A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
L'evoluzione dei servizi dall'apertura al pubblico al post-pandemia
Venti anni di apertura al pubblico: un traguardo importante per la biblioteca, che pur avendo una tradizione plurisecolare - è nata infatti nel 1848 a supporto del Senato sabaudo - era riservata alle esigenze parlamentari e utilizzabile da utenti esterni solo per specifici e documentabili motivi di ricerca. Il trasferimento da Palazzo Madama a Palazzo della Minerva, nel 2003, ha reso possibile l'apertura a un'utenza ben più ampia: è stato per la biblioteca un momento di svolta, che ha dato nuova linfa alla sua azione potenziandola e reindirizzandola.
L'attuale edizione dello "Speciale", quindi, non poteva che essere dedicata a questo anniversario. Lo celebreremo distribuendo, in quattro puntate, una riflessione trasversale alle attività di cui la biblioteca si occupa, per considerare la strada compiuta fin qui e le prospettive future. Partiremo, qui, dall'evoluzione delle tecnologie e dei servizi al pubblico, anche nella prospettiva del Polo bibliotecario parlamentare; nei prossimi numeri ci concentreremo sull'evoluzione delle collezioni (monografie ma anche fondi personali, collezioni antiche e speciali, emeroteca e risorse elettroniche), e sui progetti di digitalizzazione, con uno sguardo all'attività convegnistica e formativa, proponendo infine anche un quadro riassuntivo dei dati statistici rappresentativi di questi venti anni.
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2. Dal 2007: il Polo bibliotecario parlamentare
3. L'evoluzione tecnologica e dei servizi
5. Riferimenti e approfondimenti bibliografici
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Era il 19 giugno del 2003 quando, alla presenza delle più alte cariche dello Stato (citiamo solo i Presidenti della Repubblica e del Senato, allora rispettivamente Carlo Azeglio Ciampi e Marcello Pera) s'inaugurava la nuova sede della Biblioteca del Senato a Piazza della Minerva, nel palazzo omonimo: un edificio acquisito già nel 1991 per volontà di Giovanni Spadolini - Presidente del Senato nelle legislature X e XI - a cui la biblioteca è oggi intitolata (per un approfondimento sulla storia del palazzo cfr. MW 2012-7).
Dal trasferimento del Senato del Regno a Roma nel 1871, e fino al 2003, la biblioteca era rimasta all'interno di Palazzo Madama, contigua all'Aula legislativa, con l'idea che la conoscenza ricavabile dalla documentazione dovesse costituire la base delle valutazioni preliminari alla legislazione («conoscere per deliberare», avrebbe detto più tardi, in termini più generali, Luigi Einaudi, in una delle sue Prediche inutili).
Dalla istituzione della biblioteca nel 1848 come struttura di documentazione del Senato subalpino, l'accesso era riservato agli utenti istituzionali e (su richiesta o presentazione) a studiosi con specifiche e dimostrabili esigenze di ricerca, che potessero essere soddisfatte solo con le collezioni presenti in sede. Una simile disposizione potrebbe sembrare effetto di una concezione elitaria della cultura, retaggio di un'epoca in cui erano minori la circolazione editoriale, la specializzazione disciplinare, l'alfabetizzazione e la scolarizzazione; tuttavia, occorre ricordare che tuttora l'apertura a un vasto pubblico delle biblioteche parlamentari è, nel mondo, quasi un'eccezione, piuttosto che la regola (cfr. Casu in MW 2007-14 e Casu 2008); inoltre, soprattutto ragioni di prudenza e di sicurezza sconsigliavano l'ammissione di un pubblico ampio e indifferenziato in sedi delicate come quelle legislative. Occorreva dunque separare da Palazzo Madama gli ambienti per lo studio e per i documenti; ma come allestire un efficiente servizio a supporto dell'attività parlamentare (il che era e rimane il primo compito istituzionale della biblioteca) senza le possibilità tecnologiche di comunicazione a distanza - in una parola, senza internet?
A distanza di oltre un secolo, l'informatizzazione aveva reso possibile ciò che prima costituiva un ostacolo invalicabile; il trasferimento in un palazzo esterno, però, era suggerito anche da altri fattori. S'intendeva promuovere un'immagine pubblica della Biblioteca del Senato, dando visibilità alle sue raccolte d'indiscusso pregio; con quest'intento erano state avviate, già nel corso degli anni Novanta, iniziative espositive volte a far conoscere altrettante collezioni antiche: le pubblicazioni e i fogli d'età napoleonica (BdS 1990), il fondo degli statuti dei Comuni e delle corporazioni dal Medioevo a oggi (BdS 1995), i giornali del XVIII e XIX secolo (BdS 1998). C'erano, poi, nuove esigenze di spazio e di riorganizzazione delle strutture: il ritmo delle acquisizioni librarie faceva sì che, già vent'anni fa, la biblioteca avesse ormai oltre 600.000 volumi (Bulgarelli 2003), di cui si voleva favorire la circolazione oltre che la conservazione, anche con una maggiore disponibilità di ambienti di studio con accesso diretto agli scaffali.
Dal punto di vista degli spazi, in effetti, la nuova sede, pur occupando un intero edificio, non sembrava soddisfare tutti i requisiti: come spesso si verifica quando si adibiscono importanti palazzi storici a sede bibliotecaria, l'impianto rinascimentale dell'immobile, pur con significativi interventi di ristrutturazione, non si rivelava del tutto adatto allo scopo di ospitare libri e giornali, uffici e ampie sale di lettura.
Ai lavori di restauro conservativo si affiancarono perciò sia innovazioni architettoniche (ad esempio, gli spazi dell'antico cortile centrale ospitano oggi nuove sale, tra cui l'attuale Sala Atti parlamentari, qui in una foto del 2007), sia adeguamenti strutturali fondamentali benché meno visibili, come il consolidamento delle strutture nei locali adibiti a magazzini, che avrebbero ospitato pesanti scaffali compatti, scorrevoli su binari, per ottimizzare gli spazi. Scaffalature per le opere di meno frequente consultazione furono realizzate anche in magazzini decentrati (da cui vengono effettuate 'navette' per portare i materiali bibliografici a chi li richiede), mantenendo inoltre un presidio per la lettura e il trattamento dei giornali presso Palazzo Madama, dedicato agli utenti istituzionali.
Questi sforzi d'adeguamento erano però motivati soprattutto da una spinta ideale. Come affermò con forza lo stesso Spadolini (Bulgarelli in MW 2013-15), il principale impulso nella scelta del trasferimento e della sede non fu tecnico, ma politico, e di politica culturale: si voleva aprire alla cittadinanza un patrimonio considerevole, pur senza allontanarlo troppo dalla sede dell'organo parlamentare per cui era nato; inoltre, perché la biblioteca potesse esprimere pienamente le sue potenzialità, occorreva una contiguità anche fisica con l'altra biblioteca parlamentare italiana, quella della Camera dei deputati. Quest'ultima, ormai dal 1988 (sotto la presidenza di Nilde Iotti, alla quale oggi è appunto dedicata) aveva completato il proprio trasferimento da Montecitorio a Palazzo San Macuto.
Non per un caso, dunque, la scelta cadde su Palazzo Minerva, la cui posizione consentiva di progettare un'integrazione funzionale tra le due biblioteche parlamentari («un inedito sistema binario»: Bulgarelli 2012, p. 53), che si sarebbe meglio strutturata nel corso degli anni Duemila: i rispettivi palazzi infatti sono adiacenti e collegati da un passaggio al secondo piano, una sorta di ponte finestrato che scavalca la stretta via della Minerva.
Questa vicinanza, peraltro, contribuiva a ricreare idealmente l'antica unità del complesso architettonico costruito dall'ordine religioso dei Domenicani fra XIII e XVIII secolo e che ne ha costituito la casa generalizia (salvo alcune pause, come nel periodo dell'occupazione francese di Roma tra il 1797 e il 1814) fino al 1871, quando col passaggio allo Stato italiano era diventato sede di altri uffici pubblici. Oltre ai palazzi Minerva e San Macuto, appunto, fanno parte del complesso anche l'edificio che ospita la Biblioteca Casanatense e la basilica di Santa Maria sopra Minerva; nell'insieme, questi luoghi costituiscono un isolato noto come insula sapientiae, in ricordo dell'importante ruolo culturale che l'ordine domenicano ha avuto nell'Età moderna. Tale denominazione designa oggi anche un'iniziativa ricorrente: aprire al pubblico il percorso completo tra i quattro edifici, con visite guidate che rappresentano anche un'esperienza di collaborazione interistituzionale, inaugurata nel 2007 (MW 2007-14b) e che si spera di poter riprendere appieno, superando le limitazioni connesse alla pandemia da Covid-19, così da riaffermare un «uso consapevole della politica culturale per coniugare la rappresentanza con la memoria condivisa della storia comune» (Casu 2009).
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2. Dal 2007: il Polo bibliotecario parlamentare
Il 2007 ha portato un'ulteriore, importante svolta nell'evoluzione della biblioteca, che ne ha ulteriormente potenziato la vocazione all'accesso, con un grande impatto sulle attività future: nel febbraio di quell'anno infatti nasceva il Polo bibliotecario parlamentare, formalizzato con un protocollo d'intesa - poi ampliato da successivi addenda - tra le biblioteche di Senato e Camera, per definire una collaborazione informalmente già avviata nel corso degli anni, ma che l'inedita contiguità fisica consentiva di stabilizzare e sviluppare.
A dare avvio a questo progetto d'integrazione e coordinamento furono gli allora Presidenti dei due rami del Parlamento, Fausto Bertinotti e Franco Marini. Il 12 febbraio 2007, con l'inaugurazione del Polo (qui un filmato, una registrazione, una galleria fotografica; cfr. MW 2021-61), iniziava un processo di valorizzazione e crescita di visibilità delle due biblioteche parlamentari, attraverso sinergie organizzative e nel trattamento dei materiali, anche con l'obiettivo della razionalizzazione delle spese (Bulgarelli e Venturini 2007). In particolare veniva uniformata l'offerta di servizi al pubblico seguendo, in caso di discrepanza tra le norme regolamentari delle biblioteche di Senato e Camera, il livello di servizio più favorevole all'utenza; una riflessione su questi aspetti era del resto recente per la Biblioteca del Senato, il cui nuovo Regolamento, aggiornato alla novità dell'apertura al pubblico esterno, era stato approvato poco tempo prima, a fine 2005, entrando in vigore dal 1° gennaio 2006.
Nell'ottica del Polo bibliotecario parlamentare, aprire il passaggio interno tra gli edifici delle due biblioteche, consentendo così un più facile transito di persone e libri dall'una all'altra, era senz'altro la novità più evidente, insieme agli accordi di riconoscimento reciproco delle tessere d'iscrizione, che successivamente sono state ricondotte a una per l'intero Polo (MW 2021-61b). L'accesso è stato accordato a qualsiasi cittadino che disponesse di un documento d'identità in corso di validità e che avesse almeno 16 anni, in ragione del tipo di raccolte specializzate disponibili in entrambe le biblioteche, naturalmente non pensate per un pubblico di bambini e ragazzi, alle cui esigenze di lettura sono vocate le numerose biblioteche pubbliche di ente locale. Di queste prime fasi dava già conto "MinervaWeb" (MW 2007-9), all'epoca alla sua prima serie, inaugurando una linea di attenzione alla comunicazione dei servizi che sarebbe cresciuta nel tempo, e su cui torneremo in uno dei prossimi numeri dello "Speciale".
Un altro aspetto che ha notevolmente potenziato l'offerta agli utenti è stato l'avvio, a fine 2018, di un servizio di reference congiunto tra le due biblioteche di Senato e Camera, aggiuntivo rispetto a quello gestito in autonomia dai singoli rami a partire dall'apertura al pubblico, a sua volta integrativo di un'attività di consulenza e ricerche da sempre messa a disposizione degli utenti istituzionali per le loro esigenze informative. Il nuovo servizio, svolto in sinergia dai settori delle due biblioteche che si occupano delle informazioni bibliografiche, è denominato "Chiedi al Polo bibliotecario parlamentare" e opera attraverso la casella email dedicata polobibliotecario@parlamento.it, fornendo - nell'ambito delle materie di specializzazione delle biblioteche di Senato e Camera e per quanto disponibile presso il Polo bibliotecario parlamentare - consulenza e orientamento nel mondo delle biblioteche e tra le risorse online, assistenza nella consultazione degli strumenti repertoriali, guida alla ricerca bio-bibliografica, normativa e negli Atti parlamentari italiani (cfr. MW 2018-48 e Venturini 2022, p. 92). Pur non potendo - sulla base dei vigenti regolamenti delle due biblioteche parlamentari - effettuare prestiti e fornitura di documenti a distanza per gli utenti non istituzionali (ma per queste esigenze si rinvia normalmente ai servizi di prestito interbibliotecario e document delivery attivi sin dall'apertura al pubblico: cfr. MW 2006-6), il servizio "Chiedi al Polo bibliotecario parlamentare" rappresenta una delle forme più agili di integrazione tra gli uffici amministrativi delle due Camere; restano comunque attive le singole caselle di posta elettronica sulle quali sia il Senato che la Camera continuano a ricevere le richieste che riguardino solo l'uno o l'altro ramo.
Non meno importanti, però, sono stati aspetti più tecnici della collaborazione a livello di Polo bibliotecario: in particolare, la creazione di un punto di accesso unico ai due cataloghi automatizzati, come fase intermedia rispetto alla prevista costruzione di un vero e proprio catalogo collettivo; il coordinamento delle politiche di sviluppo del patrimonio, con l'adozione di una Carta delle collezioni condivisa (MW 2015-28) e una divisione di compiti che ha assegnato alla Biblioteca del Senato la competenza sull'Emeroteca del Polo e a quella della Camera la gestione dei periodici correnti; ancora, gli sviluppi nell'accesso ai servizi online, con la realizzazione, nel corso degli anni, del portale Re@lWeb per accedere alle risorse elettroniche sottoscritte dall'una o dall'altra biblioteca, e lo sviluppo di una Biblioteca digitale per interrogarle cumulativamente.
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3. L'evoluzione tecnologica e dei servizi
Proprio gli sviluppi tecnologici rappresentano uno dei principali vettori di evoluzione dei servizi delle biblioteche in generale. Tornando nello specifico di quella del Senato, ci soffermiamo velocemente sulle tappe principali dei primi 10 anni di apertura, che sono state ricordate a suo tempo da "MinervaWeb" (MW 2013-15b).
Se il passaggio definitivo alla catalogazione online era già avvenuto nel 1999, ci volle ancora qualche anno perché fosse ultimata la conversione in formato elettronico anche dei dati catalografici precedenti all'automazione. Inoltre, la nuova apertura pose questioni inedite - risolte in sinergia con il Servizio dell'Informatica del Senato - come l'esigenza di consentire al pubblico l'accesso alle risorse parlamentari in rete senza che ciò comportasse problemi di sicurezza. Nel 2006 si passò dall'adozione di una tessera con microchip (assegnata al singolo utente) alla generazione quotidiana di password per l'accesso alle postazioni pc distribuite nelle sale della biblioteca, password che consentono l'accesso anche ai computer della Biblioteca della Camera: questa semplice procedura oggi può essere effettuata in autonomia dal singolo utente (MW 2020-55).
Nel corso degli anni successivi, sono state via via migliorate le funzionalità delle postazioni, potenziando le prestazioni delle connessioni, nonché azzerando la già esigua differenza tra risorse parlamentari in internet e in intranet. Attualmente - e già dal 2012 con il lancio della Biblioteca digitale del Polo bibliotecario (MW 2012-7b) - le risorse elettroniche accessibili solo in sede sono fondamentalmente quelle che le Camere non producono ma acquisiscono sulla base di sottoscrizioni commerciali, pertanto con vincoli di copyright e/o specifiche licenze di utilizzo; anche in questi casi, tuttavia, gli utenti possono consultare da remoto l'elenco dei periodici elettronici e lanciare una ricerca full-text per vedere cosa è disponibile, salvo poi ricorrere ai servizi bibliotecari per ottenerne gli eventuali testi completi.
In questi ultimi 10 anni sono state introdotte ulteriori novità, sempre all'insegna dello snellimento delle procedure, per andare incontro alle esigenze degli utenti. Dal luglio 2013 è stata attivata la rete wi-fi (progressivamente estesa da un paio di sale a coprire l'intera biblioteca: cfr. MW 2022-68) e, nell'ottica della dematerializzazione, il modulo cartaceo per il rilascio della tessera d'iscrizione è stato sostituito da un modulo elettronico che l'utente può compilare in autonomia (MW 2013-17); la tessera è stata resa anche virtuale, per disporne sul proprio smartphone grazie all'associazione con un codice a barre (MW 2019-51). È stata allestita e via via migliorata la schermata di 'benvenuto' che appare sulle postazioni PC per il pubblico in sede e funge anche da primo orientamento alle principali risorse elettroniche (MW 2017-37 e MW 2019-52); per l'orientamento anche fisico all'interno di Palazzo Minerva, sono state invece realizzate, su touch-screen in sala, mappe interattive delle sale e delle collezioni, per facilitare i movimenti dei lettori (MW 2019-54).
È sempre grazie all'evoluzione tecnologica che sono stati migliorati e rinnovati alcuni servizi anche più tradizionali. Già dal novembre 2014 (dunque ben prima delle sfide poste dalla pandemia del 2020) è stata introdotta la possibilità di anticipare via email le richieste di consultazione dei materiali bibliografici collocati nei magazzini decentrati (MW 2014-24); in un secondo momento, è stato messo a punto un sistema di richiesta volumi dai pc presenti in biblioteca (MW 2020-55b). Anche i servizi di riproduzione si sono avvantaggiati della possibilità di compilare online e anticipare telematicamente i moduli per la richiesta della necessaria autorizzazione (MW 2018-47); grazie all'archiviazione di questi moduli è inoltre possibile ricostruire a quali ricerche e studi la biblioteca contribuisce con le proprie collezioni: di recente abbiamo deciso di darne conto in una nuova pagina web, La Biblioteca come fonte (MW 2019-50), oltre che in un articolo ospitato proprio in questo numero di "MinervaWeb", nella rubrica "Dicono di noi".
Non in ultimo, anzi al centro delle innovazioni tecnologiche degli ultimi anni, i servizi che ruotano attorno ai microfilm e alla digitalizzazione di risorse della biblioteca: proprio perché sono in piena fase di espansione, ad essi daremo attenzione in uno dei prossimi numeri dello "Speciale" di quest'anno.
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Queste molteplici attività sono state inevitabilmente messe in crisi dalla pandemia da Covid-19, che ha comportato chiusure o limitazioni d'accesso, alle sedi fisiche come alle risorse bibliografiche. Non ci soffermiamo qui su questo tema complesso, che attraversa pressoché tutti gli articoli di "MinervaWeb" a partire dal n. 56, n.s., dell'aprile 2020 (gli è pure dedicato, proprio in questo numero, l'articolo della rubrica "I numeri di Minerva"); ricordiamo soltanto che è stato necessario sospendere alcune delle conquiste dell'apertura al pubblico, come l'apertura del sabato mattina, la possibilità di prenotare una sala per lo studio di gruppo (varata nel 2014 e ampliata nel 2019: cfr. MW 2014-23 e MW 2019-49), i corsi di formazione alla ricerca (per i quali rinviamo a uno dei prossimi numeri dello "Speciale"), la distribuzione gratuita di pubblicazioni della biblioteca (MW 2018-45) - quest'ultima attività, per fortuna, ripresa già da qualche tempo.
Registriamo però che, da tante difficoltà, sono sorti altrettanti stimoli che ci hanno portato ad affrontare con resilienza i necessari cambiamenti, anche producendo qualche miglioramento - che si è deciso dunque di rendere stabile - nell'offerta di servizi. Ad esempio, l'obbligo di contingentare gli accessi ci ha spinto all'utilizzo di un'app e di una specifica piattaforma per la prenotazione, tuttora in funzione benché ormai facoltativa: abbiamo notato infatti che la possibilità di prenotare comunque in anticipo l'ingresso e i materiali da consultare in biblioteca era apprezzata dagli utenti, che risparmiavano così i tempi d'attesa connessi al prelievo delle pubblicazioni dai magazzini (cfr. MW 2021-62 e MW 2022-69). La possibilità di prenotazione di posti di lettura è stata anche ampliata e diversificata negli ultimi tempi: ne dà conto l'articolo pubblicato in questo stesso numero.
Anche dei servizi informativi è stato necessario un ripensamento: se l'aumento del reference da remoto era inevitabile durante i vari lockdown, il fatto che il pubblico si sia intanto abituato alla comunicazione a distanza ha portato a uno stabile accrescimento della percentuale di ricerche che vengono sollecitate tramite quel canale. L'ampliamento delle risorse elettroniche accessibili in fase emergenziale (MW 2020-56) ha indotto ad aggiornare la pagina web dedicata alle "Ricerche guidate", che contiene una selezione ragionata di risorse liberamente accessibili online per la ricerca bibliografica, giuridica, parlamentare (MW 2020-57). Tra le Guide e strumenti di ricerca disponibili tra le pubblicazioni della biblioteca, è stata redatta una nuova e più completa edizione della Guida per leggere e compilare una bibliografia, per la prima volta estesa a considerare la tipologia documentale degli Atti parlamentari, proponendone uno stile citazionale formalizzato (MW 2022-70).
Un altro aspetto su cui si sta puntando negli ultimi mesi, in attesa di riprendere gli incontri formativi con gli utenti (avviati nell'autunno del 2011, dal 2015 svolti congiuntamente con la Biblioteca della Camera nell'ottica del Polo bibliotecario parlamentare, infine sospesi dalla primavera del 2020: cfr. MW 2011-6, MW 2015-26 e MW 2020-56b), è la ripresa di incontri con università che manifestano interesse a visitare la biblioteca per conoscerne spazi, collezioni e servizi. Anche di questo diamo conto nell'articolo della rubrica "I numeri di Minerva": rilanciare e promuovere il ritorno alla normalità nell'uso consapevole di raccolte e strumenti di ricerca ci sembra il miglior modo di celebrare questi 20 anni trascorsi dall'apertura al pubblico della biblioteca, testimoniando e facendo conoscere nuove modalità di ri-apertura ai cittadini.
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5. Riferimenti e approfondimenti bibliografici
Per maggiori dettagli rinviamo alle pagine web della biblioteca, in particolare a Servizi al pubblico e informazioni, e a "MinervaWeb", specialmente alle rubriche "Biblioteca in uso" e "Scaffale digitale" consultabili attraverso il comodo Indice generale per rubrica.
Riportiamo qui di seguito i riferimenti bibliografici dei soli contributi che abbiamo richiamato in questo articolo, in ordine cronologico, sciogliendone le sigle utilizzate per brevità all'interno del testo.
BdS 1990 = Biblioteca del Senato della Repubblica, L'Italia rivoluzionaria e napoleonica nelle raccolte della Biblioteca del Senato. Catalogo della mostra, a cura di Maria Teresa Bonadonna Russo [et al.]. Roma, Senato della Repubblica, 1990.
BdS 1995 = Biblioteca del Senato della Repubblica,Gli Statuti dei Comuni e delle corporazioni in Italia nei secoli XIII-XVI [Catalogo della mostra, Roma, Palazzo Giustiniani, 8 novembre 1995 - 8 gennaio 1996, a cura di Sandro Bulgarelli; presentazioni di Carlo Scognamiglio Pasini e Luciano Merigliano; introduzioni di Vito Piergiovanni e Maria Teresa Bonadonna Russo]. Roma, Senato della Repubblica; De Luca, 1995.
BdS 1998 = Biblioteca del Senato della Repubblica, L'Italia del Risorgimento. Giornali e riviste nelle raccolte della Biblioteca del Senato (1700-1918), a cura di Renata Giannella; presentazione di Nicola Mancino; pref. di Aldo Masullo; saggi introduttivi di Giuseppe Talamo, Cosimo Ceccuti, Francesco Malgeri. Roma, Biblioteca del Senato della Repubblica, 1998.
Bulgarelli 2003 = Sandro Bulgarelli, La nuova Biblioteca del Senato della Repubblica, "Bollettino AIB", 43 (2003), n. 4, pp. 413-416.
MW 2006-6 = Prestito interbibliotecario e fornitura di copie, "MinervaWeb", 2006, n. 6.
Bulgarelli e Venturini 2007 = Sandro Bulgarelli; Fernando Venturini, Il Polo bibliotecario parlamentare, "Le carte e la storia", 2007, n. 1, pp. 93-98.
MW 2007-9 = Servizi integrati tra le Biblioteche del Senato e della Camera, "MinervaWeb", 2007, n. 9.
MW 2007-14 = L'integrazione funzionale con la Camera: il punto di vista del direttore della Biblioteca della Camera [Intervista ad Antonio Casu], "MinervaWeb", 2007, n. 14.
MW 2007-14b = Insula Sapientiae, "MinervaWeb", 2007, n. 14.
Casu 2008 = Antonio Casu, Linee evolutive delle biblioteche parlamentari italiane [Testo della relazione presentata in occasione del corso "Il Parlamento in biblioteca: documentazione parlamentare e fonti normative per il reference in biblioteca: strumenti e metodi", Roma, 3 dicembre 2007], "Bollettino AIB", 48 (2008) n. 1, pp. 67-73.
Casu 2009 = Antonio Casu, Le biblioteche parlamentari. Funzione politica e politiche culturali. [Aprilia (RM)], Aracne, 2009.
MW 2011-6 = Le informazioni bibliografiche e l'offerta formativa: le novità del settore delle Informazioni Bibliografiche, "MinervaWeb", 2011, n. 6 (n.s.).
Bulgarelli 2012 = Sandro Bulgarelli, Uguali, ma diverse. La formazione delle due biblioteche parlamentari in Consegnare al futuro archivi e biblioteche. Materiali per l'aggiornamento di operatori di archivi diocesani e biblioteche ecclesiastiche, a cura di Ugo Dovere. Noventa Padovana, Mediagraf, 2012, pp. 53-61.
MW 2012-7 = Il Palazzo della Biblioteca del Senato, "MinervaWeb", 2012, n. 7 (n.s.).
MW 2012-7b = La Biblioteca digitale del Polo bibliotecario parlamentare, "MinervaWeb", 2012, n. 7 (n.s.).
MW 2013-15 = I dieci anni di apertura al pubblico nel racconto del Direttore [Intervista a Sandro Bulgarelli], "MinervaWeb", 2013, n. 15 (n.s.).
MW 2013-15b = Dieci anni di evoluzione tecnologica nella Biblioteca del Senato, "MinervaWeb", 2013, n. 15 (n.s.).
MW 2013-17 = Novità tecnologiche in Biblioteca, "MinervaWeb", 2013, n. 17 (n.s.).
MW 2014-19 = Il sito internet della Biblioteca si rinnova, "MinervaWeb", 2014, n. 19 (n.s.).
MW 2014-23 = Aperta al pubblico la sala del pensiero politico, "MinervaWeb", 2014, n. 23 (n.s.).
MW 2014-24 = Nuovi servizi per gli utenti, "MinervaWeb", 2014, n. 24 (n.s.).
MW 2015-26 = I nuovi corsi di formazione promossi dal Polo Bibliotecario Parlamentare, "MinervaWeb", 2015, n. 26 (n.s.).
MW 2015-28 = Nuove Accessioni del Polo bibliotecario parlamentare, "MinervaWeb", 2015, n. 28 (n.s.).
MW 2017-37 = La nuova pagina di benvenuto, "MinervaWeb", 2017, n. 37 (n.s.).
MW 2018-45 = Pubblicazioni della Biblioteca in distribuzione gratuita, 2018, n. 45 (n.s.).
MW 2018-47 = I servizi di riproduzione nel Polo bibliotecario parlamentare, "MinervaWeb", 2018, n. 47 (n.s.).
MW 2019-48 = Chiedi al Polo bibliotecario parlamentare, "MinervaWeb", 2018, n. 48 (n.s.).
MW 2019-49 = Una sala per lo studio e il lavoro di gruppo sempre più aperta, "MinervaWeb", 2019, n. 49 (n.s.).
MW 2019-50 = La Biblioteca come fonte, "MinervaWeb", 2019, n. 50 (n.s.).
MW 2019-51 = Si sperimenta la tessera virtualizzata di accesso al Polo bibliotecario, "MinervaWeb", 2019, n. 51 (n.s.).
MW 2019-52 = La nuova pagina di benvenuto, "MinervaWeb", 2019, n. 52 (n.s.).
MW 2019-54 = Orientarsi in biblioteca: le mappe interattive delle sale e delle collezioni, "MinervaWeb", 2019, n. 54 (n.s.).
MW 2020-55 = Novità: auto generazione delle password, "MinervaWeb", 2020, n. 55 (n.s.).
MW 2020-55b = Richieste di consultazione dalle postazioni: sperimentazione "MinervaWeb", 2020, n. 55 (n.s.).
MW 2020-56 = Ampliamento delle risorse elettroniche accessibili per l'emergenza COVID-19, "MinervaWeb", 2020, n. 56 (n.s.).
MW 2020-56b = Rinvio dei corsi di formazione per gli utenti del Polo bibliotecario parlamentare, "MinervaWeb", 2020, n. 56 (n.s.).
MW 2020-57 = Ricerche guidate: aggiornamento, "MinervaWeb", 2020, n. 57 (n.s.).
MW 2020-59 = Conoscere le collezioni della Biblioteca: i nuovi percorsi tematici, "MinervaWeb", 2020, n. 59 (n.s.).
MW 2021-61 = In memoria di Franco Marini: il discorso per l'inaugurazione del Polo bibliotecario parlamentare, "MinervaWeb", 2021, n. 61 (n.s.).
MW 2021-61b = La nuova tessera del Polo bibliotecario parlamentare, "MinervaWeb", 2021, n. 61 (n.s.).
MW 2021-62 = Prenotare in biblioteca è sempre più facile, "MinervaWeb", 2021, n. 62 (n.s.).
MW 2022-68 = Una biblioteca sempre più connessa, "MinervaWeb", 2022, n. 68 (n.s.).
MW 2022-69 = Riapertura senza prenotazione e con nuovi servizi, "MinervaWeb", 2022, n. 69 (n.s.).
MW 2022-70 = Un nuovo servizio: la digitalizzazione di microfilm degli utenti, "MinervaWeb", 2022, n. 70 (n.s.).
MW 2022-70b = Nuova edizione della Guida per leggere e compilare una bibliografia, "MinervaWeb", 2022, n. 70 (n.s.).
Venturini 2022 = Fernando Venturini, Il Parlamento è (anche) una biblioteca. Guida all'informazione parlamentare. Milano, Editrice bibliografica, 2022.