.

La questione è dunque aperta, e da affrontarsi più approfonditamente, attraverso l'analisi del testo, la valutazione di elementi contenutistici e stilistici e l'eventuale raffronto con altri esemplari, che dovessero rintracciarsi. In questa occasione ci limitiamo a segnalare che anche la Biblioteca civica Angelo Mai di Bergamo possiede una miscellanea giuridica manoscritta del sec. XIVex-XVin che tramanda il repertorio in forma anonima e con il titolo di Repertorium super Rosarium Archidiaconi super decretum (Bibl. civica Angelo Mai, MA 601, cc. 93-144). Il codice bergamasco è stato descritto nel volume curato da Francesco Lo Monaco, I manoscritti datati della Biblioteca civica Angelo Mai e delle altre Biblioteche di Bergamo; risulta attualmente in fase di redazione la relativa descrizione nel Censimento dei manoscritti delle Biblioteche italiane.

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