A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
La Biblioteca del Senato del Regno tra politica e scienza
È nota alla gran parte dei nostri utenti la particolare attenzione che la Biblioteca del Senato ha sempre riservato, nella formazione delle raccolte, all'approfondimento della dimensione storica. La Biblioteca conserva, infatti, accanto agli strumenti indispensabili a supportare l'attività istituzionale del Senato della Repubblica, un patrimonio librario e documentario di notevole interesse storico e bibliologico, che comprende oltre mille manoscritti, circa cento incunaboli e alcune migliaia di edizioni a stampa antiche. Ma se in tanti conoscono le ricchissime collezioni storico giuridiche (statuti comunali, normativa statuale dell'Italia preunitaria, biblioteche Vassalli e Cortese) o la splendida raccolta di storie locali italiane, meno noti sono i molti volumi di argomento scientifico, in edizioni a stampa cinque-ottocentesche, che pure rappresentano una porzione significativa del fondo antico della Biblioteca del Senato.
La vocazione storica della Biblioteca nasce e si sviluppa fin dai primi anni di vita del Regno d'Italia, a supporto dell'attività di un Senato, che, secondo quanto stabilito dall'art. 33 dello Statuto Albertino, era espressione di una rappresentanza politica di nomina regia fondata sulla capacità intellettuale, che sceglieva i suoi membri, tra l'altro, tra i rappresentanti della Regia Accademia delle Scienze (e poi dell'Accademia dei Lincei) e tra coloro che con servizi e meriti eminenti avevano illustrato la patria. Se tra i senatori del Regno compaiono quindi, come ovvio, i maggiori giuristi del tempo (avvocati, magistrati e professori universitari), molte altre sono le discipline rappresentate sugli scranni dell'aula di Palazzo Madama. Tra i senatori del Regno spiccano, accanto ai grandi nomi degli studi umanistici, dell'arte e della letteratura, anche numerosi illustri rappresentanti della comunità scientifica italiana, il cui impegno civile fu determinante non solo durante il processo risorgimentale ma anche nella costruzione del nuovo Stato unitario. La politica, infatti, non poteva fare a meno delle competenze scientifiche di queste personalità per affrontare alcune delle grandi sfide che l'unità gli poneva davanti, e l'impegno dei suoi migliori uomini di scienza non si limitò all'attività parlamentare o a incarichi politici in speciali commissioni tecniche o alla guida di istituti di ricerca, ma si tradusse spesso anche in responsabilità di governo (tra gli altri, ricordiamo i senatori Leonardo Bianchi, Giuseppe Colombo, Mario Orso Corbino, Luigi Cremona, Dante Ferraris, Carlo Matteucci, Luigi Federico Menabrea, Giovanni Raineri).
Così tra i fondi della Biblioteca del Senato troviamo, come ovvio, le relazioni e gli scritti tecnici prodotti dai "senatori-scienziati" nell'ambito della loro attività politica e parlamentare, alcune lettere autografe, ma anche le pubblicazioni accademiche relative alle maggiori scoperte scientifiche del tempo: dagli scritti intorno alla teoria molecolare ed atomica di Stanislao Cannizzaro; alle lezioni di elettrotecnica di Galileo Ferraris; dagli studi sulla malaria del premio Nobel Camillo Golgi; a quelli sulla telegrafia di Carlo Matteucci e dell'altro Nobel Guglielmo Marconi; alle opere matematiche del primo presidente del CNR Vito Volterra. E accanto alle pubblicazioni di tanti altri contemporanei, italiani e stranieri (Bizzozero, Darwin, Lyell, Poincaré, Stoppani), non possono mancare i classici della scienza, spesso in edizioni antiche illustrate (Descartes, Fibonacci, Galeno, Galvani, Newton, Spallanzani, Volta).
Particolarmente numerose sono le pubblicazioni tecnico-scientifiche relative ad alcune delle grandi questioni che il neonato Stato italiano si trovò ad affrontare all'alba della sua storia. Tra le più impegnative fu la costruzione di una rete viaria e ferroviaria che avvicinasse gli italiani e nello stesso tempo facilitasse le comunicazioni con il resto d'Europa. Così, numerose sono, in Biblioteca, le edizioni che descrivono le tratte già costruite negli Stati preunitari, o all'estero, in particolare in Francia, ma anche i progetti per le future realizzazioni di strade ferrate. Risale a quegli anni anche l'apertura del primo traforo sotto le Alpi, quello del Frejus, possibile grazie all'invenzione di un nuovo sistema di propulsione ad aria compressa da motori idraulici opera dell'ingegnere milanese Giovan Battista Piatti, poi perfezionata dall'equipe tecnica che dirigerà i lavori per la realizzazione del tunnel.
Non meno gravosi furono gli interventi di risanamento ambientale delle zone malariche in tutto il territorio patrio, indispensabili a migliorare le condizioni di vita di tanti italiani, e a tutelare la salute delle classi lavoratrici agricole. Moltissimi sono gli studi sulla malaria conservati in Biblioteca, dai primi approcci clinici di Lancisi fino alle determinanti scoperte di Ettore Marchiafava, Angelo Celli e Camillo Golgi; altrettanto numerosi gli studi relativi al controllo e alla regolazione del corso dei fiumi a partire dalle opere sei-settecentesche di Domenico Guglielmini e Leonardo Ximenes per arrivare ai progetti e alle relazioni ottocentesche, che testimoniano di alcuni dei grandi interventi realizzati nella seconda metà del XIX secolo per contenere le acque dei grandi fiumi italiani nei tratti cittadini, con la realizzazione di alti muraglioni e la rettificazione dei corsi d'acqua.
Di questo e di molto altro troviamo traccia nelle poco conosciute ma interessanti raccolte scientifiche della Biblioteca del Senato, che vi invitiamo ad esplorare tramite il nostro Catalogo.