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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
n. 69 (Nuova Serie), agosto 2022

Presentazione del volume di Fernando Venturini, Il Parlamento è (anche) una biblioteca. Biblioteca della Camera dei Deputati "Nilde Iotti", 20 maggio 2022

Nel numero di maggio 2022 (n. 68, n.s.) "MinervaWeb" proponeva nella rubrica "Suggerimenti di lettura" una segnalazione di Il Parlamento è (anche) una biblioteca. Guida all'informazione parlamentare (Milano, Editrice bibliografica, 2022), l'ultimo libro di Fernando Venturini, già consigliere parlamentare presso la Biblioteca della Camera dei deputati "Nilde Iotti": un volume dedicato non solo alla documentazione parlamentare - oggetto di varie pubblicazioni di Venturini nel corso degli anni - ma a tutto quel complesso circuito di informazioni, funzioni, relazioni con i cittadini, che prende vita dal Parlamento e da esso viene organizzato e veicolato. Nel mese di maggio, la mattina di giovedì 20, il libro ha avuto anche la prima presentazione ufficiale nella Sala del refettorio presso Palazzo San Macuto, su iniziativa della Biblioteca della Camera dei deputati "Nilde Iotti".

La mattinata è stata introdotta dall'allora direttore della biblioteca, Antonio Casu, che ha sottolineato l'afflato democratico a presupposto dell'opera di Venturini: l'idea che la cultura genera consapevolezza, la quale è a sua volta fondamento della cittadinanza. Gli ha fatto eco Madel Crasta, docente ed esperta di reti e sistemi culturali, che nel suo intervento ha valorizzato il concetto di fruizione del patrimonio culturale, da non intendere in senso burocratico o passivo, monodirezionale, bensì come condivisione e godimento del patrimonio stesso; e ha rilevato che d'altra parte gli indicatori socioeconomici descrivono un quadro di accesso ai contenuti ancora sottodimensionato rispetto all'offerta. In quest'ottica occorre che le istituzioni ripensino il proprio stile comunicativo per andare incontro al nuovo modo di apprendere dei cittadini di oggi, i quali - immersi nella cultura digitale e in incessanti flussi di informazione - chiedono una maggiore interazione. Fernando Venturini intercetta questa esigenza di mediazione tra contemporaneità e passato, perché col suo libro propone una sorta di racconto del Parlamento e della sua capacità di «materializzare le diversità nel tempo e nello spazio» stratificando una documentazione complessa, che ci rivela la nostra evoluzione attraverso oltre 170 anni di storia.

Giovanni Rizzoni (che per la Camera dei deputati è stato direttore del Servizio delle pubblicazioni e relazioni con il pubblico, nonché coordinatore degli osservatori legislativi giurisprudenziali e per la qualità della legislazione) ha apprezzato il modo in cui il libro di Venturini riesce a dar conto degli aspetti evolutivi della documentazione parlamentare e a mettere insieme la complessità del Parlamento e la sua funzione istituzionale, rivelandosi potenzialmente utile a contrastare le tendenze antiparlamentari diffuse a tutti i livelli della compagine sociale. Del rapporto tra Parlamento e biblioteca (tutt'altro che labile, se si pensa che tutti i parlamenti sono nati con biblioteche parlamentari e che tuttora la più grande biblioteca del mondo è quella del Congresso statunitense), Rizzoni ha messo in luce la matrice umanistica comune alle due istituzioni: sia parlamenti che biblioteche raccontano la continuità con il pregresso, la testimonianza del passato nel presente, il valore della trasparenza, che fa del Parlamento l'organo costituzionale in cui con più immediatezza i lavori sono resi pubblici, e della biblioteca l'organismo che contribuisce a rendere fattiva questa pubblicità.

Nell'intervento successivo Anna Galluzzi, responsabile dei servizi al pubblico della Biblioteca del Senato "Giovanni Spadolini", ha approfondito il parallelismo: sia parlamenti che biblioteche accumulano documentazione che serve al presente (supportando la decisione legislativa, la conoscenza attuale) e al futuro (conservando testimonianze); entrambe le istituzioni sono strutture in sé concluse che possono anche non avere contatti col mondo esterno, ma che potenziano la propria azione proprio quando si aprono all'esterno; entrambe sono caratterizzate dalla complessità delle procedure interne e dalla difficoltà a spiegarle all'esterno; entrambe conservano alcune caratteristiche sette-ottocentesche che mal si adattano a una contemporaneità basata su velocità, orizzontalità, immediatezza: i loro punti di forza tradizionali diventano oggi potenziali elementi di crisi. Tutto ciò richiede una riflessione critica anche per quanto attiene alla documentazione che le due istituzioni gestiscono: la sedimentazione della documentazione è essenziale ma occorre mediarne la conoscenza verso il pubblico; d'altra parte, l'abbondanza e talvolta la ridondanza della documentazione stessa porta a una non perfetta armonizzazione dei contenuti. Peraltro, l'apparato documentale parlamentare sembra interessare di fatto un pubblico più ristretto di quello potenziale: i ritmi serrati della vita politica (ma anche della vita di tutti i cittadini) e il sovraccarico di contenuti informativi spostano il problema dall'accesso all'informazione al saperla valutare e utilizzare. Trovare un modo nuovo di fare mediazione appare dunque essenziale alle istituzioni pubbliche per evitare di lasciare spazio alle semplificazioni o a intermediari meno democratici e neutrali.

A seguire Valerio Strinati, già consigliere parlamentare presso la Biblioteca del Senato e oggi Segretario generale dell'Associazione istituzioni culturali italiane (AICI), ha declinato il tema del rapporto (talvolta opaco) tra società e istituzione parlamentare in termini di cambiamenti nel ceto politico e nei saperi specialistici. La complessità della macchina informativa parlamentare, di cui il libro di Venturini dà una descrizione puntuale, rende evidente per riflesso la complessità del nostro sistema bicamerale, che non ammette banalizzazioni: le procedure possono causare sì rallentamenti, necessari tuttavia a garantire la qualità della decisione che ne deriva. Il tutto sollecita a riflettere su come la pubblicità dei lavori vada ormai molto al di là della pubblicazione dei resoconti parlamentari, scendendo sul terreno della battaglia politica e dei princìpi da affermare.

In chiusura della mattinata di riflessione è intervenuto l'autore del volume presentato: Fernando Venturini ha ripreso molte delle sollecitazioni emerse dai contributi precedenti in tema di rapporti tra istituzione parlamentare, sfera pubblica e società dell'informazione. In un mondo sempre più dicotomico - ha sostenuto - il Parlamento, in quanto luogo della composizione dei conflitti, ha una grande potenzialità; e di fatto ha dimostrato di avere coscienza del valore della sua storia, promossa anche attraverso corposi progetti di digitalizzazione degli Atti parlamentari sui siti internet istituzionali (un'attività che offre anche inesauribili occasioni di studio degli stretti rapporti tra parlamento, storia e società). D'altra parte, molto ancora si può fare, dentro e fuori le istituzioni, per espandere questa consapevolezza: ad esempio, non limitarsi all'allestimento di un 'contenitore', come può essere un archivio web, ma potenziarne le funzionalità tecnologiche; e portare avanti - sviluppandolo ulteriormente - un progetto di cooperazione come quello delle biblioteche di Senato e Camera nel Polo bibliotecario parlamentare, operativo ormai da 15 anni.

Dato l'interesse del volume in un ambito d'interesse trasversale tra più settori (diritto, storia delle istituzioni, documentazione e scienza dell'informazione), si segnala anche il seminario telematico che gli è stato dedicato dall'Istituto di informatica giuridica e sistemi giudiziari (IGSG) del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), la cui videoregistrazione è disponibile in internet.

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