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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
n. 7 - ottobre 2006

La storia dei comuni italiani

Dopo l'unità d'Italia, la Biblioteca del Senato ha curato una attenta e organica acquisizione retrospettiva e corrente delle fonti normative e storiografiche relative a tutte le località del territorio nazionale e degli stati preunitari.

A partire dai primi di ottobre è possibile interrogare contemporaneamente nel sito Web della Biblioteca cinque basi di dati specializzate dedicate a queste fonti, utilizzando un motore di ricerca collettivo.

I cinque database consultabili con questo sistema di ricerca sono la versione digitale dei primi otto volumi a stampa del Catalogo della Raccolta di statuti ed il relativo aggiornamento on line, il testo in formato digitale di 150 statuti comunali, le descrizioni bibliografiche corredate di immagini di circa 1200 edizioni antiche di storia locale italiana dal XVI al XIX secolo, e "Il Comune e la storia", banca dati bibliografica correntein materia statutaria e storico-istituzionale.

La possibilità di interrogare contemporaneamente più database permette di recuperare, impostando una sola ricerca, tutto quanto posseduto dalla Biblioteca e censito in questo sito, relativamente ad una determinata località, sia esso un manoscritto statutario originale trecentesco, un articolo pubblicato nell'ultimo numero di una rivista locale o una edizione a stampa cinquecentesca di una importante storia istituzionale o politica. Questa ricerca è facilitata da una carta geografica che consente anche lo scorrimento delle liste delle località per regione (secondo la denominazione attuale e gli attuali confini amministrativi) o per aree geografiche fuori dagli attuali confini nazionali ma già appartenenti a Stati preunitari (ad es. il ducato di Savoia). E' possibile effettuare ricerche più avanzate nei singoli database.

I limiti cronologici dei contenuti delle opere censite in queste basi di dati sono quelli convenzionalmente accettati per definire cronologicamente il fenomeno statutario: termine a quo la pace di Costanza (1183), termine ad quem l'invasione napoleonica in Italia, comprese le opere che estendano l'arco cronologico suddetto.

Glossario

DIRITTO PROPRIO (ius proprium) e DIRITTO COMUNE (ius commune; utrumque ius)

L'espressione diritto proprio designa il diritto degli ordinamenti locali (feudi, Comuni, corporazioni ecc.) considerato particolare rispetto al diritto comune che emanava dagli ordinamenti universali (Papato ed Impero). Il diritto comune, costituito dal diritto romano giustinianeo e dal diritto canonico così come furono rielaborati ed interpretati tra il XII ed il XVIII secolo dalla dottrina e dalla giurisprudenza, si poneva, nel serrato confronto con i diritti locali, come legge generale e sovraordinata volta a disciplinare la vita giuridica di tutti i popoli riuniti nell'Impero. Dove e quando i vari ordinamenti locali acquistarono maggiore autonomia rispetto alla compagine universale dell'Impero, il diritto giustinianeo assunse sempre più un carattere integrativo e sussidiario, volto a regolare le fattispecie concrete qualora lo spesso lacunoso e frammentario diritto locale non disponesse, mentre il diritto canonico, disciplinando la situazione giuridica dei fedeli all'interno del corpo sociale della Chiesa, organizzando la gerarchia degli organi interni alla stessa e regolandone l'attività, ebbe il ruolo di diritto universale "speciale".

CONSUETUDINE

La consuetudine è una fonte del diritto non scritta, che si configura quando un determinato comportamento è tenuto in modo uniforme e costante da un aggregato sociale per un periodo indeterminato di tempo (diuturnitas), con la convinzione che la sua osservanza sia giuridicamente obbligatoria (opinio iuris ac necessitas).

In età medievale, le consuetudini locali ritenute ancora valide, e dunque degne di una redazione scritta al momento della elaborazione degli statuti, costituirono uno dei nuclei fondamentali del complesso normativo comunale.

STATUTO

Nel 1183 la pace di Costanza mise fine a più di trent'anni di lotte tra Comuni ed Impero, segnando una svolta nella storia delle autonomie locali italiane che da quel momento redassero in forma scritta propri statuti, complessi normativi attraverso i quali garantivano le libertà conquistate rispetto all'autorità imperiale e assicuravano certezza giuridica ai membri della comunità.

La redazione scritta, che costituisce elemento definitorio fondamentale dello statuto assieme al suo essere espressione di un diritto locale (o proprio), mise insieme le consuetudini locali ritenute ancora valide e dunque degne di essere inserite in un corpus di norme scritte, le norme giurate dei magistrati (brevia) e quelle votate dall'assemblea, denominate statuta come il complesso normativo nel suo insieme.

In un secondo momento, le compilazioni statutarie comunali costituirono i precedenti ed il paradigma per la nascita degli statuti corporativi necessari a garantire autonomia e stabilità ai raggruppamenti sociali sorti sulla base di interessi economici e professionali, regolandone l'organizzazione interna ed i rapporti con l'esterno, in particolar modo con il Comune.

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