A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Fondi speciali
Una nuova accessione nel Fondo delle Carte autografe della Biblioteca del Senato
La Biblioteca del Senato conta tra i suoi Fondi speciali un'interessante raccolta di Carte autografe, costituita da lettere e documenti risalenti ai decenni a cavallo tra Ottocento e Novecento, diversi dei quali di mano di alcuni dei nomi più significativi della vita politica e culturale italiana dell'epoca. Tra di essi Cavour, Crispi, Depretis, Garibaldi, La Marmora, Mamiani, Manzoni, Marconi, Rattazzi, Ricasoli, Sonnino, Tommaseo, Zanardelli.
Si tratta, per lo più, di un fondo miscellaneo di lettere, di cui la Biblioteca prevede a breve di curare un inventario analitico, con l'obiettivo non solo di descriverne il contenuto e di facilitarne l'accesso agli studiosi, ma anche di ricostruire i percorsi, senza dubbio eterogenei, attraverso i quali si è costituito.
Tra le modalità di integrazione del fondo andrà senza dubbio annoverato il ritrovamento casuale, e il successivo dono alla Biblioteca del Senato, nell'autunno 2013, di una lettera autografa di Luigi Morandi (1844-1922), letterato e docente di letteratura italiana, maestro di materie letterarie anche del futuro re Vittorio Emanuele III dal 1881 al 1886, socio dell'Accademia della Crusca, eletto deputato per tre legislature (1895-1904) nel collegio di Todi, sua città natale, e nominato Senatore del Regno nel marzo del 1905.
A ritrovare la lettera è stato un giovane studente russo che, appassionato di letteratura, aveva acquistato in una bancarella di libri, a Roma, un'antologia letteraria curata da Luigi Morandi e che si è accorto, una volta tornato a San Pietroburgo, che all'interno del volume si trovava una lettera autografa di Morandi su carta intestata del Senato del Regno. Alexander Abelev, questo il suo nome, ha preso l'iniziativa, di cui lo ringraziamo, di scrivere all'Archivio Storico del Senato per segnalare il ritrovamento e proporre di consegnare la carta al Senato. A seguito dei successivi contatti con la Biblioteca del Senato la lettera è stata recuperata e integrata nel Fondo delle carte autografe.
La lettera, datata 3 aprile 1915, è indirizzata ad [Antonio] Rovini, traduttore, e vi si ragiona di un articolo di Morandi che sarebbe uscito l'indomani, riguardante operazioni militari al tempo delle campagne napoleoniche. La lettera, inizialmente redatta con scrittura calligrafica, termina poi con scrittura molto corsiva perché, per usare le parole dello stesso Morandi, scritta "a rotta di collo".
Di Luigi Morandi il Fondo carte autografe conservava già una lettera, dell'ottobre 1872, indirizzata a Domenico Berti, già ministro dell'istruzione e al tempo professore di filosofia e preside della facoltà di Lettere all'università di Roma; sono inoltre conservate nel fondo due lettere indirizzate a Morandi da Giosuè Carducci, del novembre 1869 e del novembre 1870.
Merita segnalare in questo contesto, per completezza, che è presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze che è oggi conservato il corposo carteggio costruito da Morandi nel corso della vita. Tra il 1933 e il 1934 infatti la BNCF acquistò dalla vedova Morandi, Angela Coatti, un fondo costituito da oltre 4.000 lettere di 1.749 corrispondenti, e alcuni ritagli a stampa, appunti e documenti di diversa consistenza, come descritto nella Nota introduttiva all'Inventario del fondo, preparato nel 2011 dalla Biblioteca Nazionale.
Sembra che dal fondo siano state sottratte le lettere di corrispondenti illustri, con cui Morandi ebbe senza dubbio rapporti, e dei quali, stando all'Inventario, "nel fondo non sono presenti lettere se non in numero esiguo e di contenuto poco al di là dello scambio di convenevoli". L'Inventario accenna tuttavia a diversi percorsi di ricerca, che citiamo, che si potrebbero intraprendere attraverso il materiale conservato nel fondo: "la causa legale tra Luigi Morandi e Maria Pascoli in merito ad un presunto plagio da parte di Giovanni Pascoli di una poesia di Morandi; il lavoro per l'edizione dei sonetti in romanesco di Giuseppe Gioachino Belli e i rapporti con gli eredi del poeta tramite la Casa editrice Lapi di Città di Castello; l'attività di promozione delle Biblioteche circolanti; l'impegno di Morandi per il miglioramento delle condizioni salariali degli insegnanti delle scuole tecniche e della figura giuridica dell'insegnante della scuola superiore in genere; la stesura dei libri tra i quali "Come fu educato Vittorio Emanuele III" (1901); l'opera di commediografo e i contatti con cantanti e librettisti a cavallo tra i due secoli; il lavoro di studioso di storia della lingua (era Accademico della Crusca), di storico del Risorgimento e di biografo delle personalità che parteciparono alla costituzione dell'unità nazionale, letterati e studiosi di discipline storiche".
Questa elencazione, che evidenzia la molteplicità degli interessi letterari di Morandi e la sua versatilità culturale, mette in luce allo stesso tempo l'importanza che per lui rivestirono l'impegno civile ed educativo, l'urgenza di alfabetizzare il paese (di qui l'incoraggiamento alla creazione di Biblioteche circolanti) e il tema dell'istruzione pubblica. Quest'ultimo interesse in particolare fu fortemente rispecchiato nella sua attività di parlamentare: presentò disegni di legge su temi legati alle materie di insegnamento della scuola secondaria (ad esempio in merito all'insegnamento del greco al ginnasio e al liceo), alla strutturazione della docenza (ad esempio in merito alla riunione di cattedre nelle scuole classiche e tecniche), alle condizioni salariali degli insegnanti; fece parte in Senato, tra l'altro, della Commissione per l'esame del disegno di legge "Disposizioni sugli esami nelle scuole medie" e della Commissione centrale per la diffusione dell'istruzione elementare nel Mezzogiorno e nelle Isole. Nella XX e XXI legislatura fu tra l'altro Segretario della Commissione di Vigilanza sulla Biblioteca della Camera.
Nel discorso di commemorazione in seguito alla sua morte (avvenuta il 6 gennaio 1922) il Presidente del Senato Tommaso Tittoni ne ricordava, oltre all'attività di insegnante, di critico letterario e di linguista, e alle sue pubblicazioni, l'impegno educativo e civile e il sentimento patriottico che lo aveva portato, nel 1867, ad arruolarsi come volontario tra i garibaldini e a partecipare alla campagna dell'agro romano e alle battaglie di Mentana e Monterotondo, dopo le quali fu nominato ufficiale addetto allo Stato maggiore da Garibaldi, per poi ricevere nel 1871 la medaglia ai benemeriti della liberazione di Roma.
Si segnala infine, che la Biblioteca privata di Luigi Morandi è stata donata alla Biblioteca Civica Cesare Battisti di Bolzano, di cui costituisce uno dei nuclei storici di costituzione del patrimonio.