A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Le ragioni storiche delle autonomie locali. Sala degli Atti parlamentari, giovedì 20 giugno 2019
Sardegna e Valle d'Aosta possono apparire due entità geografiche, economiche e storiche distinte e non paragonabili tra loro. In realtà ad accomunare questi due territori vi è un forte senso della comunità e dell'identità storica, unita ad un senso di isolamento, talvolta di subalternità, maturato anche per effetto di una perifericità e di condizioni geografiche peculiari. L'assolutismo sabaudo ed in seguito il centralismo fascista ha alimentato per reazione forti esigenze autonomiste e indipendentiste. Nelle secolari lotte per una più profonda autonomia emergono le biografie di due personalità di rilievo che si sono battute per la democrazia e la libertà: il politico sardo Emilio Lussu e il martire e capofila della resistenza valdostana Emile Chanoux.
Nel volume Emilio Lussu, Emile Chanoux: la fondazione di un ordinamento federale per le democrazie regionali, i professori Gianmario De Muro e Roberto Louvin mettono in evidenza come a collegare queste due importanti personalità vi sia un pensiero politico, genuinamente ed appassionatamente dedicato alle libertà e alla tutela delle minoranze, che rende questi due connazionali nati in due regioni così lontane, ideologicamente vicini, seppur con le fisiologiche e del tutto naturali differenze, che peraltro mai si tramutano in sostanziali divergenze. Tra l'altro una vicinanza non solo intellettuale, ma anche storica e politica, tant'è che sarà Emilio Lussu colui che sarà designato relatore presso l'Assemblea Costituente dello Statuto speciale della Valle d'Aosta.
Stimolante è stata l'occasione di discussione e di confronto sul contenuto del libro offerta dalla Commissione della Biblioteca e dell'Archivio Storico di Palazzo Madama, presieduta dal senatore Gianni Marilotti, il 20 giugno scorso nella Sala degli Atti parlamentari della Biblioteca del Senato. Nel corso della presentazione del volume si è infatti parlato e discusso approfonditamente degli aspetti della fondazione, voluta e promossa da Lussu e Chanoux, di un ordinamento federale quale cornice per le democrazie e le autonomie delle loro terre d'origine.
Il dibattito è stato aperto in Sala Atti Parlamenti dal senatore Gianni Marilotti, Presidente della Commissione per la Biblioteca e l'Archivio Storico del Senato, che ha ricordato: «In un momento nel quale legittimamente diverse Regioni hanno richiesto un'autonomia differenziata, cioè un'autonomia che si avvicina a quelle delle Regioni a Statuto Speciale abbiamo sentito il dovere, oltreché il bisogno, di approfondire le ragioni storiche che hanno portato a quegli Statuti».
La presentazione del libro è stata animata dal confronto tra gli autori e Albert Laniece, Italo Birocchi, Valerio Strinati e Stefano Rolando.
Come ricordato dal prof. De Muro: «Lussu è stato il grande eroe della Grande Guerra, autore del libro Un anno sull'Altipiano, perseguitato dal fascismo, poi costituente e senatore. Nella sua storia c'è sempre l'idea che la democrazia si conquista dando al cittadino il potere di poterla rappresentare. Questo è il suo lascito: il cittadino è al centro della democrazia».
Roberto Louvin ha affermato: «Bisogna imparare molto da coloro i quali hanno pensato storicamente alla ricetta istituzionale del federalismo, credo che sia un insieme di forze che in modo coordinato guarda all'Europa, perché il federalismo parte dalle regioni, dalle realtà locali, formatesi in un ambito territoriale nazionale, ma si sviluppa all'interno di un orizzonte europeo».
Il convegno e il vivo interesse che l'ha animato hanno dimostrato che la questione dell'autonomia è più che mai attuale. Alla luce di una globalizzazione livellatrice che rischia di cancellare il senso della comunità, è opportuno occuparsi e preoccuparsi delle identità locali e regionali, riqualificandole come strumento fondamentale di risanamento della vita democratica e, come ci insegnano Lussu e Chanoux, di tutela, di riscatto e di responsabilità. Uno strumento che può e deve essere utilizzato nel presente e nel futuro in Italia ed in Europa, coerentemente, come affermato nel motto dell'Unione Europea, all'applicazione del principio: "uniti nella diversità".