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Cento anni della stampa parlamentare. Messaggio del Presidente del Senato
Compie ormai quasi un quarto di secolo il libro che, per primo, ci ha offerto un'analisi rigorosa sull'informazione parlamentare nel nostro Paese.
Il suo titolo, Sussurri e grida dalle Camere ricostruisce il lungo percorso della nascita dell'informazione sul nostro Parlamento. Un'informazione che abbandona molto spesso il racconto dell'attività legislativa per diventare quasi esclusivamente narrazione politica della vita dei partiti e delle loro strategie.
Era stato Alcide De Gasperi a richiamare nel 1951, nella presentazione al mensile 'Documenti di vita italiana', il "dovere" dello Stato di "informare i suoi cittadini sugli orientamenti della sua attività e sui dati delle sue realizzazioni".
Ma poi con l'avvento della 'società dell'informazione', il problema principale diventerà quello di trovare un equilibrio tra due diverse esigenze: la domanda sociale di accesso alle informazioni e la necessità delle classi dirigenti di avere spazi di visibilità per affermarsi e legittimarsi.
Da qui deriva il tema della indispensabile 'mediazione' giornalistica, unico strumento capace di produrre un'informazione attendibile e aggiornata, nel quadro di un principio di responsabilità istituzionale.
Cari amici della stampa parlamentare, questi vostri 100 anni - non dimentichiamolo mai - celebrano un fondamento della vita di questa nostra democrazia, un'eredità che deve essere tutelata e tramandata.
Abbiamo molto bisogno di buon giornalismo.
Così come le istituzioni hanno molto bisogno di saper meglio comunicare. A cominciare, ma non solo, dalla semplificazione del linguaggio. Ancora, come siamo, all'inseguimento ed anche al compimento di quell'ideale degasperiano che la sfida dei nuovi media ora rende più complesso. Una complessità che rende, ogni giorno, il vostro lavoro prezioso e insostituibile.
Ed è proprio per questo che, ferma restando la sempre meritoria e necessaria attività di razionalizzazione della spesa pubblica, auspico possano essere salvaguardati i contributi per una editoria sempre più libera, plurale, professionale.
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