A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Il Premio Nobel Grazia Deledda negli Atti parlamentari italiani
L'idea dello "Speciale" di quest'anno nasce da una doppia circostanza: la ricorrenza, che si è celebrata nello scorso mese di ottobre, dei 150 anni dalla nascita di Grazia Deledda, la prima donna italiana che ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura, e l'annuncio, nello stesso mese, dell'assegnazione del Nobel per la Fisica a un altro connazionale, Giorgio Parisi. Entrambi, a quasi un secolo di distanza l'una dall'altro e in modi diversi, 'entrano' negli Atti parlamentari: salutata da discorsi parlamentari la prima per omaggiarla dopo il suo importante riconoscimento pubblico; ospitato nelle aule legislative il secondo, per ascoltarne le parole. Questa considerazione ci incoraggia a recuperare, negli Atti parlamentari del Regno e della Repubblica italiana, le tracce della presenza di alcuni italiani illustri insigniti del Nobel, anche se non sono stati essi stessi senatori (come invece altri premiati a cui "MinervaWeb" ha già dedicato degli approfondimenti nel corso degli anni: Eugenio Montale, Rita Levi Montalcini, Giosue Carducci, rispettivamente nei numeri di ottobre 2012, giugno e agosto 2015). Confidiamo che queste pur brevi incursioni nella documentazione parlamentare, sempre più accessibile in internet anche per periodi molto indietro nel tempo, possano contribuire a promuoverla quale straordinaria fonte per la ricerca storica.
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1. I discorsi per l'assegnazione del Premio Nobel
2. Proposte di legge e interventi parlamentari sulla figura di Grazia Deledda
4. Riferimenti e approfondimenti bibliografici
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1. I discorsi per l'assegnazione del Premio Nobel
Negli ultimi mesi dell'anno appena trascorso si sono festeggiati i 150 anni trascorsi dalla nascita di Grazia Deledda, che vide la luce a Nuoro il 28 settembre 1871; a lei è stato dedicato in Senato, presso la Sala Capitolare annessa alla Biblioteca "Giovanni Spadolini", il convegno "Grazia Deledda, la donna che non mise limiti alle donne", introdotto dalla presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati (il cui discorso è consultabile sul sito istituzionale) e che ha accolto importanti interventi istituzionali: hanno parlato - tra gli altri - il Ministro della Cultura Dario Franceschini, il sen. Gianni Marilotti, Presidente della Commissione per la Biblioteca e l'Archivio storico del Senato, il Presidente della Regione Sardegna Christian Solinas (anche senatore per la legislatura in corso) e Costantino Tidu, Amministratore straordinario della Provincia di Nuoro (sul canale YouTube del Senato, nonché sul sito di Radio Radicale, si trova il video della giornata). Anche presso la Camera dei deputati - il cui presidente Roberto Fico aveva partecipato il 10 dicembre scorso alla cerimonia dedicata alla scrittrice a Cagliari nell'Aula del Consiglio regionale della Sardegna - si è svolto, il 14 gennaio di quest'anno, il convegno "Il rimedio è in noi. Cuore bisogna avere, null'altro... Grazia Deledda a 150 anni dalla nascita", trasmesso sulla WebTV.
Cade invece nel 2022 un altro anniversario legato alla Deledda, quello dei 95 anni dalla cerimonia di assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura, che le fu conferito a Stoccolma il 10 dicembre 1927, benché nominalmente il premio si riferisse all'anno 1926 (quando, però, non fu assegnato a nessuno). L'assegnazione era lungamente attesa, sia per la notevole fama della scrittrice, che aveva conseguito un successo di pubblico e riscosso dalla critica opinioni non unanimi ma spesso altamente favorevoli, sia per le numerose candidature (reiterate per anni, a partire dal 1923) con cui era stata supportata da una folta schiera di personaggi illustri, italiani (come il sen. Ferdinando Martini, membro dell'Accademia d'Italia) e stranieri (come David H. Lawrence). Ad accrescere lo scalpore, risaltava la circostanza che si trattasse della prima donna non svedese premiata dall'Accademia di Stoccolma in ambito letterario, dopo il Nobel a Selma Lagerlöf nel 1909.
La motivazione del premio loda «la sua opera, ispirata da grande idealismo, che con chiarezza plastica ha rappresentato la vita sull'isola nativa e con profondità e calore ha trattato dei problemi universali dell'uomo». Il prof. Henrik Schück, nel pronunciare il discorso di premiazione, si sofferma sulle origini isolane della scrittrice, nata e vissuta in una cittadina «isolata dal resto del mondo», in un ambiente caratterizzato da «selvaggia bellezza, [...] grandezza primitiva, [...] biblica semplicità», e in un tempo in cui «si pensava che le donne dovessero dedicarsi unicamente alle faccende domestiche». Per questo motivo era stata malvista a Nuoro la pubblicazione, sulla rivista romana "L'ultima moda" dell'editore Edoardo Perino, del racconto Sangue sardo, apparso nel 1888 ma scritto da una Deledda appena tredicenne, priva di un'educazione superiore e tuttavia presto «riconosciuta come una delle migliori scrittrici italiane». A lei, che il relatore collega a un movimento letterario 'regionalista', viene attribuita «una grande scoperta - la scoperta della Sardegna»: una terra dalla «natura meravigliosamente viva», descritta con «vividi colori» e «in perfetta armonia con la vita psicologica dei [...] personaggi». (Alloro di Svezia 2007, pp. 80-82)
La stessa Deledda, nel breve ringraziamento - non un vero e proprio discorso - pronunciato al ritiro del premio (ne è rimasto un estratto audio ascoltabile grazie alle Teche RAI, mentre il testo integrale si trova in numerose pubblicazioni e pagine web) attribuiva alla Sardegna la fonte della sua ispirazione:
Ho vissuto coi venti, coi boschi, colle montagne. Ho guardato per giorni, mesi ed anni il lento svolgersi delle nuvole sul cielo sardo. Ho mille e mille volte poggiato la testa ai tronchi degli alberi, alle pietre, alle rocce per ascoltare la voce delle foglie, ciò che dicevano gli uccelli, ciò che raccontava l'acqua corrente. Ho visto l'alba e il tramonto, il sorgere della luna nell'immensa solitudine delle montagne, ho ascoltato i canti, le musiche tradizionali e le fiabe e i discorsi del popolo. E così si è formata la mia arte, come una canzone, o un motivo che sgorga spontaneo dalle labbra di un poeta primitivo.
In un certo senso, proprio dalla sua terra, che pure non ne aveva incoraggiato gli esordi letterari, arrivano le prime congratulazioni istituzionali, anche precedenti la cerimonia a Stoccolma; già da inizio dicembre, infatti, era stata diffusa la notizia dell'importante riconoscimento, che le era stato comunicato dall'Accademia svedese con una lettera dell'11 novembre. È appunto un parlamentare sardo, l'on. Carlo Sanna (attivo solo in quella XXVII legislatura del Regno d'Italia), a portare ad esempio la scrittrice - ormai ultracinquantenne - quale rappresentante di un'isola che può degnamente concorrere alla grandezza dell'Italia tutta. Così l'on. Sanna sottolinea questo concetto pronunciando alla Camera il discorso per il Conferimento del premio Nobel a Grazia Deledda, nella seduta del 1 dicembre 1927:
Onorevoli colleghi, in nome della Sardegna, della Deputazione sarda e anche per sentimento personale di amicizia, mi è grata l'occasione di inviare da questa Camera il saluto di ammirazione schietta e profonda alla insigne scrittrice Grazia Deledda, che, conquistando teste il premio Nobel per la letteratura, ha ampliato per ogni terra il significato del suo nome e della sua opera.
Grazia Deledda, nata nell'eroica isola, porta nel cuore fiorente di umanità e nell'animo alto, ricco di umiltà orgogliosa e onorata, tutta l'impronta cavalleresca e fiera della sua razza e della sua origine.
Vera "figlia d'arte", nei suoi libri tradotti in molte lingue, letti ed ammirati per il fascino di umana verità e la bellezza vigorosa del sentimento che da essi emana, Grazia Deledda è l'interprete del cuore e delle passioni dei sardi, è l'espressione del loro carattere e della loro virtù.
La Sardegna è fiera, oggi che una sua figlia occupa il primo posto nella letteratura mondiale, di potere aggiungere ai tanti documenti della sua gloria anche l'orgoglio di aver dato alla Patria una grande scrittrice.
In un periodo così importante per la vita nazionale noi siamo lieti che l'Italia immortale si ammanti di glorie nuove, ovunque ve ne siano da conquistare.
A Grazia Deledda, propagatrice di italianità nel mondo, alla nostra sublime connazionale, simbolo dell'egemonia spirituale della Patria, giunga l'omaggio dei rappresentanti della Nazione, auspicatrice per il genio dei suoi figli di maggiore grandezza e potenza.
Invito l'onorevole Presidente a volersi rendere interprete del nostro sentimento, facendo giungere alla grande scrittrice gli auguri e le felicitazioni del Parlamento nazionale. (Vivi applausi).
(Camera dei deputati del Regno. Assemblea. Seduta n. 201, 1927, pp. 7991-7992)
Il Presidente dell'Assemblea, l'on. Antonio Casertano, si associa «a nome della Camera» e promette di rendersi «interprete dei nobili sentimenti espressi [...] verso la insigne scrittrice». (Atti parlamentari. Camera dei deputati del Regno.Assemblea, p. 7992)
Grazia Deledda risponde a stretto giro facendo pervenire un proprio comunicato, in cui si dichiara «sinceramente orgogliosa e felice» e ringrazia promettendo «di concorrere con l'opera e con l'azione alla grandezza della nostra giovane Italia»; queste sue parole sono riportate - sempre dal presidente Casertano - già nella seduta della Camera dei deputati dell'indomani, 2 dicembre 1927. (Camera dei deputati del Regno. Assemblea. Seduta n. 202, 1927, pp. 8032-8033)
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2. Proposte di legge e interventi parlamentari sulla figura di Grazia Deledda
Anche nel periodo repubblicano il nome della scrittrice sarda torna negli Atti parlamentari, persino in un disegno di legge: il 19 novembre 1952, su iniziativa dell'on. Salvatore Mannironi, si propone che lo Stato si assuma le spese connesse alla sepoltura della scrittrice (A.C. 1303 / A.S. 2698, I legislatura). Il progetto è accolto, diventando Legge 5 gennaio 1953, n. 2.
Sempre alle spoglie dell'illustre personaggio è dedicata, nella III legislatura, l'interrogazione dei deputati sardi Gonario Pinna e Mario Berlinguer (la n. 459 della III legislatura, presentata nella seduta del 14 aprile 1959) per sapere se s'intenda provvedere economicamente alla traslazione della salma dal cimitero romano del Verano a un tumulo nella Chiesa della Solitudine a Nuoro, occasione nella quale si prevedono solenni celebrazioni. Alla risposta interlocutoria di Giovanni Battista Scaglia, Sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione, l'on. Pinna chiarisce in modo eloquente le motivazioni della richiesta:
Grazia Deledda, per noi sardi, rappresenta moltissimo. Essa è l'espressione più alta dell'antica stirpe pastorale dei sardi ed in un certo senso rappresenta il loro non avaro né esiguo patrimonio spirituale, specialmente in questo momento in cui la Sardegna è tutta protesa in una aspettazione e in uno sforzo di rinascita e di rinnovamento, verso cui già gli occhi mortali di Grazia Deledda, i suoi pensieri ed i suoi voti si volsero con fiducia. (Camera dei deputati. Assemblea 1959, p. 6324)
La traslazione sarebbe avvenuta il 21 giugno del 1959 alla presenza del sindaco di Nuoro, Pietro Mastino (già deputato del Regno d'Italia e membro dell'Assemblea costituente), il quale nel suo discorso avrebbe celebrato colei che «da cittadina della Sardegna, di Nuoro, è diventata cittadina del mondo».
In tempi molto più recenti, a parte la legislatura in corso - in cui ad esempio l'intervento del sen. Riccardo Nencini, Per le celebrazioni del 150. anniversario della nascita di Grazia Deledda, sollecita il Governo ad assicurare il proprio sostegno a iniziative celebrative (Senato della Repubblica. 7a Commissione permanente Istruzione pubblica e beni culturali 2021) - si segnala una proposta di legge (A.C. 1548) avanzata alla Camera nella scorsa XVII legislatura dalla on. Elena Centemero. La proponente intendeva istituzionalizzare la celebrazione del centenario della pubblicazione del romanzo forse più noto della Deledda, Canne al vento (1913), presentando l'iniziativa - nella relazione di accompagnamento - come stimolo al raggiungimento dell'«obiettivo specifico di diffondere e di valorizzare la figura e l'opera di Grazia Deledda, attraverso attività formative e didattiche, editoriali, cinematografiche e multimediali» (Camera dei deputati 2013, p. 2) e istituendo allo scopo un Comitato nazionale di coordinamento e monitoraggio della celebrazione.
La proposta, non divenuta legge, faceva seguito ad altre azioni di contenuto analogo, espresse però in atti di sindacato ispettivo, che avevano posto al centro la figura della scrittrice, sia per celebrarla in particolari ricorrenze, sia per reinserire il suo nome nei curricula scolastici. Un esempio, nella XVI legislatura, è la risoluzione in Commissione 7/01066, presentata sempre dall'on. Centemero con i co-firmatari Mauro Pili, Emerenzio Barbieri, Paolo Vella, Settimo Nizzi e annunciata nella seduta della Camera dei deputati del 12 dicembre 2012; vale la pena riportare un ampio stralcio della premessa esplicativa, in quanto è emblematica di un cambiamento di segno nell'interpretazione del significato storico assegnato alla figura della scrittrice, che da schiva rappresentante di una terra appartata diventa simbolo di emancipazione femminile e polo attrattivo di un'attenzione didattica:
tra le donne italiane che hanno fatto la storia si deve annoverare la scrittrice nuorese Grazia Deledda, che è considerata una delle più grandi scrittrici italiane. Nel 1926 Grazia Deledda ricevette, unica italiana, il Premio Nobel per la letteratura grazie ai suoi romanzi ed in particolare all'opera Canne al Vento di cui nel 2013 ricorrerà il centenario dalla pubblicazione;
la vita e la storia personale di Grazia Deledda appaiono particolarmente formative ed esemplari per le studentesse e gli studenti italiani sia dal punto di vista letterario sia per la capacità, straordinaria per una donna di quell'epoca, di superare l'ostilità familiare e dell'ambiente nuorese e di affermare la sua passione per la letteratura, le sue capacità e il proprio talento per la scrittura;
la scrittrice infatti nacque a Nuoro nel 1871 in una famiglia benestante, quarta di sei figli, intrappolata nella scarsa considerazione sociale in cui era relegata la donna in quegli anni. In questo ambiente le fu consentito di seguire pochi studi regolari (fino alla quarta elementare), perché all'epoca le ragazze non dovevano studiare: bastava saper fare una firma o due conti per la vendita delle uova. Grazie alla sua forza di volontà però riuscì a continuare e a coltivare, da autodidatta, gli studi letterari, imparando la lingua italiana come una lingua straniera e leggendo i grandi narratori russi, Dostoevsky e Tolstoj, i narratori francesi, Zola e Flaubert, e gli italiani Fogazzaro, D'Annunzio e Carducci. A diciassette anni, nel 1888, pubblicò il suo primo racconto in una rivista per ragazze. Sperimentò diverse forme letterarie, scrivendo versi, novelle e ben cinquantasei romanzi a cui deve la fama e la notorietà;
Grazia Deledda si occupò anche di etnologia, collaborando alla «Rivista di tradizioni popolari italiane» per cui scrisse «Tradizioni popolari di Nuoro in Sardegna». La profonda conoscenza e l'amore per la sua terra, la Sardegna, le sue tradizioni e per il suo popolo, presenti in tutta la sua opera, costituiscono un elemento che evidenzia il grande valore formativo della lettura e dello studio dei romanzi dell'autrice sarda, in particolare il romanzo Canne al Vento. Questo è anche un elemento in grado di suscitare negli studenti una pari attenzione per le loro terre e per le tradizioni locali; altro elemento di forte valenza pedagogica ed educativa consiste nella costanza, nello spirito di sacrificio e nella perseveranza per mezzo dei quali l'autrice riuscì ad affermare il suo talento letterario, nonostante i giudizi non sempre positivi della critica contemporanea a cominciare da Benedetto Croce, superando i pregiudizi dell'epoca secondo cui «una donna scrittrice non può essere onesta». Grazia Deledda è inoltre una figura esemplare perché seppe conservare sempre un atteggiamento modesto e riservato, non partecipando quasi mai ai ricevimenti e alle feste mondane e apparendo raramente in pubblico;
di recente è stato presentato tra gli altri al Ministro dell'istruzione Francesco Profumo e al Ministro del lavoro e delle politiche sociali con delega alle pari opportunità Elsa Fornero un appello dalle associazioni "Se Non Ora Quando", "Noi Donne 2005", "Feminas in Carrelas" perché Grazia Deledda venga reintegrata nel canone della letteratura italiana nei prossimi concorsi. Nel programma di letteratura italiana del concorso a cattedre in corso non compare Grazia Deledda. (Camera dei deputati. Assemblea 2012, p. 37295)
[Oltre che a Giosue Carducci, anche ai citati Antonio Fogazzaro e Gabriele D'Annunzio sono stati dedicati articoli nella rubrica "Letteratura e Parlamento", rispettivamente nei numeri 51, giugno 2019, e 21, giugno 2014, n.s., di "MinervaWeb"]
Lamentando dunque la scarsa rappresentazione femminile nei programmi curricolari e la più generale disattenzione verso i meriti delle donne, la risoluzione «impegna il Governo ad individuare iniziative per far conoscere su scala nazionale e per far studiare nelle scuole di tutti gli ordini e di tutti gradi la figura e la straordinaria opera di Grazia Deledda per il suo importante contributo culturale» (Camera dei deputati. Assemblea 2012, p. 37296), suscitando la soddisfatta reazione comunicata alle agenzie di stampa dall'on. Bruno Murgia, membro della 7ᵃ Commissione Cultura, scienza e istruzione: «le opere dell'autrice sarda sono state inspiegabilmente espunte dai programmi ministeriali» ma finalmente si rende «giustizia alla letteratura sarda e a quella italiana».
Nel 2013 il Ministero della pubblica istruzione avrebbe dunque avviato una serie di iniziative, col coinvolgimento delle scuole di primo e secondo grado e di vari enti a livello locale e regionale, per diffondere la consapevolezza del valore letterario della scrittrice; se ne trova la sintesi nella risposta scritta (Camera dei deputati 2014, p. 55) all'interrogazione C. 5/03224 presentata nella legislatura successiva, a testimonianza di un dibattito avviato sulla possibile revisione del 'canone' degli autori del Novecento letterario italiano.
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Un'ultima notazione riguarda la presenza, nell'opera stessa della Deledda, di riferimenti al mondo parlamentare: spunti e suggestioni a cui confidiamo di dedicare un futuro contributo nella rubrica "Letteratura e Parlamento" di "MinervaWeb". Qui intanto ci limitiamo a sottolineare la vasta disponibilità di edizioni delle opere deleddiane nelle biblioteche del Polo bibliotecario parlamentare (42 nella sola Biblioteca del Senato, con date di pubblicazione tra il 1900 e il 1939), non dovute soltanto all'immissione di collezioni librarie private di personaggi illustri ma anche alle politiche di acquisizione del passato. Infatti, sebbene oggi la presenza di letteratura in una biblioteca parlamentare possa apparire una bizzarria, o addirittura un'incongruenza rispetto alle collezioni di ambito storico, giuridico e politologico di più immediata attinenza con l'attività parlamentare, nel Senato del Regno era prassi dotare la biblioteca anche di testi di lettura per i senatori, nonché di quelle opere letterarie che rappresentassero la vita intellettuale del Paese - di cui la Camera alta doveva essere espressione - e ne illustrassero la cultura nel senso più ampio possibile: di qui il «carattere prevalentemente letterario e storico-filosofico» delle raccolte, descritto nella sezione "Storia e raccolte" del sito internet istituzionale.
Un'eco di questo atteggiamento si trova del resto nelle parole con cui il presidente Alberti Casellati ha introdotto il convegno del 29 ottobre richiamato in apertura, ricordando «il forte legame tra il Senato e la grande tradizione culturale italiana. Un patrimonio unico al mondo di opere immortali, genio, estro e immaginazione», che il Premio Nobel a Grazia Deledda ha contribuito a rendere famoso nel mondo, portando l'attenzione anche sulla condizione femminile; argomento ancora oggi sensibile, a cui non a caso il Presidente ha dato risalto nelle parole con cui chiudiamo questo breve contributo:
Un Nobel che ancora oggi costituisce un grande simbolo di riscatto femminile e un tassello prezioso nel non semplice percorso di libertà, progresso ed emancipazione in un'Italia in cui all'epoca le donne ancora non potevano votare, avevano troppi doveri, troppo pochi diritti e ancora meno opportunità.
In tale prospettiva, la dimensione internazionale delle celebrazioni deleddiane diventa quindi una preziosa opportunità non solo per ripercorrere la vita di Grazia Deledda e riscoprire il contributo intellettuale e culturale della sua opera, ma anche per tornare a riflettere su come il percorso dell'emancipazione femminile sia ovunque nel mondo un libro incompiuto e con molte pagine ancora da scrivere persino nel nostro Paese. [...]
Ma è un lavoro che deve essere fatto se davvero vogliamo dare un finale di speranza universale al libro dell'emancipazione femminile.
Un finale che dobbiamo scrivere con la stessa tenacia e con la stessa determinazione con cui Grazia Deledda ha inseguito il suo sogno di arte e creatività.
Che era in fondo il sogno di libertà di ogni donna che, oggi come ieri, chiede soltanto di essere autentica protagonista della propria vita.
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4. Riferimenti e approfondimenti bibliografici
Gli atti parlamentari citati in questo contributo, tratti dalle banche dati parlamentari che illustrano la storia e i lavori di Senato e Camera, sono (in ordine cronologico di pubblicazione):
Camera dei deputati del Regno. Assemblea, Resoconto stenografico. XXVII Legislatura, seduta n. 201, giovedì 1 dicembre 1927.
Camera dei deputati del Regno. Assemblea, Resoconto stenografico. XXVII Legislatura, seduta n. 202, venerdì 2 dicembre 1927.
Camera dei deputati. Assemblea, Resoconto stenografico. III Legislatura, seduta n. 115, martedì 14 aprile 1959.
Camera dei deputati. Assemblea, Resoconto stenografico. Allegato B. XVI Legislatura, seduta n. 733, mercoledì 12 dicembre 2012.
Camera dei deputati, Disegni di legge e relazioni. Proposta di legge n. 1548. XVII Legislatura, 3 settembre 2013.
Camera dei deputati, Bollettino delle Giunte e Commissioni parlamentari. XVII Legislatura, giovedì 25 settembre 2014.
Senato della Repubblica. 7ᵃ Commissione permanente. Resoconto sommario. XVIII Legislatura, seduta n. 241, mercoledì 23 giugno 2021.
Nella redazione di questo breve contributo si è fatto inoltre ricorso al seguente volume:
Alloro di Svezia: Carducci, Deledda, Pirandello, Quasimodo, Montale, Fo. Le motivazioni del Premio Nobel per la Letteratura, a cura e con un saggio introduttivo di Daniela Marcheschi. Parma: Monte Università Parma, 2007 (Camera: 715 04 08).
Segnaliamo anche: Antonio Casu, L'enigma Grazia Deledda. La grande scrittrice e il lungo silenzio delle Istituzioni. [Testo dell'intervento al Convegno "Grazia Deledda e le altre. Omaggio alle donne che hanno vinto il Premio Nobel per la letteratura" (Istituto della Enciclopedia italiana, 10 novembre 2017). Bari]: Nemapress, 2018 (Camera: Op. 16° 07431).
Per le pubblicazioni di Grazia Deledda disponibili nel Polo bibliotecario parlamentare - e anche per qualche studio critico sulla sua opera, acquisito nella Biblioteca del Senato fino alla soglia degli anni Novanta del secolo scorso - rinviamo alla bibliografia che sarà realizzata in occasione dell'approfondimento per la rubrica "Letteratura e Parlamento". Diamo intanto agli interessati qualche indicazione di massima, a partire naturalmente dalla consultazione dell'OPAC, usando il cognome della scrittrice come chiave di ricerca per autore e per soggetto.
Molti saggi critici pubblicati in giornali e riviste possono essere recuperati tramite la Biblioteca digitale del Polo bibliotecario parlamentare, con l'opzione di "Cerca articoli full-text", o le singole banche dati di riviste full-text disponibili sulla piattaforma Re@lWeb per gli utenti del Polo bibliotecario presenti in sede. È comunque possibile trovare in internet molti contributi - ottenendone almeno i riferimenti bibliografici - grazie ai numerosi progetti di spoglio periodici liberamente consultabili in internet, alcuni dei quali accessibili tramite la sezione dedicata alle "Ricerche guidate" sul sito della Biblioteca del Senato (in particolare nella pagina "Indici e spogli di periodici" sotto la dicitura "Libri, periodici, quotidiani").