Visita del Presidente del Senato in Kosovo: comunicato KFOR
Di seguito il comunicato stampa del Quartiere Generale KFOR sulla visita in Kosovo del Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati.
"Il Presidente del Senato, giunta in visita ufficiale in Kosovo, è stata accolta a Pristina dal Comandante di KFOR, Generale di Divisione Salvatore Cuoci.
Il Presidente ha incontrato presso "Casa Italia" il personale italiano operante in Pristina dove, oltre al comando di KFOR, sono presenti i militari del contingente dei Carabinieri della Multinational Specialised Unit (MSU), del Joint Regional Detachment Centre e del Battaglione ISR, tutte unità multinazionali a guida italiana.
Ad essi ha rivolto il suo apprezzamento per il costante impegno in Kosovo, un impegno che dura dal 1999 e che ha contribuito a rendere la missione KFOR quella di maggior successo della NATO.
La visita è proseguita presso il Multinational Battle Group West (MNBG-W) con sede a Pec/Peje, unità operativa storicamente a guida italiana, dove ha avuto modo di incontrare anche i funzionari italiani operanti nelle Organizzazioni Internazionali e in quelle non governative.
Prima della sua partenza, il Presidente del Senato è stata ricevuta dal Presidente dell'Assemblea Parlamentare del Kosovo, Kadri VESELI, il quale ha ringraziato la Senatrice Alberti Casellati per il prezioso contributo italiano alla stabilità e alla sicurezza della regione.
Al termine della visita, la seconda carica dello Stato ha ringraziato il Generale Cuoci per l'eccellente lavoro che sta svolgendo in Kosovo in qualità di 22° comandante della missione NATO".
Visita del Presidente del Senato in Kosovo: il discorso pronunciato a Casa Italia
Di seguito il testo del discorso pronunciato dal Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, al Quartiere generale KFOR (Camp Film City) - Casa Italia
Saluto ai militari italiani
Generale Cuoci, carissimi militari,
è con grande emozione che oggi mi trovo nella vostra, nella nostra "Casa Italia", per celebrare insieme la ricorrenza del 1° maggio. Vi ringrazio per la meravigliosa e affettuosa accoglienza. Camp Film City è il vero e proprio cuore pulsante delle forze multinazionali impegnate in Kosovo. Il quartiere generale rappresenta un laboratorio avanzato di cooperazione internazionale che vive del lavoro di oltre 4.000 donne e uomini, provenienti da 28 Paesi. In un contesto autenticamente multinazionale si respira molto del nostro Paese.
Dal 6 settembre 2013 il comando della missione è affidato all'Italia, che è unita e compatta nel riconoscere il valore profondo del vostro impegno. Ringrazio il Generale Cuoci, un sentito ringraziamento per l'organizzazione efficiente e per l'efficacia di un'azione contraddistinta da esemplare determinazione e tenace equilibrio, da dedizione e lungimiranza. Consentitemi di estendere il ringraziamento al colonnello Vincenzo Grasso, rappresentante nazionale di questa missione, nonché al colonnello Di Stefano e al colonnello Bajata che con le loro unità contribuiscono in maniera decisiva a rendere effettiva l'azione sul territorio.
La presenza italiana in Kosovo è stata e continua ad essere determinante per la stabilizzazione e la sicurezza della regione.
Un legame profondo ci unisce a questa terra, per ragioni di prossimità geografica, di collocazione geopolitica e di affinità storico-culturali. Due giorni dopo l'adozione della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 1244, nella mezzanotte tra il 12 e il 13 giugno 1999, il contingente italiano faceva ingresso in Kosovo. Da allora, non abbiamo mai smesso di impegnarci perché questa terra potesse consolidare i propri obiettivi di pace e sicurezza, favorendo la normalizzazione dei rapporti tra le diverse componenti etniche e religiose, la creazione di reali condizioni di sviluppo democratico, la composizione di forze armate capaci ed affidabili.
La stabilità geopolitica del Kosovo è un successo della comunità internazionale e del nostro Paese. Le Nazioni Unite, l'Europa, l'Italia sono profondamente riconoscenti ai tanti straordinari militari che, come voi, con la propria instancabile presenza, hanno saputo costruire le premesse perché una terra che conserva memoria di atrocità e violenze possa oggi finalmente costruire e rafforzare le strade della pace e della sicurezza.
L'Italia ha investito in Kosovo risorse importanti, non solo in termini numerici. Possiamo dirlo con sano orgoglio: siete donne e uomini straordinari. Il vostro sacrificio, il vostro impegno ci rendono straordinariamente orgogliosi di essere italiani.
Alle donne impegnate in questa missione, in particolare, vorrei rivolgere il mio più affettuoso saluto. So che non siete numerose, ma il vostro contributo è determinante per il successo dell'operazione. Sono la prima donna a ricoprire la carica di Presidente del Senato. Ho avuto modo di toccare con mano in tante occasioni quanto le donne possano rappresentare un autentico valore aggiunto. È particolarmente vero in missioni militari rivolte alla stabilizzazione e al mantenimento della pace, dove la capacità di adattamento, la comprensione, la propensione al dialogo delle donne si rivelano strategiche soprattutto nell'interazione con la popolazione civile locale.
Donne e uomini, soldati e civili, siete e siamo un'unica comunità, un'unica famiglia! Guardando i vostri occhi, ascoltando la vostra voce, stringendo le vostre mani riconosco forte in voi tutti il coraggio di difendere la pace, di proteggere la vita, di indicare nella giustizia il ponte che unisce nelle differenze e l'argine che ripara da ogni deriva e provocazione. Siete un esempio per professionalità, competenza, tenacia. Siete testimoni di speranza. Siete la bandiera delle intelligenze e dei cuori della nostra Italia.
Cari militari,
oggi celebriamo la festa del lavoro. Il lavoro è fondamento costituzionale della Repubblica, dovere civico che ciascun cittadino è chiamato ad assolvere, concorrendo al progresso materiale e spirituale della società.
L'impegno che quotidianamente i militari dedicano alla stabilizzazione del Kosovo e di altre aree del mondo realizza la dimensione costituzionale del lavoro come forma di solidarietà sociale. Una solidarietà che scavalca i confini degli Stati, supera le differenze etniche, linguistiche, culturali e le barriere morali, materiali per la realizzazione della pace e la prosperità dei popoli. L'Italia è a livello internazionale protagonista per numero di militari impegnati nelle missioni di mantenimento della pace.
Il vostro lavoro concorre al perseguimento delle priorità geopolitiche del Paese e alla stabilità internazionale, ma soprattutto edifica, sostiene, rafforza il senso di comunità nazionale.
La vostra generosità nell'interpretare la funzione militare, che va ben oltre il rispetto dei meri obblighi di servizio, è ciò che rende possibile la prospettiva dell'Italia come baluardo dei processi di pace nel mondo. Alcuni di voi sono al termine del servizio in Kosovo e aspettano di riabbracciare i propri cari, altri arriveranno con l'entusiasmo che voi avete mantenuto sino ad ora.
Sono certa che questa esperienza continuerà ad accompagnarvi nel vostro percorso professionale e di vita, consentendovi di essere donne e uomini più completi e consapevoli.
Con questa convinzione, mi stringo a tutti voi in un abbraccio ideale, che è il mio personale e insieme vuole essere il segno tangibile dell'ammirazione, del riconoscimento e dell'affetto che il nostro Paese, l'Italia, nutre nei confronti di ciascuno di voi.