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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
n. 65 (Nuova Serie), ottobre 2021

I giornali italiani all’indomani dell’11 settembre

Questo numero, dedicato alla stampa quotidiana italiana, è la tappa finale del percorso che abbiamo proposto attraverso le pagine dei giornali statunitensi, europei e del mondo all'indomani degli attentati dell'11 settembre 2001, preceduto da un'introduzione storica del prof. Massimo Teodori.

Non termina qui, invece, lo 'Speciale' di quest'anno: dopo aver attinto alle collezioni dell'Emeroteca del Polo bibliotecario parlamentare, nel numero di dicembre faremo ricorso alla raccolta degli Atti parlamentari per ricordare in che modo l'evento fu affrontato nell'agone politico italiano.

Per entrambi i tipi di indagine, bibliografica e documentale, le fonti a stampa (per i quotidiani anche in microfilm) della biblioteca si affiancano alle risorse digitali, sia sottoscritte in abbonamento - consultabili presso le postazioni in sede - sia realizzate a cura dei servizi parlamentari.

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1. Le prime pagine

2. Gli articoli di approfondimento

3. Riferimenti e approfondimenti bibliografici

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1. Le prime pagine

«Siamo tutti americani».

Più, forse, di ogni altra frase in circolazione, è questo il motto che rimbalza di bocca in bocca e nei media il 12 settembre 2001, all'indomani della strage compiuta a New York e sul Pentagono, come espressione di una solidarietà umana che supera per una volta ogni possibile divergenza politica o distanza di schieramento.

Siamo tutti Americani è anche il titolo dell'editoriale di prima pagina del "Corriere della sera", a firma di Ferruccio De Bortoli, che ricordando le parole pronunciate dal presidente americano John F. Kennedy nel 1963 in visita al muro di Berlino («io sono berlinese») le estende in senso universale, poiché - chiosa - «È tutta la civiltà sotto attacco».

Appunto come un attacco - non solo agli Stati Uniti, ma all'intero mondo occidentale - sono percepiti gli attentati del terrorismo internazionale. Attacco al cuore dell'Occidente recita infatti l'articolo di fondo di Giampaolo D'Andrea dalle colonne de "Il Popolo", organo del Partito popolare italiano (che avrebbe cessato le pubblicazioni nel 2003) mentre il direttore Marcello Sorgi, sotto i caratteri cubitali Attacco all'America, s'interroga su quella che sembra Una guerra senza nemici nell'editoriale de "La Stampa" (del cui archivio online - e del suo recente ritorno in rete - abbiamo parlato in "MinervaWeb" n. 62, aprile 2021).

Attacco all'America è pure l'apertura del "Secolo d'Italia"; titola così la sua prima pagina anche "la Repubblica", che nell'editoriale del direttore Ezio Mauro parla di Occidente colpito al cuore, e nel proprio archivio online rende tuttora consultabili altri articoli che raccontano la tristemente indimenticabile giornata, riuniti sotto l'espressione ricorrente «Apocalisse a New York»:

Due aerei si schiantano nel giro di 18 minuti. Fiamme e fumo, poi i due edifici si sbriciolano
Apocalisse a New York. Distrutte le Torri gemelle
Gli attentati danno il via alla giornata di terrore. Caos in città: Manhattan isolata, impossibile comunicare

Due aerei-killer si schiantano nel giro di 18 minuti contro le Torri gemelle, che crollano poco dopo
Apocalisse a New York. "Migliaia di vittime"
Giuliani ordina l'evacuazione della zona sud di Manhattan. "C'era gente che saltava nel vuoto". Morti oltre 300 pompieri

Le due torri gemelle di New York, costruite nel 1973, furono già oggetto di un attentato nel febbraio del 1993
Le Twin Towers simbolo di una città

Proprio il concetto di apocalisse è quello più rappresentato sulle prime pagine italiane, in modo del tutto trasversale agli orientamenti politici. Così fanno infatti testate di tradizione moderatamente conservatrice come "La Nazione" di Firenze e "Il Mattino" di Napoli, ma anche giornali di sinistra come "Liberazione" e "il manifesto". Anche la storica testata romana "Il Messaggero" parla di «Apocalisse a New York» in rapporto all'atmosfera bellica che si respira (Atto di guerra), che viene rilanciata da varie testate; "l'Unità" ne fa il titolo d'apertura (Atto di guerra in America), riportando le dichiarazioni del Presidente George W. Bush tese a rassicurare i cittadini sull'attenzione del governo federale alla salvaguardia della loro salute.

Si contano le vittime e si cercano confronti e precedenti nel passato (Migliaia di morti. Nel cuore dell'America il più grave attentato della storia, "il Giornale"); i quotidiani finanziari avviano il calcolo anche dei danni economici (20mila morti a Manhattan. Wall Street chiude 2 giorni; Peggio di Pearl Harbor, "Il Sole 24 ore"); ma si dà spazio anche a reazioni più emotive.

La «carneficina», infatti, suscita paura, e questa si estende all'Italia e al mondo (Il mondo ha paura, "Il Tempo"); alla paura fa seguito l'esortazione alla reazione (Forza America reagisci, "Libero").

Contrasta con questa terminologia vigorosa, accompagnata spesso da immagini di distruzione, la scelta de "Il Foglio" di non modificare il consueto stile grafico minimale e proporre una prima pagina quasi priva di immagini, in cui Foggy Bottom, Attacco all'America e La Jihad dei cieli, in corpo relativamente ridotto, danno il titolo ad altrettante colonne che rendono conto della giornata e delle sue prime implicazioni.

La prima pagina del quotidiano di ispirazione cattolica "Avvenire" (promosso da papa Paolo VI nelle sue linee direttrici generali, come strumento culturale per credenti e non) ha un'impostazione in linea con le altre testate nazionali ed è in buona parte occupata da una foto dell'esplosione delle Twin Towers, sotto l'apertura Attacco al cuore del mondo libero. All'inizio dell'editoriale di Romanello Cantini, Atto di guerra contro il Paese più potente, si affianca quello del politologo Vittorio Emanuele Parsi, che riflette su I rischi non comprimibili delle società aperte (entrambi con rinvii alle pagine interne). A vent'anni di distanza, lo scorso 10 settembre la testata ha pubblicato sul proprio sito web, a cura di Chiara Vitali, la galleria L'11 settembre 2001 in 10 immagini: il volto meno conosciuto della strage.

Infine segnaliamo un unicum, il quotidiano in lingua italiana edito nella Città del Vaticano, che pur essendo una delle fonti ufficiali di diffusione delle notizie riguardanti la Santa Sede, non ne rappresenta un organo se non per la pubblicazione di documenti ufficiali e in alcune rubriche, mantenendo per il resto una propria linea editoriale: parliamo naturalmente de "L'Osservatore Romano", nato dopo il passaggio delle Legazioni pontificie al Regno di Sardegna nel marzo 1860. Il 12 settembre 2001 la prima pagina riporta in apertura, in inglese e in italiano, il messaggio indirizzato da papa Giovanni Paolo II al presidente Bush, subito sotto il titolo La follia del terrore. Il giornale si concentra sull'aspetto umano della tragedia, dunque anche sulle sue implicazioni emotive; nel taglio basso spicca il titolo Orrore, sgomento, angoscia in tutto il mondo, che prosegue nel primo capoverso («Sono i sentimenti che si sono impadroniti della scena mondiale non appena l'eco della tragedia consumatasi negli Stati Uniti ha cominciato a diffondersi») per poi cedere però il passo a una puntuale rassegna delle reazioni internazionali e dei messaggi di solidarietà rivolti da molti paesi del mondo al presidente americano. Oggi, a vent'anni di distanza, il sito internet della testata s'interroga su Cosa resta? (a firma di Alessandro Gisotti, 10 settembre 2021), trovando la risposta nel motto «United we stand» (uniti stiamo in piedi), quale appello alla fraternità nel nome della comune umanità, mentre una pagina web di "Vatican News" ripercorre le posizioni della Santa Sede in quei giorni nell'articolo di Andrea De Angelis I Papi e l'11 settembre: dolore, misericordia e riconciliazione.

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2. Gli articoli di approfondimento

Immediatamente dopo lo sconcerto espresso dalle prime pagine, non mancano i tentativi di razionalizzazione e gli inviti alla riflessione.

Chiediamoci perché è il titolo dell'editoriale di Luigi Pintor sul "Manifesto", che nel constatare l'«evento epocale, tanto imprevisto nelle sue modalità quanto imprevedibile e incommensurabile nelle sue conseguenze politiche e militari», esorta a riconoscere che «non è vero che abbiamo alle spalle cinquant'anni di pace e di convivenza e di civiltà universale, è vero invece che le scene di sofferenza e morte sono entrate nella quotidianità. E adesso scopriamo che non ci sono né confini né isole. Questo ci sbalordisce, ci lascia attoniti: che il mondo si rivela oggi più globale di ieri nella sua instabilità e vulnerabilità».

La drammatica percezione di una vulnerabilità non abbastanza prevista ricorre anche in un quotidiano politicamente distante: a p. 4 de "il Giornale", nell'articolo In diretta la nuova Pearl Harbor, Stenio Solinas confronta i due episodi che hanno visto gli Stati Uniti colti di sorpresa, evidenziando che «Allora, come adesso, la nazione che si sa più forte di tutte capì di essere vulnerabile e impreparata a un attacco straniero», ma preconizzando nella chiusa la «reazione» del «colosso in ginocchio».

La potenza vulnerabile è il titolo del commento di Sergio Romano sul "Corriere della sera" (p. 1 e 16); E l'America si scopre vulnerabile è quello scelto per l'articolo dell'inviato de "Il Mattino" Claudio Scamardella, che da Cleveland riferisce l'«ondata di panico» e le impressioni a caldo della gente del posto, infine sintetizza: «Guerra, ecco la parola che passa di bocca in bocca tra gli americani in questa incredibile giornata di attacchi terroristici» (p. 8).

L'incredulità generale trapela dal commento di Toni De Santoli a p. 3 del "Secolo d'Italia": È caduta la fortezza America. Una fortezza in cui non è più possibile illudersi di restare chiusi, al sicuro, ammonisce Furio Colombo nel suo editoriale per "l'Unità" (p. 1 e 14): «il gigante del mondo si è fatto cogliere disattento, indifeso», forse perché «governava con la testa ancora immersa nella guerra fredda, nel confronto-scontro fra potenze, diplomazie, ideologie» e non ha potuto «decifrare in tempo i segnali di pericoli completamente nuovi che non hanno niente a che fare con la realtà prima di adesso» (il titolo dell'articolo è infatti Un giorno che cambia il mondo). Questa illusione, e l'altra di potersi disinteressare del resto del mondo, «sono scomparse nell'immensa polvere di detriti delle torri gemelle di Manhattan».

La «sensazione di essere sotto tiro da parte di un nemico, un nemico qualsiasi», e che «la vita in America the beautiful è cambiata» (così il già citato De Santoli), l'«orrore e lo stupore» per Il nemico invisibile (è il titolo dell'articolo di Franco Venturini sul "Corriere della Sera", p. 1 e 13) tornano nel 'primo piano' de "Il Popolo" (p. 2) che rilancia sensazioni di choc e amplifica l'immagine della Guerra a Manhattan, estendendo lo sguardo anche al resto del Paese.

Ricorrente e trasversale è anche la sensazione, generata dall'incredulità, di trovarsi in un film. La riportano i giornalisti di professione, ma soprattutto alcuni scrittori chiamati a commentare i fatti: così Alessandro Baricco a p. 13 di "la Repubblica" (Quando la storia è come un film. La tragedia in diretta), mentre Stefano Benni addirittura immagina di parlare con Godzilla, mostro fantastico e simbolo ormai obsoleto di una minaccia incombente e imprecisata, divenuto quasi rassicurante rispetto all'orrore a cui il mondo ha assistito: ora la paura «è colata fuori dallo schermo, come una nube di polvere mortale» (C'era una volta in America, "il Manifesto").

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3. Riferimenti e approfondimenti bibliografici

Come si è già accennato in riferimento alla citata rassegna fotografica realizzata da "Avvenire", in questo e nei precedenti anniversari dell'11 settembre 2001 molte testate e siti web, o anche singoli giornalisti e blogger, hanno messo in rete rassegne stampa tematiche e gallerie d'immagini. Ricordiamo qui solo alcune iniziative italiane attualmente disponibili in internet:

Può essere interessante anche la Fotorassegna stampa, le prime pagine dei quotidiani di Sabato 11 settembre 2021 a cura della RAI, per valutare - in una selezione di 22 testate nazionali - il maggiore o minore rilievo dato nel mese scorso alla ricorrenza del ventennale, a cui alcune dedicano l'intera prima pagina ("La Stampa") o addirittura ripropongono la prima pagina di vent'anni fa ("Libero"), mentre altre richiamano la notizia in apertura o in taglio alto (tra cui "Avvenire", "il Giornale", "il Fatto Quotidiano", "Il Foglio"), soprattutto con l'intento di riflettere sulle conseguenze a lungo termine di quei fatti e su quanto è da allora cambiato; altre ancora - almeno in prima pagina - tacciono ("Domani", "Il Sole 24 ore").

A proposito di rassegne, presso la Biblioteca del Senato è consultabile una raccolta di prime pagine e commenti (vol. 1), nonché di interviste (vol. 2), apparse dal 12 al 18 settembre 2001 e riunite - a cura dell'Ufficio stampa del Senato della Repubblica - sotto il titolo L' attacco terroristico agli Stati Uniti d'America (collocazione: Senato C. 9. 148/1-2).

Per quanto riguarda le risorse bibliografiche per la ricerca di giornali nel Polo bibliotecario parlamentare, ricordiamo la nuova edizione del Catalogo dei giornali, con segnalazioni degli accessi anche digitali alle testate presenti presso le biblioteche di Senato e Camera; le banche di singole testate o collettive, raggiungibili tramite la sezione Attualità - Quotidiani della piattaforma Re@lweb; il Fondo di Giornalismo e media della Biblioteca del Senato; tra gli strumenti in rete, il Catalogo italiano dei periodici ACNP e le altre risorse internet citate nella pagina Ricerche guidate sul sito della Biblioteca del Senato. In particolare, per la ricerca nei giornali italiani l'Emeroteca digitale della Biblioteca nazionale centrale di Roma, grazie ad una convenzione con la Biblioteca del Senato, è integralmente consultabile dalle postazioni pc del Polo bibliotecario parlamentare, anche per i quotidiani coperti da diritto d'autore, dei quali in internet è invece visibile la sola prima pagina. Rinviamo anche al recente articolo La consultazione dei quotidiani in digitale in "MinervaWeb" n. 63, giugno 2021, e agli altri aggiornamenti che il nostro bimestrale di volta in volta pubblica nella rubrica "Emeroteca".

Infine, per uno sguardo d'insieme sul tema in un tipo del tutto particolare di pubblicazione seriale, caratterizzata da una cadenza annuale che consente una maggiore riflessione rispetto alla stampa quotidiana, si segnala il contributo di Lucio Caracciolo, Ripensare il mondo. Le provvisorie lezioni dell'11 settembre, in Il Libro dell'Anno 2001. Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 2001, consultabile anche online sul sito Treccani.it.

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