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Presentazione a cura di Debora Chiarelli, dottoranda in Scienze documentarie, linguistiche e letterarie presso Sapienza Università di Roma.
Introduzione
Già a partire dalla fine dell'Ottocento il dibattito internazionale sugli archivi era vivo, anche al di fuori del contesto strettamente archivistico. Elio Lodolini, nella sua Archivistica. Principi e problemi, illustra le tappe delle prime relazioni internazionali che consentirono alla comunità scientifica e professionale nel settore archivistico di maturare la consapevole necessità di avere un organismo autorevole che accogliesse voci provenienti da tutto il mondo. Com'è noto, il Consiglio internazionale degli archivi (ICA, International Council on Archives - Council International des Archives) nacque nel 1948, alla fine dei due conflitti mondiali. Tuttavia, il periodo immediatamente precedente fu ricco di attività, soprattutto a partire dal 1931 con la costituzione del Comitato permanente di esperti archivisti, costituito presso la Società delle Nazioni, nell'ambito dell'Istituto internazionale della cooperazione intellettuale (IICI), con sede a Parigi (l'archivio dell'IICI, confluito negli archivi dell'Unesco, è consultabile oggi in forma digitalizzata attraverso l'Archives database Access to Memory ─ AtoM).
Il Comitato era composto da nomi illustri del panorama archivistico europeo, tra cui figurano Eugenio Casanova (Italia), Ludwig Bittner (Austria), Henri Courteault (Francia), Joseph Cuvelier (Belgio), Robert Fruin (Olanda), Hilary Jenkinson (Regno Unito), Heinrich Otto Meisner (Germania), J. Siemienski (Polonia), F. Valls-Taberner (Spagna).
Uno dei primi obiettivi del Comitato fu la realizzazione di un piano di collaborazione tra le amministrazioni archivistiche nazionali.
La preparazione della Guida
La proposta di realizzare una guida internazionale degli archivi fu avanzata da Jenkinson già nel corso delle prime riunioni del 1931 e fu sostenuta da tutti i rappresentanti del Comitato con l'obiettivo di mettere a disposizione non solo degli archivisti ma anche di studiosi appartenenti ad altri ambiti, le informazioni necessarie per conoscere, nelle linee essenziali e in una veste facile da consultare, i diversi sistemi archivistici europei. La pubblicazione della Guida nel 1934 fu limitata all'Europa, sebbene vi fosse la volontà di estenderla successivamente ai paesi oltreoceano. I carteggi del Comitato dal 1936 al 1939 conservano la corrispondenza con i direttori degli archivi nazionali di Argentina, Brasile, Cuba, Equador, Guatemala, Haiti, Messico, Venezuela, a testimonianza di un intenso lavoro preparatorio per il secondo volume dedicato all'America centro-meridionale, che tuttavia non fu mai pubblicato.
Per la raccolta sistematica delle informazioni, il Comitato elaborò un questionario, composto di ventidue quesiti suddivisi in quattro sezioni, che venne indirizzato ai rappresentanti delle commissioni di cooperazione intellettuale di ciascuna nazione. Per i paesi non rappresentati all'interno della Società delle Nazioni il questionario venne inviato direttamente alle amministrazioni archivistiche centrali oppure alle organizzazioni internazionali di diritto pubblico. Le domande riguardavano tutte le categorie di archivi presenti sul territorio nazionale (archivi di Stato; archivi delle amministrazioni regionali, locali o coloniali; archivi privati; archivi ecclesiastici).
La prima sezione Natura, luogo del deposito e organizzazione delle differenti categorie d'archivio riguardava questioni di carattere amministrativo sull'esistenza o meno degli archivi di deposito, sulle differenti categorie di deposito, sulle autorità competenti per i depositi e sui rapporti che intercorrevano tra queste e gli archivi centrali. Le domande erano finalizzate inoltre ad acquisire informazioni sull'esistenza di cataloghi a stampa e di altri strumenti, come guide generali, guide speciali o altre pubblicazioni, che annunciavano le nuove acquisizioni o le diminuzioni dei fondi. In questa sezione si indagava inoltre l'esistenza di regole e norme per la redazione di inventari o di indici relativi a specifici periodi storici.
La seconda sezione Regolamenti per la conservazione e l'eliminazione degli archivi era destinata alla normativa per la conservazione e lo scarto, anche con riferimento al trattamento e alla destinazione finale degli archivi privati di personalità che in vita avevano esercitato pubbliche funzioni. Le domande si soffermano sulle procedure di scarto, sui tempi individuati dalle leggi e sull'esistenza di strumenti per l'individuazione di precise tipologie archivistiche che potevano essere scartate alla fine di un tempo definito. Una domanda riguardava infine gli attori coinvolti nello scarto e in particolare se fosse prevista la partecipazione o meno di un archivista o di altra autorità statale.
La terza sezione Facilitazioni per l'utilizzo pubblico degli archivi raccoglievainformazioni sull'esistenza di regolamenti per i servizi destinati al pubblico, e quindi per disciplinare la consultazione, la riproduzione fotografica dei documenti e le procedure di riproduzione in uso. Si chiedeva inoltre di specificare se gli archivi rilasciassero al pubblico copie autentiche e quali fossero le condizioni di prestito all'interno della nazione e all'estero.
Infine, la quarta sezione Questioni tecniche sulla sicurezza degli archivi registrava le esperienze sugli immobili destinati agli archivi e l'esistenza di studi o pubblicazioni sull'argomento. Le domande si soffermano sulle misure individuate per la protezione degli archivi da ogni possibile causa di distruzione (animale, vegetale e chimica); si chiedeva di indicare se ci fossero autorità scientifiche preposte alla risoluzione dei problemi ed eventuali studi pubblicati; quali strumenti di restauro fossero adottati per la documentazione antica; ed eventuali suggerimenti per garantire la buona conservazione dei documenti destinati a prendere posto negli archivi moderni.
La pubblicazione
La Guide international des Archives. Europe fu edita nel 1934 e redatta in francese da Biblioteca d'arte editrice, un editore romano a cui era stata affidata proprio in quegli stessi anni la nuova serie della rivista "Archivi d'Italia", già pubblicata dal 1914 al 1921 col nome di "Archivi italiani" (la rivista fondata e diretta da Eugenio Casanova).
La guida si compone di tre volumi. Il primo volume raccoglie le risposte al questionario relativamente a quarantadue realtà territoriali: Albania, Andorra, Austria, Belgio, Bulgaria, Cecoslovacchia, Danimarca, Danzica (Città libera di), Estonia, Finlandia, Francia, Galles, Germania, Grecia, Inghilterra, Irlanda del Nord, Irlanda (prima della costituzione dello Stato libero), Irlanda (Stato libero di), Islanda, Isole Anglo-Normanne, Italia, Jugoslavia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Monaco, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Regno Unito, San Marino, Scozia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria, U.R.S.S., Vaticano (Città del).
Il secondo volume contiene una raccolta di tavole e documenti provenienti dai paesi oggetto di indagine, con la finalità di presentare alcune pietre miliari appartenenti a dieci secoli di storia europea.
Il terzo volume costituisce il supplemento alla Guida e contiene un saggio storico-giuridico di Serafino Pistolese, Les archives européennes du onzième siècle à nos jours, già pubblicato in Italia nell'annata 1933-1934 di "Archivi d'Italia" col titolo Développement et caractère des Archives du onzième siècle à nos jours. Essai historique.
Vennero date alle stampe 175 copie destinate alla vendita (numerate da 1 a 175). Gli esemplari dal 176 al 200 furono dichiarati invece fuori commercio.
La copia che si conserva presso la Biblioteca del Senato è l'esemplare n. 55.
Responsabilità dell'opera
La Guida fu realizzata da un sotto-comitato composto da tre illustri archivisti: Eugenio Casanova (direttore dell'Archivio di Stato di Roma), Joseph Courteault (direttore dell'Archivio nazionale di Francia) e Hillary Jenkinson (Assistant Keeper del Public Record Office di Londra).
L'autore del saggio contenuto nel terzo volume, Serafino Pistolese, era archivista dell'Archivio di Stato di Roma, assegnato dal 1929 a prestare servizio presso la Commissione internazionale della Cooperazione intellettuale a Parigi, dove rimase fino al 1938. Partecipò con Casanova alla redazione della rivista "Archivi italiani", su cui comparvero alcuni suoi contributi. Nell'anno di pubblicazione della Guida, Pistolese ricopriva il ruolo di segretario del Comitato internazionale permanente di esperti archivisti dell'IICI.