A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Presentazione del libro "A cosa serve la storia dell'arte" di Luca Nannipieri
La mattina del 23 aprile 2021, presso la Sala Capitolare del Chiostro di Santa Maria sopra Minerva, è stata ospitata la presentazione del libro A cosa serve la storia dell'arte di Luca Nannipieri.
L'evento, vivacemente ed efficacemente moderato dal giornalista Giuseppe Di Leo, ha visto alternarsi gli interventi del senatore Gianni Marilotti, Presidente della Commissione per la biblioteca e l'archivio storico del Senato, del senatore Francesco Verducci, Vicepresidente della Commissione istruzione pubblica, beni culturali e ricerca scientifica del Senato, del dott. Francesco Pappalardo, Responsabile della Biblioteca del Senato, e dell'autore del libro.
L'iniziativa, nel rispetto delle norme precauzionali Covid-19, si è svolta in modalità on line ed è stata trasmessa in diretta sulla webtv del Senato. Il dott. Francesco Pappalardo ha ricordato in apertura dell'evento che la Biblioteca «non ha quasi mai interrotto le sue attività sui servizi al pubblico nonostante la pandemia e soprattutto prova adesso a riprendere anche con queste modalità l'attività convegnistica che in questa legislatura è stata particolarmente intensa grazie soprattutto all'iniziativa del senatore Marilotti». Ha poi ricordato che i convegni organizzati in presenza sono stati «ben quarantacinque in circa due anni» evidenziando che «questo è il primo che si svolge a distanza».
Luca Nannipieri, critico e storico dell'arte,approfondendo nel suo libro il rapporto tra patrimonio storico-artistico, persona e comunità, ha posto alcune riflessioni sulla responsabilità sociale dello storico e del critico d'arte, mettendo a confronto il suo pensiero non solo con i fondatori o punti di riferimento della disciplina, da Johann Joachim Winckelmann ad Arnold Hauser, da Alois Riegl a Erwin Panofsky, da Bernard Berenson a Heinrich Wölfflin, ma anche con gli storici direttori di alcuni dei più autorevoli musei italiani ed europei. Nel suo intervento ha sottolineato l'origine della parola patrimonio come «pater munus che significa sì ciò che riceviamo in eredità dei padri, ma anche ciò che i figli decidono di fare dell'eredità dei padri», quindi cosa conservare e cosa tramandare alle generazioni successive.
Partendo dalla domanda posta già nel titolo del libro A cosa serve la storia dell'arte il senatore Marilotti ha evidenziato come il volume di Nannipieri sia riuscito a rispondere in modo efficace al quesito, in primo luogo prendendo atto degli errori dei tanto celebrati storici dell'arte che si sono elevati al di sopra della comunità chiudendosi in ristrette cerchie e si sono arrogati il potere di dettare i canoni della bellezza. Inoltre ha sottolineato che «la cultura non è un dato statico, non è un qualcosa di immobile, ma un qualcosa che cresce». Talvolta «lo Stato con la pretesa di tutelare il patrimonio culturale inteso staticamente lo ha in qualche modo ingessato a vantaggio di un apparato che finisce per privilegiare e dunque finanziare gli istituti più prestigiosi». Il senatore Marilotti ha ricordato un'affermazione del filosofo ed enciclopedista Denis Diderot: «chiamo bello - dice Diderot - fuori di me tutto ciò che contiene in sé qualcosa che possa risvegliare nel mio intelletto l'idea di rapporti». Ecco allora che i rapporti sociali, i rapporti con gli altri uomini sono fondamentali, perché attraverso questa socialità noi possiamo cogliere anche il senso e la bellezza delle opere d'arte. «Questo è un tema molto importante - ha concluso il senatore Marilotti - dobbiamo rivedere i concetti di bene comune, inteso come bene culturale. Il termine, bene dice Nannipieri, sottolinea una visione economicistica, mercantilistica dell'arte, laddove noi anziché parlare di utenti interni, fruitori dell'arte, dobbiamo invece favorire una riappropriazione dell'arte da parte delle persone, delle comunità».
Il senatore Verducci ha definito il volume di Nannipieri «un libro molto brillante, molto ben scritto», ha evidenziato che «c'è una bellezza nella scrittura che è anche poi una piacevolezza nella lettura e questo è fondamentale soprattutto quando c'è una digressione molto acuta che entra dentro il tema del titolo». Un libro che, secondo il senatore Verducci, ha anche «un'ambizione politica, nel senso che ci pone politicamente dentro la discussione che identifica il ruolo dello storico dell'arte, del critico d'arte e punta ad un ruolo di forte impegno politico» con l'importante riconoscimento del «valore sociale dell'opera d'arte».
Il video dell'evento è disponibile a questo link.