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  • Settembre 2006

    • Giovedì 28

      Sospensione riforma dell'ordinamento giudiziario: esame degli emendamenti

      Voto finale il 4 ottobre

      L'Aula del SenatoIn apertura della seduta antimeridiana di oggi, 28 settembre, il Vice presidente Baccini ha informato l'Assemblea che la Conferenza dei Capigruppo, riunita stamattina, ha deciso all'unanimità, in merito al disegno di legge n. 635 di sospensione dell'efficacia di disposizioni in tema di ordinamento giudiziario, che martedì pomeriggio si continueranno ad esaminare gli emendamenti e mercoledì 4 ottobre, nella seduta antimeridiana, vi saranno le dichiarazioni di voto e il voto finale.

      Ieri mattina il relatore Salvi ha replicato alla discussione generale ed è poi intervenuto il Ministro della giustizia Mastella, che ha rivolto un appello al Senato a ricercare le convergenze possibili, chiedendo una sospensione dei lavori. Tale sospensione si è prolungata fino a quando il Presidente Marini, riscontrato un positivo andamento dei colloqui informali tra i Gruppi, su sollecitazione degli stessi ha tolto la seduta.
      Alle 16.30, alla ripresa dei lavori, il senatore Castelli (LNP) e il senatore Centaro (FI) hanno proposto di non passare all'esame degli articoli e di rinviare il testo all'esame della Commissione. La proposta è stata respinta con 156 voti contrari e 155 favorevoli. Sono quindi iniziate le votazioni degli emendamenti, che sono stati tutti respinti fino al 1.428.
      La Presidenza ha ritenuto ammissibili solo gli emendamenti diretti a modificare il termine di sospensione di uno o più decreti legislativi, oppure tendenti a limitare gli effetti della sospensione a singole parti dei decreti, purché non ne determinino una surrettizia modifica o una sostanziale inapplicabilità.
      La seduta è stata brevemente sospesa dal presidente di turno Calderoli per consentire alla Giunta per il Regolamento di valutare la richiesta dell'opposizione di votare gli emendamenti a scrutinio segreto. Non essendosi profilata una maggioranza in sede di Giunta, il presidente Calderoli ha quindi deciso di ammettere la votazione a scrutinio segreto solo per quegli emendamenti puntualmente riferibili a diritti di libertà tutelati dalla Costituzione.



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