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Diritto d’autore e Open Access. Sala Atti parlamentari, 17 giugno 2024

Il 17 giugno 2024 si è tenuto, nella Sala Atti parlamentari della Biblioteca del Senato "Giovanni Spadolini", il seminario dal titolo "I diritti dell'autore e l'accesso aperto nella ricerca scientifica. Il progetto Right2Pub - Balancing Publication Rights", su iniziativa dell'Istituto di Informatica giuridica e sistemi giudiziari (IGSG) del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR).

L'intervento di apertura di Salvatore Capasso, direttore del Dipartimento di Scienze umane e sociali del CNR, ha dato il via a un ricco percorso di riflessione e confronto su un tema di primo piano per ricercatori e biblioteche: la gestione dei diritti d'autore nel complesso processo di pubblicazione della ricerca scientifica.

A seguire, la presentazione di Deborah De Angelis, coordinatrice italiana del progetto europeo "Knowledge Rights 21", ha sottolineato la necessità di favorire un accesso aperto alla cultura, all'apprendimento e alla ricerca, e di introdurre norme più flessibili nell'ambito del diritto d'autore. In particolare, il programma si focalizza su due temi fortemente discussi a livello internazionale, ovvero la conservazione dei diritti (Rights Retention) e il Secondary Publishing Rights, definito come il diritto dell'autore a ripubblicare e condividere i risultati della propria ricerca con l'intera comunità accademica.

Successivamente è stato presentato "Right2Pub": il progetto, promosso dall'IGSG-CNR e finanziato da "Knowledge Rights 21", si pone gli stessi obiettivi di quest'ultimo, ovvero sostenere, a livello legislativo, il diritto di ripubblicazione in ambito scientifico e preservare i diritti dell'autore sulle proprie opere. In questo contesto è stata presentata l'indagine rivolta a tutta la comunità di ricerca del CNR, che in una prima fase ha previsto la somministrazione di un questionario e due focus group, mentre nelle fasi successive ha visto la raccolta di risorse informative e la creazione di una vera e propria guida per orientare i ricercatori.

L'intervento di Giovanni Boniolo, docente dell'Università degli Studi di Ferrara, ha posto l'accento sulla necessità per la scienza di essere replicabile: secondo lo studioso è fondamentale rendere la comunicazione scientifica trasparente, in modo tale da consentire la riproducibilità e il controllo dei dati.

Paolo Guarda, dell'Università di Trento, si è concentrato invece sulla rilevanza sociale della ricerca scientifica, ricordando che una società è democratica quando la ricerca è libera e accessibile a tutti.

In un contesto ibrido come quello attuale prevalgono ancora le forme di chiusura: basti pensare al mercato delle pubblicazioni scientifiche, un vero e proprio oligopolio dei cinque maggiori editori che detengono l'80% del mercato globale. Prendendo le mosse da questo scenario, Stefano Bianco, ricercatore dell'Istituto nazionale di Fisica nucleare (INFN), ha illustrato la right retention strategy (RRS), che permette agli autori di diffondere legalmente il proprio lavoro e allo stesso tempo rispetta i requisiti degli enti finanziatori. In questo contesto è stato presentato il progetto "Open Research Europe", piattaforma di nuova generazione lanciata dalla Commissione europea che prevede il deposito automatico dei contributi nei repository connessi e l'open peer review. La piattaforma non prevede l'applicazione di un impact factor, nella convinzione che a contare sia il valore intrinseco di un contributo scientifico e non necessariamente il luogo, la piattaforma o la rivista in cui viene pubblicato.

Infine è intervenuta Emma Lazzeri (CNR), che ha ribadito l'importanza di elaborare nuove strategie a sostegno degli autori, spesso poco consapevoli dei propri diritti, e di prendere esempio dalle «buone pratiche» già messe in atto a livello europeo, a partire dall'adozione della RRS presso l'Università di Edimburgo.

Per concludere, dal seminario è emersa chiaramente la necessità di promuovere un cambiamento normativo, a livello nazionale e internazionale, al fine di favorire una ricerca più aperta e democratica, salvaguardando gli interessi di tutti gli attori della comunità accademica.

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