A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Archivi e biblioteche 2014-2019: tutela e servizi. Roma, 21 maggio 2019
"La situazione precaria degli archivi e delle biblioteche", insieme alla crisi in cui versa l'insegnamento della storia in Italia, è stata additata come fattore di rischio per la "vita culturale e civile del nostro Paese" nel recente appello La storia è un bene comune, salviamola, lanciato nella primavera di quest'anno da Andrea Camilleri, Andrea Giardina, dalla senatrice Liliana Segre e sottoscritto da numerosi cittadini e associazioni. E proprio da questa considerazione ha preso il via il dibattito che si è svolto il 21 maggio scorso presso la sede dell'Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, istituto di studi, ricerche e formazione fondato dal sen. Giulio Carlo Argan, nell'ambito di un incontro pubblico su "Archivi e biblioteche 2014-2019: tutela e servizi".
In vista di un prossimo convegno dedicato alle riforme e alle trasformazioni del Ministero per i beni culturali, che l'Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli intende promuovere in autunno, sono stati invitati a parlare esponenti del mondo delle biblioteche e degli archivi per iniziare a riflettere sullo stato attuale degli istituti di conservazione e fruizione del patrimonio culturale nell'ultimo quinquennio, anche in riferimento agli esiti della c.d. Riforma Franceschini, datata appunto 2014 (DPCM 29 agosto 2014, n. 171 di organizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo), e alle più recenti proposte per una nuova riorganizzazione ministeriale, elaborata da una Commissione di studio per il riordino dell'organizzazione del MiBAC (istituita con DM 31 gennaio 2019, n. 33) che a inizio aprile ha presentato il risultato della propria attività.
Dai molti interventi in programma nel denso pomeriggio, che ha visto confrontarsi i rappresentanti delle principali istituzioni e associazioni professionali di settore (tra cui le presidenti nazionali di AIB - Associazione italiana biblioteche e ANAI - Associazione nazionale archivisti italiani, Rosa Maiello e Michela Procaccia), sono emerse criticità comuni: prima tra tutte, la questione del personale ministeriale, che nonostante alcuni recenti concorsi registra un notevole sotto-organico anche nelle sedi dirigenziali, e che si è fatta particolarmente sentire quando si è dovuta gestire l'emergenza terremoti nel centro Italia, a causa degli sforzi eccezionali necessari alla tutela del patrimonio. In secondo luogo, si è discussa la tendenza all'accorpamento (di sedi dirigenziali, di archivi e sovrintendenze archivistiche, di compiti e funzioni), che presenta il rischio di sovraccaricare alcuni uffici rallentandone l'efficacia, laddove forse una mirata politica di assunzioni basterebbe ad eliminarne la necessità.
È stato invece salutato con un certo favore il nuovissimo Regolamento ministeriale concernente la procedura per la formazione degli elenchi nazionali di professionisti dei beni culturali (DM 20 maggio 2019, n. 244), la cui firma da parte del ministro Alberto Bonisoli è stata comunicata dal MiBAC il giorno stesso in cui si è svolto l'incontro presso l'Associazione Bianchi Bandinelli: un atto che si attendeva da tempo, un passo importante verso il riconoscimento dei profili professionali e la migliore applicazione in Italia degli standard previsti dal Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF). Tra le professioni interessate, insieme ad archeologi, storici dell'arte, antropologi, esperti di diagnostica e di scienze e tecnologia applicate ai beni culturali, rientrano appunto archivisti e bibliotecari. Gli elenchi saranno istituiti presso il MiBAC, sulla base di bandi permanenti per l'iscrizione, da pubblicare entro la fine di agosto 2019, per individuare i professionisti competenti ad eseguire interventi sui beni culturali.
Si è fatto inoltre riferimento a un insieme di proposte di legge in corso di esame presso la Camera dei deputati, variamente finalizzate a promozione e sostegno di lettura ed editoria, anche con riferimento all'innovazione tecnologica editoriale, e al ruolo delle scuole nel mondo dell'editoria e delle biblioteche (C.478 Piccoli Nardelli, C.1410 Belotti, C.1516 Mollicone, C.1614 Frassinetti e C.1686 Casciello): nel corso delle audizioni, anche rappresentanti della comunità bibliotecaria sono stati coinvolti per esprimere pareri e posizioni della categoria di riferimento.
Tra i molti temi affrontati, la necessità di aprirsi al dialogo tra le professioni dei beni culturali, promuovendo reti e una visione d'insieme sul panorama degli archivi e delle biblioteche italiane (Rosa Maiello), l'esigenza di rilancio di un grande progetto culturale che possa enfatizzare il carattere nazionale e policentrico del patrimonio culturale italiano (così Claudio Leombroni, direttore Istituto Beni artistici culturali e naturali Emilia Romagna), l'auspicio di una politica per le biblioteche anche in riferimento alla promozione dei servizi bibliografici nazionali (Luca Bellingeri, Direttore della Biblioteca nazionale centrale di Firenze). In particolare sul digitale si sono concentrati Stefano Vitali (Direttore Istituto Centrale per gli Archivi) e Simonetta Buttò (Direttore Istituto per il catalogo unico e le informazioni bibliografiche) facendo convergere i rispettivi punti di vista nell'auspicio di una politica del digitale (e dei relativi investimenti) che tenga conto non solo delle evoluzioni tecnologiche ma anche delle architetture informative, del problema della conservazione a lungo termine, puntando ancora di più sull'offerta di servizi all'utenza. In quest'ottica, il Servizio bibliotecario nazionale e il portale InternetCulturale potrebbero essere veri luoghi di attuazione di politiche culturali, dando voce in modo più energico al lavoro di tutte le istituzioni che li alimentano e consentendo a tutti i cittadini di percepire la ricchezza in essi contenuta.