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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
n. 65 (Nuova Serie), ottobre 2021

Le donne di Dante / Marco Santagata

Marco Santagata è stato docente, critico letterario e scrittore italiano. Come italianista si è concentrato in special modo sulla lirica classica italiana e grazie ai suoi studi è universalmente riconosciuto fra i massimi esperti di Dante e Petrarca. Recentemente scomparso dopo una lunga malattia, a lui dedichiamo il suggerimento di lettura di questo mese: Le donne di Dante (Il Mulino, 2021; 412 pagine) in occasione anche del settecentenario della morte di Dante Alighieri.

Il libro di Santagata è, per chiarezza e narrazione del testo, alla portata di tutti: una lettura piacevole, scorrevole e ricca di dettagli, che consente non solo agli accademici, ma anche a chi è assetato di cultura e di storie, di addentrarsi in profondità nell'argomento.

Il volume è suddiviso in tre parti (Donne di famiglia e dintorni; Le donne amate; Dame gentildonne e feudatarie) e guida il lettore in un affascinante viaggio che mette in relazione la vita del Sommo Poeta con le sue opere, concentrandosi esclusivamente sull'importanza delle figure femminili - reali o narrate - che hanno ispirato l'immaginario dantesco. Il lungo percorso in cui ci guida Santagata parte proprio dalle donne più vicine a Dante, come la madre Bella, la moglie Gemma e la figlia Antonia, estendendosi poi alle altre figure femminili che riecheggiano nella memoria dantesca, come la musa Beatrice, Francesca da Rimini, Pia de Tolomei, Cunizza e infinite altre.

La narrazione è accompagnata da un ricco apparato iconografico. Quasi metà delle quattrocento pagine sono infatti occupate da illustrazioni che testimoniano la fortuna - e l'importanza - che queste donne hanno assunto nelle menti degli artisti (pittori, scultori, registi ecc.), permettendo così al lettore di dare dei volti a quelle che sono state le figure chiave della vita del poeta. Inoltre, le diverse rappresentazioni testimoniano la 'materializzazione' del susseguirsi delle letture interpretative dei testi danteschi che si sono susseguite nel corso delle epoche. Pensiamo alla figura di Francesca da Rimini che da peccatrice, adultera e incestuosa viene anche rappresentata come un'icona di libertà e purezza.

Fra le tantissime storie presenti nel testo, spicca sicuramente quella di Beatrice. Donna «senza corpo», reale e allo stesso tempo immaginaria, che funge da filo conduttore fra la vita e le opere del poeta. Il ritratto che ne restituisce Santagata è contenuto nella seconda parte del libro, dove approfondisce sia la figura storica di Bice Portinari che l'innamoramento di Dante per la sua musa, fino al tanto atteso incontro nell'Eden.

Nel corso della trattazione la musa dantesca viene indagata sotto diversi aspetti: dalla Beatrice della Vita Nuova, in cui Dante «racconta la storia del suo amore per Beatrice e, in parallelo, quella per la propria poesia» fino alla Beatrice della Divina Commedia, dove il Sommo Poeta incontra la sua amata in Paradiso, sulla cima della montagna del Purgatorio. Il lettore viene accompagnato, quasi preso per mano, in un viaggio alla scoperta dell'evoluzione della figura di Beatrice nelle diverse opere dantesche, che a una lettura poco approfondita potrebbero risultare così distanti da sembrare diverse. In questo modo, Vita Nuova e Divina Commedia, vengono legati indissolubilmente in una relazione poetica, annullando ogni forma di discontinuità grazie alla figura di Beatrice.

È possibile trovare un filo comune fra le diverse donne presentate nel volume, un percorso che Santagata sceglie per raccontarle. Tutte, hanno avuto a loro tempo un impatto sociale e politico significativo, che Dante ha riproposto nei suoi scritti in modo esemplare ma spesso non immediatamente riconoscibile, soprattutto per noi lettori non contemporanei. Prendendo come esempio Pia, conosciuta per i meravigliosi versi del canto quinto, Santagata propone una chiave di lettura innovativa per giustificare la sua presenza in compagnia dei condottieri Iacopo del Cassero e Bonconte da Montefeltro, entrambi morti in campo di battaglia e direttamente coinvolti negli eventi politici e bellici del periodo. «È improbabile che la dama di Siena sia stata personalmente coinvolta in quelle lotte. Può esserlo stato, invece, il suo assassino» ipotizzando dunque un coinvolgimento diretto delle grandi famiglie della Maremma o di Bonifacio VIII con la sua morte.

Nel suo ultimo e importante lavoro Santagata si è occupato dunque di contestualizzare queste donne, di dare loro un'identità non slegata dalla contemporaneità di Dante, restituendo loro il grande valore sociale e politico di cui sono state portatrici e riabilitandole, in alcuni casi, agli occhi del mondo.

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