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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Venti anni di apertura al pubblico della Biblioteca del Senato
n. 74 (Nuova Serie), novembre 2023

Le memorie di un antiquario / Augusto Jandolo

Sul sito internet istituzionale, nella pagina Scaffale della memoria che ospita la digitalizzazione di opere presenti nelle collezioni della Biblioteca del Senato e non più coperte da diritto d'autore, pubblichiamo questo mese uno spaccato della vita culturale romana a cavallo tra XIX e XX secolo, attraverso le memorie dell'antiquario Augusto Jandolo, apparse a stampa negli anni Trenta del secolo scorso; il volume che le raccoglie sarà reso disponibile online anche tramite il progetto dell'organizzazione di volontariato Liber Liber per la creazione di una biblioteca telematica gratuita accessibile in rete. Del libro e del progetto ci parla qui la dott.ssa Claudia Pantanetti, membro dell'associazione di promozione sociale Libera Biblioteca PG Terzi e volontaria in Liber Liber: la ringraziamo.

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Con Le memorie di un antiquario, chiaro scopo dell'autore Augusto Jandolo (Roma, 1873-1952) non era raccontare di sé stesso, ma di far conoscere e di perpetuare la memoria di tutto ciò che nei 'suoi' anni rendeva la città uno stupendo scenario per le attività culturali, per la vita degli artisti e del gran mondo che la frequentavano. Roma era una città nella quale coesistevano la passione sfrenata per le feste accanto alla fatica di vivere, la grandiosità dell'aristocrazia e dei potenti finanzieri accanto al popolo minuto sempre attento al soldo, e che attraversava allora uno dei periodi più significativi della sua storia, la transizione da capitale dello Stato della Chiesa a capitale d'Italia.

Jandolo riuscì a conciliare nel modo migliore l'attività di antiquario, figlio e nipote d'arte, la passione di poeta e scrittore, l'amore per il teatro e il cinema; fu vivacissimo animatore culturale e collaborò con riviste e quotidiani.

L'opera Le memorie di un antiquario,di gradevolissima lettura e ricca di un interessante apparato iconografico, fu edita nel 1935, ma ebbe una seconda più ricca edizione nel 1938, ed è quella che qui si presenta.

Nella prefazione, Jandolo dichiara:

Se un antiquario si mette a scrivere la propria vita, e non vuol fare, come si dice, un mattone, non può scrivere che un libro, in massima parte aneddotico. [Egli] ha ragione di supporre che il pubblico possa interessarsi alle sue vicende e alle sue creature purché queste vicende sieno [sic] esposte con sincerità e con garbo, e le creature balzino piuttosto vive dalle pagine del libro che ha scritto.

Di 'creature' che in queste pagine balzino vive agli occhi con le loro storie ce ne sono proprio tante. Viene raccontato il mondo antiquario, allora interessato soprattutto ai reperti archeologici; mondo di cui facevano parte i grandi collezionisti italiani e stranieri, i frequentatori del suo studio - vera e propria Wunderkammer [in via Margutta 51, qui rappresentata in una foto tratta da p. 119 del volume digitalizzato, ndr] -, gli amici, gli studiosi: Anatole France, che lo chiamava suo confrère, avendo saputo che anche Jandolo aveva scritto 'qualcosa'; Émile Zola, di cui Jandolo era grande ammiratore ma che definì non molto competente ma dotato di gusto; Theodor Mommsen, che secondo Jandolo era brutto e anche un po' maleducato; Ludwig Pollak, con il quale fin dal primo incontro nel 1893 nacque una profonda amicizia; John Pierpont Morgan, suo fedele cliente, conosciuto nel 1883 all'asta dei beni del famoso collezionista e orafo Alessandro Castellani. E poi gli artisti come Vincenzo Gemito, Onorato Carlandi, Pio Joris, Mariano Fortuny, Antonio Mancini, Alfred Wilhelm Strohl, Enrico Coleman

È inevitabile l'accostamento ai preziosi acquerelli di Ettore Roesler Franz, che ritraggono la Roma di fine '800; ma in questi è narrata una Roma popolare, dei vicoli, degli operai al lavoro, delle lavandaie, degli edifici monumentali, una città all'aria aperta. Nelle memorie di Jandolo è dipinta una città intima, colta, vissuta spesso nei caffè, negli studi di pittura, nei gabinetti dei musei e delle gallerie, nelle chiacchiere e nelle feste tra amici.

L'idea della collaborazione su questo testo tra la Biblioteca del Senato della Repubblica- alla quale sono molto grata - e Liber Liber, che qui rappresento, è nata proprio dal termine 'memoria'. Liber Liber è una organizzazione di volontariato che da quasi trent'anni nel suo sito rende accessibile gratuitamente una biblioteca digitale, applicando alla cultura umanistica e scientifica le migliori tecnologie informatiche. Le opere, ormai più di 4.000, frutto del lavoro di decine di volontarie e volontari, sono libere dal diritto d'autore e quindi, inevitabilmente, costituiscono la memoria del lavoro di notevoli autrici e autori. Sono spesso scritti preziosissimi, che, ormai raramente ripubblicati, resterebbero chiusi negli scaffali delle biblioteche di conservazione. Liber Liber ha anche una sezione musicale, una di audiolibri ed è attiva con numerose altre iniziative.

Leggi e scarica la pubblicazione su Internet Archive o scarica qui il pdf

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Dal sito della biblioteca:

- Scaffale della memoria [raccolta delle pubblicazioni antiche o rare digitalizzate e disponibili per il download]

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