A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Le Deputazioni di storia patria e la ricerca sugli statuti
Giovedì 23 ottobre si è svolta, nella Sala degli Atti parlamentari della Biblioteca del Senato, una giornata di studi dedicata alle Deputazioni di storia patria e alla ricerca sugli statuti, organizzata dalle Deputazioni storiche per l'Umbria e per le Marche e dalla Società romana di storia patria, in collaborazione con la Biblioteca del Senato.
L'incontro è stato introdotto dal senatore Miguel Gotor che, portando i saluti del Senato, ha sottolineato come la Biblioteca rappresenti il luogo ideale per accogliere iniziative di argomento storico e in particolare statutario, per la funzione centrale di raccolta, conservazione e valorizzazione delle fonti legislative locali, che la Biblioteca svolge fin dal 1870. Il senatore Gotor ha poi evidenziato l'importanza del ruolo delle Deputazioni di storia patria, che costituiscono una risorsa scientifica e culturale peculiare del nostro paese, dovuta alle modalità di costruzione dell'identità nazionale, ma che presenta tratti di grande modernità, nella declinazione del tema identitario attraverso la valorizzazione della diversità dei territori e delle autonomie.
L'onorevole Marina Sereni, vice presidente della Camera, ha inviato ai partecipanti un saluto scritto, nel quale ha espresso la propria soddisfazione per un incontro che testimonia della fecondità del rapporto tra istituzioni di ricerca e biblioteche parlamentari. L'onorevole Sereni ha sottolineato come le due biblioteche, ormai coordinate in un'unica grande realtà culturale di rilievo nazionale e internazionale quale il Polo bibliotecario parlamentare, non siano solo centri di documentazione per gli organi parlamentari, ma anche depositi della cultura nazionale, che nel Parlamento trova una casa in cui essere custodita, tramandata e valorizzata, ed ha evidenziato come le biblioteche conservino patrimoni ricchissimi che mettono a disposizione di tutti i cittadini anche attraverso tali manifestazioni.
E' poi intervenuto Andrea Giardina che, a nome della Giunta centrale degli studi storici, di cui è presidente, ha manifestato grande compiacimento per l'iniziativa. Il professor Giardina ha poi espresso l'auspicio che si possano realizzare nuove proficue collaborazioni tra le Deputazioni, oltre che un rafforzamento dei rapporti tra quest'ultime e gli Istituti storici nazionali, creando così una rete tra enti di studio a sostegno della ricerca, della produzione culturale, della valorizzazione dei documenti e della divulgazione d'alto livello, che possa arginare il recente prevalere della logica di servizio.
L'apertura istituzionale ha lasciato spazio alla serie degli interventi degli specialisti, aperti da Alessandra Casamassima che ha illustrato i manoscritti statutari conservati presso la Biblioteca del Senato esposti per l'occasione. Casamassima ha fatto il punto su quanto, del materiale del Senato pertinente alle tre aree territoriali cui la giornata di studi è stata dedicata, sia stato già edito, in molti casi dalle stesse Deputazioni e da alcuni dei loro membri più illustri, segnalando altresì agli studiosi presenti i codici originali ancora inediti.
Gherardo Ortalli, dopo aver ricordato come le Deputazioni siano enti di pubblico interesse, connotazione che costituisce la ragione profonda della loro attenzione speciale per la statutaria, ha proposto una riflessione su risultati, problemi e progetti relativi allo studio degli statuti. Ortalli ha sottolineato come oggi le Deputazioni vivano una realtà problematica dalle fragili prospettive, specchio delle difficoltà del paese e della sua cultura e, mettendo in evidenza luci e ombre nelle esperienze degli ultimi anni, ha evidenziato, a fronte della notevole tradizione del passato, il progressivo ridursi del ruolo delle Deputazioni nell'impegno di ricerca e pubblicazione degli statuti.
Letizia Ermini Pani ha portato il saluto della Società Romana di Storia Patria, da lei presieduta. La presidente, ripercorrendo alcuni momenti fondativi della storia della Società, una delle più antiche tra le deputazioni e le società storiche, ha ricordato come sia stata la prima a riprendere nella propria denominazione, unita all'identità locale, il riferimento alla storia patria, riferimento particolarmente significativo a solo sei anni da Roma capitale.
Il dibattito è continuato con i contributi della Deputazione di storia patria per l'Umbria introdotti da Paola Monacchia, che la presiede, e che ha fatto un breve excursus sulle edizioni e le collane che la Deputazione umbra pubblica, con il dichiarato intento di mettere a disposizione degli studiosi, di varie estrazioni e di diverse competenze, testi statutari editi secondo adeguati criteri scientifici.
Maria Grazia Nico ha illustrato il progetto della collana degli Statuti comunali dell'Umbria avviata nel 2001 sotto la sua direzione e giunta nel 2014 alla pubblicazione dell'ottavo volume.La collana ha l'ambizione di porsi come collante, rispetto alle numerose e non sempre scientificamente fondate iniziative editoriali statutarie, pianificando, programmando, sottraendo le edizioni alla non specializzazione, e evitando un'altrimenti inevitabile dispersione di forze e di mezzi. La collana riprende un'antica e importante tradizione editoriale, puntando su edizioni condotte secondo comprovati criteri scientifici, che non escludono tuttavia, in taluni casi e in forme diverse, la presenza di traduzioni dei testi latini.
Attilio Bartoli Langeli ha parlato degli studi della tradizione manoscritta degli statuti, richiamando le caratteristiche peculiari della filologia statutaria e le sue ricadute sulle edizioni, e sottolineando come la straordinaria diversità delle tradizioni statutarie richieda soluzioni diverse che sappiano adattarsi alle specifiche situazioni. L'unico elemento che mai dovrebbe mancare in una edizione statutaria è, secondo Bartoli Langeli, una redazione corretta degli indici per i quali ha proposto nuove soluzioni, rispetto alle classiche liste in ordine alfabetico dei nomi di persona, di luogo e delle cose notevoli.
Dopo la pausa, i lavori sono ripresi con gli interventi della Deputazione di storia patria per le Marche, aperti dal presidente Gilberto Piccinini che ha descritto la storia della Deputazione marchigiana dalla sua fondazione nel 1890, sottolineandone i legami con la storia politica e amministrativa della Regione. Piccinini ha ricordato in particolare le presidenze di Crivellucci e Zdekauer, durante le quali la Deputazione manifestò grande attenzione nei confronti degli statuti; gli studi di Dante Cecchi; e la recente ripresa degli interessi statutari culminata nella pubblicazione dei tre volumi dedicati a Istituzioni e statuti comunali nella Marca d'Ancona.
Alberto Meriggi ha esaminato, partendo dai casi di Appignano e Treia, la storia della stampa degli statuti comunali marchigiani nel Cinquecento, che si caratterizzò per un vero e proprio fervore editoriale, un'aspirazione diffusa a revisionare e pubblicare le nuove redazioni statutarie, pur tra i molti problemi politici, organizzativi ed economici che i comuni dovettero affrontare per la realizzazione delle edizioni.
Francesco Pirani ha definito l'interesse delle Deputazione marchigiana per gli statuti un fenomeno "carsico e proteiforme", ovvero un fenomeno che emerge e riemerge in più periodi e poi si riabissa per lunghi decenni e che si declina in molte espressioni e forme diverse. Pirani ha fissato la sua attenzione in particolare su due momenti di emersione, quello compreso tra la fine dell'800 e il primo decennio del '900, e quello a cavallo tra gli anni '80 e '90 del secolo scorso, ricordandone le esperienze congressuali più significative e descrivendone le iniziative editoriali più importanti.
Un acceso e partecipato dibattito ha concluso una giornata particolarmente ricca di stimoli e sollecitazioni, che auspichiamo possa rappresentare solo il primo di una serie di incontri, per il rilancio del coordinamento dell'attività di ricerca delle Deputazioni in ambito statutario.