Il Razzo, giornale di trincea della 7a Armata, foglio dai contenuti semplici, in bianco e nero, era composto soprattutto da articoli e poesie di intonazione garbatamente patriottica e da molte graziose vignette caricaturali. Una rubrica di notevole successo fu quella dedicata a Gli eroi illustrati: ogni decorato, ufficiale o soldato dell'armata veniva ritratto in una pagina del giornale, con l'obiettivo di eternare il suo operato in effigie e in versi.
Anche Il Razzo si allineava agli altri giornali di trincea nell'utilizzo della terminologia diminutiva-dissacratrice per indicare il nemico, come ad esempio Carlo I, Imperatore d'Austria nella descrizione "delle peripezie giornaliere di Carlino".
Trovava spazio nel foglio inoltre una raccolta di piacevoli quartine dal titolo L'elogio della bomba a mano.
Nel giornale erano presenti anche scherzose réclame: come quella sulle mirabili proprietà di Resisteol, "che fortifica l'organismo contro tutte le infezioni. É il depurativo sovrano dell'elmo a chiodo, della mazza ferrata e dei gaz di ogni specie. Sopprime l'influenza tedesca"; Novecentol lava la fronte, Obiceol distrugge l'austrococco, Barberal uccide il microbo della malinconia... Queste "pubblicità" seppur non firmate sono state attribuite a Luciano Ramo e alcune furono riportate come immagini nelle cartoline in franchigia della serie Y.M.C.A.
La prima pagina del "numero speciale della Vittoria" é dedicata ad un ritratto del generale Diaz. Questo numero è costituito da immagini celebrative della fine della guerra: oltre ai ritratti del maresciallo francese Foch e di Wilson, molti sono i disegni che irridono al nemico sconfitto, come ad esempio la rappresentazione di Guglielmo di Hollenzollern, in cerca di alloggio, che viene allontanato perfino da un antropofago. Si insiste molto sull' "intrepidezza" acquisita dal soldato in guerra, qualità che sarà utile quando tornerà a casa, ad esempio per sfidare impunemente "le sfuriate delle suocere". I toni si fanno invece più solenni nel Decalogo del Soldato, in cui si inneggia all'opera di difesa della patria da parte di quelli che nella chiusura del foglio saranno poi definiti "eroi" e "liberatori":
"Soldato d'Italia la tua giovinezza, la tua irresistibile forza, il tuo grande coraggio, l'anima colma d'amor patrio, il tuo sacrifizio, il tuo sangue hanno dato la radiosa vittoria (...). "Domani ricorda o soldato d'Italia, tornando al tuo quieto lavoro, alla vita d'un tempo, vedrai d'ogni parte i sorrisi brillare di grate promesse. Ricorda che giunto sei dove nessuno giunse mai; che schiuso t'è sempre il cammino di un grande avvenire!".