A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Guidelines for Parliamentary Libraries, 3rd ed.
Lo scorso 28 luglio, durante l'87. Congresso mondiale delle biblioteche e dell'informazione organizzato dall'International Federation of Library Associations and Institutions (IFLA), che si è svolto dal 26 al 29 luglio a Dublino (si veda l'articolo ospitato in questo stesso numero di "MinervaWeb"), nel corso di una sessione dedicata agli standard in ambito digitale (Session 144, International standards for a digital world) è stata ufficialmente lanciata la terza edizione delle Guidelines for Parliamentary Libraries, una pubblicazione realizzata in modo congiunto tra la Sezione Library and Research Services for Parliaments (IFLAParl) e l'Unione interparlamentare (IPU). Queste Linee guida per le biblioteche parlamentari sono state compilate da un gruppo di lavoro comprendente bibliotecari di 10 diversi Paesi del mondo e guidato da Sonia Bebbington (Biblioteca del Parlamento del Canada) e da Edward Wood (Biblioteca della House of Commons), con l'obiettivo di contribuire a sviluppare e promuovere standard e buone pratiche per mettere informazioni e conoscenze a disposizione degli organi legislativi.
Nelle edizioni precedenti, apparse nel 1993 a cura di Dermot Englefield e nel 2009 a cura di Keith Cuninghame (per quest'ultima si veda l'articolo di "MinervaWeb" n. 30, n.s., agosto 2010), il titolo era appunto Guidelines for Legislative Libraries: l'attuale spostamento dell'accento dall'aspetto 'legislativo' a quello 'parlamentare' - pur potendo considerare intercambiabili i due termini - risponde al desiderio di allinearsi alla denominazione formale della Sezione IFLAPARL («We appreciate consistency» ha dichiarato Sonia Bebbington durante la presentazione al Congresso IFLA), ma suggerisce anche una sottolineatura in chiave identitaria del ruolo delle biblioteche parlamentari, che si riconoscono parte di una comunità professionale internazionale e accomunate da una specificità di funzioni tale da superare le diversità dei contesti. Si parla peraltro (p. 11) di «ecosistema» delle biblioteche parlamentari, poiché queste strutture si trovano al centro di relazioni complesse con i parlamentari, i cittadini, i media, gli stakeholders, le altre istituzioni nazionali e non (legislative, governative, accademiche...) e i rispettivi ambienti di riferimento.
Inoltre, rispetto alle edizioni precedenti che - sia pure in modi diversi - trovavano la principale esigenza di aggiornamento nelle novità tecnologiche con cui restare al passo, quella attuale ha ricevuto un forte impulso dai cambiamenti dirompenti portati in tutto il mondo, anche nelle biblioteche, dalla necessità di far fronte alla crisi da Covid-19: una situazione che la Sezione IFLAParl aveva già analizzato in un report dal titolo 2021 survey on library & research services of parliaments response in the COVID-19 pandemic (a suo tempo commentato in un articolo su "MinervaWeb", n. 30, n.s., ottobre 2021). Un altro fattore rilevante nella riflessione è stato la promozione internazionale degli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Developement Goals) dell'Agenda ONU 2030, con particolare riferimento soprattutto al SDG 16 "Pace, giustizia e istituzioni forti" che ha già ispirato diverse conferenze in ambito IFLA (si ricorda ad es. la Conferenza di metà anno della Sezione Government Libraries, svoltasi a Londra il 4-5 dicembre 2019: una sintesi è in "MinervaWeb" n. 54, n.s., dicembre 2019). Infine, queste Linee guida tengono conto anche di altre pubblicazioni realizzate nel frattempo in ambito parlamentare, come i report della IPU (in particolare World e-Parliament Report, Inter-Parliamentary Union, 2020) e la revisione del 2018 di Recommended benchmarks for democratic legislatures: a study group report curata dalla Commonwealth Parliamentary Association, o anche di lavori prodotti dalla stessa IFLAParl, come le Guidelines for parliamentary research services, realizzate nel 2015 sempre in collaborazione con l'IPU.
La pubblicazione, che oggi si presenta snella ma articolata in 18 sezioni, fornisce una panoramica completa del lavoro delle biblioteche parlamentari e dei loro servizi. Vi si fa un'analisi delle principali caratteristiche e necessità informative dei parlamentari; sono descritti i servizi che possono essere forniti, prendendo in considerazione lo sviluppo e gestione delle collezioni, le attività informative e di ricerca, fino allo spazio fisico delle sale di lettura (§ 4-8); in questo contesto, si dà evidenza al rapporto tra collezioni digitali e a stampa dal punto di vista dell'uso concreto che ne fanno i parlamentari e il loro staff (p. 30). Vengono inoltre trattati (§ 9-14) gli aspetti tecnici e amministrativi essenziali della gestione di una biblioteca parlamentare (struttura e governance, budget, personale, strategie e tecnologie per la comunicazione, relazioni con il pubblico, valutazione della performance), anche con una breve guida ai possibili servizi aggiuntivi e alle relazioni tra uffici di diversa tipologia.
Qui di seguito, senza scendere nel dettaglio delle singole indicazioni o buone pratiche, proponiamo una sintesi di alcuni punti chiave con cui le Linee guida enucleano la missione istituzionale delle biblioteche parlamentari.
In primo luogo, sin dall'introduzione si sottolinea che l'informazione è il cuore del lavoro parlamentare e i servizi informativi devono essere una risorsa essenziale ai processi legislativi, sia nelle fasi preliminari alle decisioni, sia nella gestione efficace dei dati generati dal processo di produzione normativa. Tra i vantaggi di disporre di un servizio dedicato e incardinato nella struttura amministrativa dei parlamenti (cfr. § 3.3, The advantages of having a trusted, in-house library) si evidenziano: l'attivazione di servizi su misura per rispondere alle esigenze del lavoro parlamentare; la possibilità di disporre di fonti alternative all'informazione istituzionale governativa, che potrebbe risultare semplicemente orientata al supporto delle politiche del potere esecutivo; l'imparzialità del servizio verso i parlamentari di ogni schieramento; la capacità di attingere a fonti di tipo diverso e di sintetizzarle su qualsiasi argomento dell'agenda politica; l'affidabilità e la riservatezza dei servizi informativi; in ultimo - ma non ultimo - la memoria collettiva: i parlamenti sono non solo consumatori ma anche produttori di fonti (basti pensare agli Atti parlamentari), pertanto la gestione interna dell'informazione prodotta è fondamentale sia per il funzionamento dell'organo legislativo sia per mantenere la memoria storica dell'istituzione, da rendere accessibile a tutti i cittadini. Insomma - ha sottolineato ancora Sonia Bebbington nella presentazione di Dublino - le biblioteche parlamentari non possono essere considerate un optional; peraltro, in molte democrazie hanno spesso aperto la strada per la promozione di standard, come nel caso della Library of Congress e del suo ruolo per lo sviluppo della teoria e della prassi catalografica.
Un paragrafo delle Linee guida (§ 9.5, Ethics in parliamentary library and research service) è specificamente dedicato agli aspetti etici della professione, già condensati in una check-list curata dall'IFLAParl Working group on ethics, la cui ultima versione risulta del 31 maggio 2019, ma che è da considerarsi un work in progress. Dei sette punti in cui si articola il documento del 2019 (pensato come strumento di autovalutazione dell'etica bibliotecaria riguardo ai princìpi della professione, alle sue istanze di autonomia, alle opzioni di accesso del pubblico alle fonti informative, alla selezione delle risorse, agli standard della ricerca prodotta, alle risorse umane e ai parlamentari) le attuali Linee guida sottolineano la non esaustività e la difficoltà di applicazione uniforme: la deontologia professionale deve trovare nelle decisioni politiche e amministrative il terreno fertile per potersi sviluppare ed esprimere.
Un altro aspetto su cui le biblioteche parlamentari possono riflettere è il coinvolgimento dell'utenza istituzionale (cap. 10, Engaging with users), che passa attraverso la comprensione delle esigenze o aspettative dei membri del parlamento e del loro staff, l'informazione sui servizi che la biblioteca può offrire, la loro promozione attiva e l'opportunità di ricevere un feedback per mantenere alta la qualità dei servizi. A questo scopo le Linee guida propongono strategie e suggerimenti per conoscere meglio l'utenza di riferimento (tramite repertori, aggiornamento su regolamenti e prassi, analisi dei dati di servizio, sondaggi e interviste, focus group), per comunicare con essa anche in modo non convenzionale (ad esempio organizzando visite in biblioteca o partecipando in modo imparziale agli eventi organizzati da parlamentari) e interagire con le commissioni parlamentari di solito deputate alla vigilanza sulle strutture bibliotecarie. Un'indicazione - di cui valutare l'applicabilità nei vari contesti - è quella di fare ricorso alla metodologia del design thinking per definire le aree di miglioramento rispetto alle esigenze degli utenti e individuare potenziali soluzioni, da sviluppare in prototipi progettuali che potranno essere poi testati e ulteriormente rifiniti; un vantaggio collaterale di questo metodo - così si chiude il capitolo - sta nel consolidamento delle relazioni con l'utenza.
L'ultimo tema che vogliamo richiamare, tra i molti affrontati dalle Linee guida, è quello del rapporto tra biblioteche parlamentari e servizi di ricerca: questi ultimi non sono presenti in tutti i parlamenti e, se presenti, spesso afferiscono a una diversa area dell'amministrazione (cfr. cap. 8, Research services e 14, Relations between parliamentary libraries and research services). Pur non facendo una ricerca di tipo accademico, bensì più orientata all'elaborazione di dati e conoscenze complesse in sintesi velocemente fruibili a supporto del lavoro parlamentare, le garanzie di accuratezza e imparzialità offerte da questo tipo di servizi sono tali da far auspicare una crescente fluidità nelle relazioni con le altre parti dell'amministrazione parlamentare - biblioteche incluse - per contribuire a una gestione integrata del «decision making» (p. 82).
È appunto con un invito alla cooperazione, per unire le forze, le intelligenze e le voci dei bibliotecari, che si chiude questa nuova edizione delle Linee guida; dal punto di vista della sua diffusione, sono previste traduzioni in francese e spagnolo, nonché la possibilità di pubblicazione in formati elettronici più facili da aggiornare rispetto al pdf.
Scarica qui la terza edizione delle Guidelines for Parliamentary Libraries in formato pdf
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