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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
n. 46 (Nuova Serie), agosto 2018

Con la Costituzione nel cuore. Presentazione del libro di Carlo Smuraglia. Sala degli Atti Parlamentari, 2 luglio 2018

Il 2 luglio 2018, nella Sala degli Atti parlamentari della Biblioteca del Senato "Giovanni Spadolini", si è svolta la presentazione del libro-intervista Con la Costituzione nel cuore. Conversazioni su storia, memoria e politica di Carlo Smuraglia, scritto in collaborazione con Francesco Campobello (Edizioni Gruppo Abele, Torino, 2018). Oltre agli autori, hanno partecipato l'ex senatore Felice Besostri e la senatrice Michela Montevecchi.

Il dibattito è stato introdotto e moderato dal dottor Fabio Vander, che ha sottolineato come il volume tenga insieme cultura giuridica di grande livello, storia e memoria, con la capacità di approfondire un tema delicato quale quello della nostra Costituzione. Si tratta infatti della ricostruzione di un lungo arco di decenni, dalla fine del Secondo conflitto mondiale e l'immediato dopoguerra, con le fasi della Costituente, passando per le vicende della Repubblica, sino agli anni recenti, il tutto osservato attraverso lo sguardo di Carlo Smuraglia, il quale, dopo aver combattuto nella Resistenza, è stato Presidente dell'ANPI e senatore sino al 2001. La sua vicenda personale s'intreccia strettamente con la storia politica e la cultura giuridica del nostro Paese, anche attraverso l'analisi della Costituzione e degli sviluppi che essa ha conosciuto nel tempo.

È poi intervenuto il senatore Besostri, il quale ha notato la capacità di Smuraglia di coniugare l'impegno giuridico con l'insegnamento universitario e la frequentazione delle aule di tribunale. Il suo libro, ha notato ancora il relatore, ripercorre una parte della nostra storia, anche alla luce del fatto che l'ANPI si è sempre impegnata in battaglie di fondo: nel 1953 contro la legge truffa, nel 1960 per i "fatti di Genova" e nel 2016 nella battaglia per il referendum costituzionale. Quest'ultima rappresenta - secondo Besostri - una vittoria incompiuta, poiché quel risultato doveva essere la spinta per la parte più importante della difesa della nostra Carta fondamentale: la sua compiuta attuazione. Non basta infatti avere la Costituzione in tasca, come suggeriva qualcuno, ma bisogna averla nel cuore: la vita di Smuraglia è in effetti l'emblema di tutto ciò, l'esistenza di chi si è impegnato a farla amare. Il senatore Besostri ha concluso con un augurio: ciascuno di noi, nel suo piccolo, può essere un testimone della Costituzione, ed è questo il messaggio importante lasciato da Smuraglia. Conoscerla è un dovere di ogni cittadino, ma soprattutto lo è avvertirla come necessità vivente di una testimonianza.

La senatrice Michela Montevecchi, intervenuta successivamente, si è soffermata sul fatto che negli ultimi anni i Parlamenti si sono formati su leggi elettorali incostituzionali e sulle difficoltà che i giovani politici incontrano in una simile situazione; ha poi sottolineato come il libro sia ricco di ricordi e di stimoli, con pagine emozionanti, notazioni di un personaggio che è un vero e proprio monumento, e che ha condiviso con i più giovani la battaglia per la Costituzione. Nel volume infatti si evidenzia che la nostra Carta fondamentale è stata spesso oggetto di attacchi, anche subdoli, come quello riguardante la proposta di modifica dell'articolo 138, che avrebbe aperto le porte ad un suo più agevole smantellamento. L'autore ricorda infatti la notte del 4 dicembre 2016, il sentimento di attesa per i risultati del referendum, ma anche del dopo, con gli scenari politici che si sarebbero aperti in seguito a quel voto. La senatrice Montevecchi ha messo altresì in risalto il tema, analizzato nel libro, del ruolo delle donne in politica, partendo dal loro ruolo nella Resistenza, aspetto molto attuale nella riflessione storiografica; ha poi ricordato gli strumenti adottati in modo improvviso nella scorsa legislatura, come il ricorso sistematico allo strumento della fiducia o della decretazione, che hanno compresso il ruolo del Parlamento e le sue prerogative sino all'inverosimile, a detrimento della sua centralità, del confronto e del dibattito interno sui grandi temi. In definitiva, ha concluso la relatrice, il volume del senatore Smuraglia offre numerosi spunti di riflessione: dalle politiche del lavoro e della sua programmazione, alla centralità dei valori e della battaglia culturale, che le istituzioni dovrebbero condurre nell'interesse delle giovani generazioni, alla funzione sociale degli insegnanti, che è anche una funzione costituzionale: è proprio nella scuola infatti che, attraverso i docenti e la condivisione del sapere e della conoscenza, si può instillare negli studenti l'idea della democrazia, la capacità di esercitare un pensiero critico, di porsi delle domande.

Ha preso poi la parola il dottor Francesco Campobello, coautore del libro-intervista, il quale ha analizzato gli intenti e la metodologia dell'opera, concepita come una serie di conversazioni su storia, memoria e politica. Il suo ispiratore non voleva che il libro fosse un'autobiografia, ma un excursus nei passaggi fondamentali della Repubblica, che per Smuraglia è nata l'8 settembre 1943. Quanto alla procedura impiegata per la stesura del volume, Campobello ha osservato come la scaletta di domande che si era diligentemente preparato sia saltata in favore di una conversazione continua, di un flusso ininterrotto di memorie e riflessioni critiche sulla Costituzione e sui punti in cui essa s'invera o meno con la pratica politica e fattuale quotidiana. Il tutto sempre all'insegna di un profondo rigore morale da parte di Smuraglia, condotto per tutta una vita, che testimonia una straordinaria forza di volontà, e che si è manifestato anche nel fare del libro, con una ricerca di perfezionismo e di professionalità.

A conclusione del dibattito, il senatore Smuraglia ha sottolineato il suo obiettivo nella realizzazione dell'opera, vale a dire la volontà di fornire un contributo alla storia e alla memoria, a questo paese "smarrito", per usare un'espressione di Corrado Stajano, che ha perso il senso del ricordare e il valore della riflessione. La memoria, appunto, dovrebbe rappresentare anche conoscenza, valutazione dei fatti, e porsi alla base della vita comune. L'intento è quello di lasciare un'eredità morale ai giovani, ed è in quest'ottica che l'autore ha voluto esporre le sue esperienze negli anni 1943-44, come parte del suo processo personale di maturazione durante la Resistenza e la Costituente, vero e proprio miracolo laico, in cui parti politiche trovarono un punto di incontro su questioni delicatissime in merito alle quali avevano idee molto diverse, al fine di giungere a soluzioni destinate a durare nel tempo. Proprio da questo eterogeneo complesso di ideali della Resistenza è nata l'Italia repubblicana e democratica, e in ciò risiede il valore del volume per cittadini, studiosi e giovani, ciascuno dei quali vi potrà rinvenire motivi di approfondimento e di riscoperta dei principi fondamentali che sostengono la nostra nazione.

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