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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
n. 22 - aprile 2009

Il fenomeno corporativo nell'Italia meridionale e una recente acquisizione della Biblioteca del Senato

santa ceciliaLa Biblioteca del Senato ha recentemente acquistato i capitoli a stampa dell'Unione dei Musici di Santa Cecilia di Palermo (Palermo, 1762). L'acquisizione assume particolare rilevanza in considerazione del fatto che, nella raccolta di statuti corporativi della Biblioteca, le località di area meridionale sono numericamente assai più limitate rispetto alla corrispettiva presenza delle città centro settentrionali.

La motivazione va ovviamente ricercata nella diversa storia giuridica, istituzionale ed economica del meridione d'Italia. Qui, infatti, l'affermazione di ordinamenti monarchici e di una economia quasi esclusivamente fondata sull'agricoltura, impedirono lo sviluppo dell'autonomia politica delle città e del sistema economico corporativo tipici dell'Italia comunale.

Del resto, al centro-Nord, le associazioni di mestieri, al momento di darsi degli ordinamenti che assicurassero certezza giuridica ai propri membri e regolassero l'organizzazione interna della corporazione e i rapporti con il Comune, presero a modello le compilazioni statutarie comunali, che costituirono quindi i precedenti e il paradigma nella redazione degli statuti corporativi. Ma le città dell'Italia meridionale, costrette a coordinare la propria produzione legislativa, rimasta per lo più allo stato di consuetudine, con lo ius regium (normanno-svevo, angioino e aragonese), non potevano esercitare questo ruolo trainante nei confronti della normativa corporativa.

Così il fenomeno statutario corporativo meridionale ebbe una nascita tardiva, e, comunque, restò profondamente diverso da quello dell'Italia centro settentrionale con frequenti commistioni con altre forme associative quali le confraternite religiose.

L'Unione dei musici, fondata ufficialmente nel 1679 per iniziativa di Michelangelo Falvetti, riuniva i professionisti del mondo musicale palermitano, regolandone l'attività, tutelandone gli interessi e funzionando altresì da associazione di mutuo soccorso. Il sodalizio fu al centro della vita culturale palermitana del XVIII secolo, grazie anche all'attività del Teatro di Santa Cecilia, fondato per volontà dei musici in onore della Santa protettrice negli ultimi anni del XVII secolo, teatro storico della Palermo aristocratica e barocca e, almeno fino alla costruzione del Politeama e del Massimo alla fine dell'Ottocento, il più importante della città.

L'esemplare da poco acquisito dei capitoli dell'Unione dei Musici risulta descritto in modo dettagliato nell'aggiornamento del Catalogo della Raccolta di Statuti della Biblioteca del Senato, consultabile on line nelle pagine del sito dedicate alla Storia dei Comuni italiani.

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