A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
La Biblioteca Universitaria Alessandrina
All'indomani dell'unità d'Italia le biblioteche situate nelle città sedi di importanti atenei (tra le altre, Torino, Genova, Napoli, Sassari, Pisa) vennero avocate allo Stato, assumendo la denominazione di biblioteche pubbliche statali "universitarie": dal 1975 vengono poste sotto l'amministrazione del neonato Ministero per i beni culturali. Con il parallelo sviluppo delle università di massa negli anni Settanta, le stesse si sono dotate di diverse biblioteche (per un approfondimento di questa tematica, si può far riferimento al volume di Paolo Traniello, Storia delle biblioteche in Italia, 2° ed. Bologna, Il Mulino 2014, pp. 187-189): all'interno della Città Universitaria di Roma che ospita le strutture amministrative e diverse facoltà della Sapienza, si trovano dunque oggi a convivere la biblioteca universitaria Alessandrina e le biblioteche del Sistema bibliotecario di Ateneo (si veda, in questa stessa rubrica, l'articolo dedicato al sistema bibliotecario della Sapienza nel n. 3, nuova serie, del giugno 2011), con differenti modalità di gestione ed erogazione dei servizi.
Nel decreto legislativo di attuazione della legge n. 59/1997 (Bassanini) n. 112 del 31 marzo 1988 è prevista, all'art. 151, la possibilità per le Università di chiedere il trasferimento delle biblioteche ad esse collegate: ad oggi, la sola biblioteca universitaria di Bologna è passata alla gestione dell'Ateneo.
La Biblioteca Universitaria Alessandrina è dunque una delle 9 biblioteche pubbliche statali presenti a Roma (si vedano, in questa stessa rubrica, gli articoli pubblicati nei numeri: 18 e 19/2008, 26/2009, 28/2010, 8 n.s./2012 e 17 n.s./2013 di Minervaweb).
Istituita da Papa Alessandro VII, Fabio Chigi, nel 1667 come biblioteca dello Studium Urbis nel palazzo della Sapienza, sede appunto dell'Università di Roma, annoverava tra le altre collezioni la «libraria impressa» dell'ultimo duca di Urbino, Francesco Maria II Della Rovere: fondamentale, per la costituzione della biblioteca, fu l'apporto del Collegio degli Avvocati concistoriali, che gestiva il Rettorato dello Studium Urbis (si veda a questo proposito l'articolo di G. Rita, Dai fasti dell'età barocca alla cultura on line. La Biblioteca universitaria alessandrina di Roma, in: Annali di Storia delle Università italiane, vol. 8, 2004).
Punto di riferimento della cultura romana, dal 1715, per volere del Papa Clemente XI, la biblioteca ha conservato le opere stampate dalla tipografia universitaria fatta installare dallo stesso Papa in Sapienza, e nel 1815 Pio VII attribuì alla biblioteca il diritto dell'esemplare d'obbligo, disponendo quindi che tutte le tipografie dello Stato pontificio dovessero consegnarle una copia di ogni loro pubblicazione.
Con la presa di Roma nel 1870, fu emanato da Alfonso La Marmora, luogotenente generale del re, un "regolamento provvisorio" per "la Biblioteca Alessandrina della Regia Università di Roma", rimasto in vigore fino al 1876, anno in cui fu pubblicato, con il regio decreto del 20 gennaio 1876, n. 2974, il "Regolamento organico delle biblioteche governative del regno", che regolava le funzioni e l'organizzazione della biblioteca Alessandrina nell'ambito di un ordinamento generale delle biblioteche italiane.
Trasferita all'interno della nuova Città Universitaria, inaugurata nel 1935, la biblioteca Alessandrina fu collocata nello stesso edificio del Rettorato: l'ampiezza degli spazi a disposizione favorì l'incremento del suo patrimonio nel quale confluirono i fondi librari delle facoltà di Giurisprudenza, Lettere e Filosofia e Scienze Politiche. Dagli anni novanta la biblioteca ha avviato un processo di modernizzazione delle metodologie dell'informazione.
La biblioteca dipende, dal 1975, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Il patrimonio della biblioteca, a prevalente specializzazione umanistica, comprende, come accennato sopra, prestigiose collezioni storiche e interessanti e pressoché esaustive testimonianze sull'editoria e tipografia romana otto-novecentesca.
Esso consiste in 452 manoscritti e numerosi autografi e carteggi; circa un milione di volumi ed opuscoli a stampa, tra cui 674 incunaboli, 15.000 edizioni del XVI secolo, periodici, giornali, disegni, incisioni, fotografie, manifesti e fogli volanti, carte geografiche, materiali multimediali.
I cataloghi sono consultabili on-line e/o digitalizzati, permangono su supporto cartaceo i soli cataloghi dei manoscritti, degli incunaboli e quello per soggetti (fino al 1990).
La biblioteca mette inoltre a disposizione le sue collezioni digitali sia tramite il portale DigitALE sia sul sito Internet Culturale (a cura della Direzione generale per le biblioteche, gli istituti culturali e il diritto d'autore del Ministero per i beni e le attività culturali).
La biblioteca Universitaria Alessandrina fornisce ai propri utenti diversi servizi, anche da remoto: informazioni bibliografiche, prestito locale e interbibliotecario, riproduzioni, accesso alla biblioteca digitale dell'Università di Roma La Sapienza (BIDS). Nella sala multimediale è inoltre disponibile una postazione dedicata al servizio "Libro Parlato Lions", completamente gratuito e rivolto a non vedenti, ipovedenti e dislessici.
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