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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
n. 76 (Nuova Serie), maggio 2024

Contributi

Istituzioni e fonti per la storia locale: la Società Napoletana di Storia Patria

Continua la rassegna di "MinervaWeb" dedicata alla storia, all'evoluzione, all'organizzazione nonché alle finalità specifiche delle Deputazioni e Società di storia patria presenti in Italia e all'estero con la pubblicazione del contributo sulla Società Napoletana di Storia Patria.

Si ringraziano l'autrice dell'articolo - la professoressa Antonella Venezia - e la Presidente della Società - professoressa Renata De Lorenzo - per aver aderito all'iniziativa.

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Le origini e la prima sede

La Società Napoletana di Storia Patria (d'ora in poi SNSP) festeggerà prossimamente i 150 anni di vita. Protagonista di primo piano nelle dinamiche culturali del Mezzogiorno continentale di fine Ottocento e non solo, fu fondata nel dicembre del 1875 per volontà di alcuni politici e studiosi napoletani, diventando operativa l'anno dopo ed ente giuridico autonomo nel 1882. Già in passato c'erano stati tentativi in tal senso (si ricorda la società storica creata da Carlo Troya nel 1844) ma tutti si rivelarono fallimentari sia per rivalità interne che per le note vicende di quegli anni. Come le altre società e deputazioni, suoi principali interessi furono l'accrescimento del patrimonio librario e archivistico, l'e­dizione di fonti- dal 1876 si pubblica annualmente l'"Archivio Storico per le Province Napoletane" - la difesa della propria autonomia, il tentativo di conciliare piccola e grande patria. Non a caso essa fu costituita formalmente nella stanza del primo cittadino, il duca di Salve Antonio Davide Winspeare; in generale, quella del sindaco fu infatti una figura chiave nel rafforzare, attraverso questo tipo di associazionismo, il legame tra la dinastia sabauda, la cui popolarità subiva le spinte centrifughe - ora dei democratici ex garibaldini, ora dei nostalgici borbonici - e la borghesia, desiderosa di legittimare la propria posizione e consapevole del contributo dato al processo di nation building.

Dopo essere stati ospiti del palazzo municipale, nel settembre del 1879 i soci furono accolti in una sede ad hoc: un appartamento, accanto alla sezione napoletana del Club Alpino Italiano, presso l'ex-monastero di Caravaggio a Piazza Dante, dove fu tenuto il primo congresso storico delle società e deputazioni di storia patria con la viva speranza, poi delusa, di un coordinamento nazionale degli studi storici. Il rapporto col CAI Napoli fu sempre strettissimo, non solo per la comunanza dei soci fondatori, ma anche per una preziosa donazione: nel 1893 il sodalizio ricevette l'intero fondo sismico accumulato negli anni dal club, che aveva acquistato nel 1878 la biblioteca del sismologo francese Alexis Perrey, successivamente accresciuta; il fondo è di grande importanza sia per i volumi, gli atlanti e gli opuscoli, che per il carteggio tenuto dallo studioso con altri scienziati suoi contemporanei (circa 3.000 lettere).

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Il carattere della SNSP: professionisti della cultura e mondo accademico alla guida

La SNSP si discostava dalle altre consorelle per la quota di iscrizione, relativamente bassa (£ 20), e soprattutto per l'estrazione sociale dei suoi membri, sia semplici i soci che i componenti del Consiglio direttivo; mentre altrove è la nobiltà a giocare un ruolo fondamentale, a Napoli sono i professionisti della cultura, in particolare docenti, bibliotecari e archivisti. Se scorriamo i nomi di tutti i presidenti che si sono succeduti dal 1876 a oggi, risulta evidente che nessuno provenisse dall'alta nobiltà napoletana: Scipione Volpicella (1876-1883), patrizio di Giovinazzo, era primo bibliotecario della Nazionale di Napoli, Bartolommeo Ca­passo (1883-1900), storico di fama internazionale, era sovrintendente del Regio archivio, mentre a partire da Giuseppe De Blasiis (1900-1914), primo professore di Storia nazionale dell'Università napoletana rifondata da Francesco De Sanctis, sino a oggi, con Renata De Lorenzo, prima donna a coprire tale carica, già ordinario di Storia contemporanea presso l'ateneo federiciano, è il mondo accademico a guidare l'ente. Dopo De Blasiis, infatti, si susseguirono: Michelangelo Schipa (1914-1933), Alfredo Zazo in qualità di commissario prefettizio (1933-1935), Ernesto Pontieri (1935-1980), Giuseppe Galasso (1980-2010), cui sono dedicati la sala convegni e un premio annuale. A fronte di tanti che si iscrivevano per puro prestigio sociale, chi voleva partecipare attivamente alle sorti dell'istituto doveva dimostrare le proprie competenze, al di là di titoli e blasoni. È il caso del principe Gaetano Filangieri iunior, che fu per anni vicepresidente del sodalizio, non tanto per l'indiscusso peso familiare, quanto per l'impegno continuo nella tutela dei monumenti e nella ricerca in tutta Europa di documenti sulle maestranze regnicole.

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Lo sviluppo delle collezioni nei primi decenni di vita

La SNSP fu per anni un crocevia obbligato per chiunque volesse essere al centro delle vicende culturali del Sud Italia, sia per la presenza di tanti nomi eccellenti coinvolti nelle varie attività cittadine - dagli enti di beneficenza alla pubblica istruzione - che per il patrimonio in continuo accrescimento.A dimostrazione degli interessi della SNSP per la storia dell'arte si segnalano il gabinetto di stampe e disegni, gli archivi privati dell'archeologo Francesco Maria Avellino, dell'architetto Ettore Bernich, dello studioso Giuseppe Ceci e le carte della famiglia Salazar. L'acquisizione di una propria sede diede, infatti, avvio a un'incredibile politica di acquisizioni, che ha reso la SNSP un punto di riferimento per gli studi sulla storia del Mezzogiorno continentale. Nel 1879 fu acquistata la raccolta dell'architetto Parascandolo, primo nucleo della futura biblioteca, mentre nel 1882 le pergamene Fusco costituirono la base della raccolta membranacea della Società. Molto si deve anche alla munificenza sia di singoli soci che di enti. Nel 1892 il già citato Gaetano Filangieri iunior legò alla sua morte £ 40.000 per l'istituto, che poté così impegnarsi ulteriormente nell'accrescimento dei fondi. L'anno dopo fu donata parte della biblioteca della famiglia Volpicella, cui appartenne Scipione, il primo presidente. Nel 1894 il municipio di Napoli diede in affidamento alla SNSP la biblioteca comunale, la cui sezione più cospicua era costituita dalla collezione dell'abate Vincenzo Cuomo, che contiene volumi, periodici e materiale iconografico di pregio, nonché opuscoli, preziosi per la loro rarità. Tante le acquisizioni, che si sono susseguite senza soluzione di continuità; ricordiamo i 1.500 opuscoli e l'archivio familiare del conte Guglielmo Ludolf, i 141 manoscritti di Bartolommeo Capasso. Qualche anno dopo, tra il 1904 e il 1907, Benedetto Croce, socio dal 1886 e segretario dal 1893 al 1933, fece sì che Fausto Nicolini donasse l'archivio Galiani. Nel 1910 importante per la conoscenza della Repubblica Napoletana e del Decennio francese fu l'archivio familiare del generale Mariano D'Ayala, insieme a libri, opuscoli e carte volanti devoluti da Lord Rosebery. Anche i periodici subirono continui incrementi, soprattutto per generosità dei marchesi De Montemayor. Gli studi genealogici e araldici ebbero spazio grazie alle collezioni di Berardo Candida Gonzaga (1884-1886) e di Francesco Bonazzi (1923). Proprio a partire da quest'ultimo anno iniziò il trasferimento della biblioteca e dell'archivio di famiglia, con tutta la raccolta sul brigantaggio meridionale, di Giustino Fortunato. Nel 1929, dopo che il Circolo Numismatico Napoletano era diventato una sezione dell'istituto, si aggiunse la collezione Scacchi, costituita da volumi di interesse numismatico e da un cospicuo numero di monete e banconote fuori corso. Negli anni Trenta del Novecento fu incrementato anche il gabinetto fotografico; di grande interesse l'album D'Amato, tuttora fondamentale per lo studio urbanistico della città, e l'album di ritratti dell'ultima generazione della dinastia borbonica.

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Dagli anni Trenta a oggi

Dopo il commissariamento da parte del regime fascista, nel 1935 la SNSP fu trasformato in Regia Deputazione, recuperando la perduta autonomia solo nel dopoguerra. L'anno dopo, date le condizioni fatiscenti dell'edificio a piazza Dante e la mancanza di spazio, furono concessi dal Comune parte degli attuali locali nella prestigiosa sede di Castel Nuovo (Maschio Angioino), dove si trova tuttora, continuando a ospitare anche il Comitato Napoletano dell'Istituto per la per la Storia del Risorgimento italiano. Come per altri istituti di cultura, il sodalizio fu travolto dalla tragedia bellica; nel 1943, durante un bombardamento, fu colpita la Torre di San Giorgio, nel cui seminterrato era stato trasferito il materiale più prezioso.

Oggi la SNSP continua ad accrescere e a diversificare il proprio patrimonio - si segnala la presenza di fonti per il teatro napoletano (Fondo Titina De Filippo e Carte Petriccione) -, tutelandolo e mettendolo a disposizione di studiosi italiani e stranieri.

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Indirizzo e contatti

Società Napoletana di Storia Patria

Castel Nuovo (Maschio Angioino), via Vittorio Emanuele III, 80133 Napoli (NA)

Tel. 081 1996.6831

E-mail: info@storiapatrianapoli.it

Pec: societanapoletanadistoriapatria@pec.it

Sito web: http://www.storiapatrianapoli.it

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Dal sito della biblioteca:

- Edizioni antiche e fondi speciali [sezione dedicata ai fondi speciali della biblioteca, compreso il fondo antico di storia locale]

- Catalogo del Polo bibliotecario parlamentare [alla collocazione 'storia locale' è possibile trovare il fondo moderno di storia locale]

- Emeroteca [sezione dedicata all'attività dell'Emeroteca, compresa una descrizione della raccolta degli atti accademici acquisiti dalla biblioteca]

In "MinervaWeb" leggi anche:

- Istituzioni e fonti per la storia locale: l'Archivio Biblioteca Museo Civico di Altamura, 2024, n. 75 (n.s.)

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