A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Benedetto Croce e la letteratura
1. Premessa: "un Garibaldi della critica"
2. Una nuova costruzione dell'Estetica
4. La Storia della letteratura italiana
5. Riferimenti e approfondimenti bibliografici
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1. Premessa: "un Garibaldi della critica" (cfr. Contributo alla critica di me stesso. p. 33)
Così l'allora direttore soprintendente dell'Archivio Storico di Napoli - Bartolommeo Capasso - si rivolgeva scherzosamente ad un giovane Benedetto Croce frequentatore di quell'Archivio all'indomani dell'acceso dibattito suscitato dal volumetto La Critica letteraria, questioni teoriche (del 1894 in: B. Croce, Primi saggi, pp. 73-168), nel quale, tra le altre cose, Benedetto Croce lamenta sostanzialmente la "trascuranza dei problemi teorici" (ivi, p. 158).
Chiunque si sia occupato di letteratura, estetica e critica letteraria a qualsiasi titolo nel Novecento, in Italia ma anche all'estero, si è trovato di fronte ad un certo punto la figura di Benedetto Croce, in qualità di critico, di storico (un aspetto che verrà affrontato in questa stessa rubrica) o di filosofo (il Breviario di estetica, ad esempio, è stato per qualche decennio parte del programma dei licei; si veda, in questa stessa rubrica, Il pensiero filosofico di Benedetto Croce, n. 9 n. s., giugno 2012): ripercorreremo qui brevemente le tappe del rapporto che Croce ebbe con l'arte e con la poesia in particolare, rapporto che attraversa l'intera sua vita.
2. Una nuova costruzione dell'Estetica
Proprio all'elaborazione ed alla definizione di una nuova Estetica Benedetto Croce dedica gran parte della sua esistenza, a partire dalle Tesi fondamentali di un'estetica come scienza dell'espressione e linguistica generale del 1900: Croce "[...] sgombra via generi letterarii, divisioni delle arti, modificazioni del bello [...], e mette fine all'altro ingenuo dualismo estetico identificando l'intuizione con l'espressione estetica e col linguaggio in universale"(Problemi estetici, Quaderni della "Critica" diretti da B. Croce, settembre 1951, n. 19-20, pag. 24, in cui, tra l'altro, l'autore ripercorre le tappe del suo pensiero sull'Estetica).
Le Tesi erano un abbozzo della parte teorica dell'Estetica crociana: le ritroviamo infatti nel primo volume dell'Estetica come scienza dell'espressione e linguistica generale (1902), accompagnato dal secondo volume contenente la prevista ricostruzione storica. Benedetto Croce si inserisce idealmente nel solco aperto da Giambattista Vico, "[...] Il rivoluzionario che, mettendo in disparte il concetto del verisimile e intendendo in modo nuovo la fantasia, penetrò l'indole vera della poesia e dell'arte [...]", (ivi, p. 228), per arrivare a De Sanctis, che, sebbene "[...] manchevole nell'analisi, nell'ordine, nel sistema, impreciso nelle definizioni. [...]", rappresenta comunque un "[...] Pensiero vivo, che si rivolge ad uomini vivi, pronti ad elaborarlo e continuarlo." (ivi, p. 392).
L'influenza dell'estetica crociana varca i confini italiani: le quattro lezioni che compongono il Breviario di estetica furono scritte nel 1912, in occasione dell'inaugurazione del Rice Institute dell'Università di Houston (Texas) e l'Aesthetica in nuce, del 1928, è una voce per la XIV edizione dell'Enciclopedia Britannica. Si riconoscono suoi "discepoli", tra gli altri, Karl Vossler e Robin George Colingwood.
La poesia e l'arte in generale, sono per Croce: "[...] «contemplazione del sentimento» o «intuizione lirica», o (che è lo stesso), «intuizione pura», in quanto è pura di ogni riferimento storico e critico alla realtà o irrealtà delle immagini di cui si tesse, e coglie il puro palpito della vita nella sua idealità." (Aesthetica in nuce, in Benedetto Croce, Filosofia, poesia, storia. Pagine tratte da tutte le opere a cura dell'autore, p. 196).
Definito lo spazio teorico in cui muoversi, Benedetto Croce - è lui stesso a ricostruire questa progressione nel Contributo alla critica di me stesso, cit., pp. 43 e seguenti - sente la necessità di "attuare" il programma attraverso la pubblicazione in primo luogo di La Critica, rivista di storia, letteratura e filosofia, insieme a Giovanni Gentile. La rivista, disponibile interamente online grazie ad un progetto di Sapienza Università di Roma (Open Journals Sapienza, parte del progetto PADIS - si veda a questo proposito MinervaWeb n. 3, n. s. giugno 2011), Fondazione Biblioteca Benedetto Croce e Istituto Italiano di Studi Storici e realizzato dalla CSI Biblioteca di Filosofia all'indirizzo http://ojs.uniroma1.it/index.php/lacritica/index, intende offrire un "[...] ragguaglio critico, e come una scelta, dei libri, che si vanno pubblicando, d'interesse generale. [...]" insieme alla raccolta di "[...] articoli, note, contributi, documenti, [...] convergenti [...]" allo scopo "[...] preparare il materiale e tentare un primo schema della storia della produzione letteraria e scientifica italiana dell'ultimo mezzo secolo. [...]". (Introduzione, La Critica, vol. 1, 1903, pagine 1 e 4).
Quindi un punto di osservazione sulla letteratura - scientifica, filosofica, ecc. - mondiale dell'epoca, insieme ad una rassegna storica della vita intellettuale italiana dell'ultimo cinquantennio, quella, per intenderci, relativa alla formazione della cosiddetta "nuova Italia": Croce si sarebbe occupato della parte letteraria, mentre Gentile della parte più prettamente filosofica. Nel 1923, com'è noto, cessa la collaborazione con Giovanni Gentile, ma la rivista verrà pubblicata fino al 1944 in quattro serie.
Nella prima serie Croce, tra le altre cose, scrive le 50 "Note sulla letteratura italiana nella seconda metà del secolo XIX", saggi monografici che mettono in pratica la teoria già illustrata nell'Estetica dell'impossibilità di rappresentare una storia letteraria organica, in quanto "[...] l'arte è intuizione, e l'intuizione è individualità, e l'individualità non si ripete. Sarebbe perciò affatto erroneo il porre la storia della produzione artistica del genere umano su una sola linea progressiva e regressiva. [...]" (B. Croce, Estetica come scienza dell'espressione e linguistica generale, cit., p. 137).
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale Benedetto Croce scriverà: "Da quando [...] si accese la guerra europea, [...] - noi, per nostra parte, determinammo di ben raccogliere le nostre forze per proseguire, con mente serena nell'animo turbato, i nostri studii e lavori", anche in considerazione del fatto che "[...]sopra il dovere stesso verso la Patria, c'è il dovere verso la Verità, che comprende in sé e giustifica l'altro [...]" (B. Croce, Intorno a questa rivista, La Critica, vol. 13, 1915, p. 318). "D'altro canto," continua Croce "procacciarsi viva coscienza dello svolgimento del pensiero storico d'Italia, per tanti legami congiunto col suo pensiero politico, dagli albori del risorgimento fino alle condizioni presenti; o esatta conoscenza delle tendenze di cultura nelle varie regioni d'Italia durante gli ultimi cinquant'anni; non sono anch'esse «utilità» patriottiche? [...]" (ivi, pag. 320).
Proprio nel 1915, con il volume XIII, inizia la seconda serie della rivista, che riserverà larga parte alle problematiche inerenti la storia: dalla storia della storiografia curata dallo stesso Croce alle note di storia della filosofia di Gentile. Sul fronte letterario, il Croce si propone di condurre a compimento l'illustrazione della vita e dell'opera letteraria di Francesco De Sanctis, anche attraverso la pubblicazione di documenti inediti, quali ad esempio i corsi di lezione tenuti a Napoli tra il 1839 e il 1848.
Il solo Croce, che all'indomani del delitto Matteotti ruppe definitivamente col fascismo e con Giovanni Gentile, si occuperà, insieme ad una ormai ristretta cerchia di studiosi, della terza serie della rivista, che nel 1925 ospita, nella sezione Varietà, i "Documenti della presente vita italiana", laconicamente introdotti come "[...] documenti, che appartengono alla storia della cultura italiana nelle sue relazioni con la vita politica " (nota a Documenti della presente vita italiana, La Critica, vol. 23, 1925, p. 310) ed inaugurati da quello che è passato alla storia come il Manifesto degli intellettuali antifascisti (ibidem), pubblicato il primo maggio 1925 sul quotidiano Il Mondo di Giovanni Amendola in prima pagina sotto il titolo Una risposta di scrittori, professori e pubblicisti italiani al manifesto degl'intellettuali fascisti, e, nella rivista del Croce, come La protesta contro il «Manifesto degli intellettuali fascistici». La rubrica cessa nello stesso anno, e dal 1926 si pubblica la terza serie, in cui si snodano, tra le altre cose, gli studi sulla poesia e sulla letteratura italiana dalle origini all'ottocento, ma non solo: "[...] La Critica [...] ebbe nuovo stimolo e nuova ragion di vita nella opposizione che prese ad esercitare contro il fascismo: ad esercitarla indirettamente con le sue rubriche di storia civile e letteraria, le quali erano percorse e avvivate da quella opposizione e dalla nuova onda di affetto per la perduta libertà, e direttamente con le sue recensioni e postille e varietà; [...]" (B. Croce, Proemio alla Critica del 1944, La Critica, vol. 42, 1944, p. 4). Negli anni della guerra, inoltre, la quarta ed ultima serie continua l'indagine sulla poesia di tutti i tempi e di tutti i luoghi, ritornando spesso sulle questioni teoriche.
Si chiude con il volume del 1944 l'esperienza della rivista, che dopo i venti anni di opposizione, non trova più la sua ragion d'essere, anche a fronte delle difficoltà materiali di distribuzione nel paese non ancora liberato. L'interruzione dura però poco: già nel 1945 escono i Quaderni della "Critica", che saranno pubblicati fino alla morte dell'autore: vi troviamo ancora diverse note e saggi soprattutto sulla letteratura straniera.
4. La Storia della letteratura italiana
Come accennato sopra, Benedetto Croce concepisce una «Storia della letteratura italiana» solo come raccolta di saggi, o monografie, su determinati autori: "Di un'opera così intitolata mi si suol fare da più parte cortese richiesta; [...]. La «Storia della letteratura italiana», quale per mio conto io l'intendo e come solamente posso venirla fornendo, è l'indagine, la discussione e lo schiarimento di quei punti, di quegli autori e opere, della nostra letteratura, che reputo finora non abbastanza, a mio senso, schiariti [...]" (Poesia popolare e poesia d'arte. Studi sulla poesia italiana dal tre al cinquecento, pag. IX).
Di fatto la sua produzione critica spazia dagli autori latini fino ai suoi contemporanei, con incursioni nella letteratura europea, soprattutto tedesca (Goethe, ma anche Mann), francese (da Molière a Baudelaire) e inglese (Shakespeare in primo luogo), senza mai prescindere dalla critica, sia precedente che contemporanea, ma sempre ritornando ai testi: "[...] Uff! Si mandi alla malora per un momento tutto questo filologismo e si rilegga semplicemente la poesia di cui si discorre, unico mezzo che si sia mai trovato, unico che esista per sciogliere gli enigmi della poesia.[...]" (B. Croce, Baudelaire: II. «Don Juan aux Enfers», in Poesia antica e moderna. Interpretazioni, pag. 409).
La successiva critica e storiografia letteraria italiana non potrà non confrontarsi con questi studi, che per alcuni autori rappresentano il solo punto di riferimento: uno fra tutti Walter Binni, che così conclude il suo saggio su Benedetto Croce ne La letteratura italiana. I critici. Per la storia della filologia e della critica moderna in Italia: "[...] E ci pare significativo il fatto che proprio da parte di molti risoluti avversari del Croce, anche di recente, sia stato espresso il riconoscimento non solo dell'importanza storica del pensatore, del metodologo, del critico, ma del valore del suo esempio e del suo stimolo di organicità, di coerenza, di coraggiosa autocritica, di profonda chiarezza e serietà razionale, intellettuale e morale. " (W. Binni, Croce e il crocianesimo nella critica letteraria del Novecento, pag. 2238)
5. Riferimenti e approfondimenti bibliografici
In considerazione dell'elevato numero delle pubblicazioni di e su Benedetto Croce critico e teorico della letteratura proporremo un elenco delle opere più significative.
Per una conoscenza completa delle opere presenti nelle collezioni della Biblioteca e per ulteriori approfondimenti si invitano, pertanto, i lettori alla consultazione del catalogo del Polo bibliotecario parlamentare, del catalogo storico della Biblioteca del Senato e delle banche dati bibliografiche consultabili dalle postazioni pubbliche della Biblioteca.