A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Eventi
A Roma si parla di ebook, onnivori digitali e biblioteche
Durante il mese di aprile si sono tenuti a Roma due eventi convegnistici di grande interesse non solo per il mondo delle biblioteche e dell'editoria, ma anche per il pubblico sensibile alle conseguenze che la pervasività del Web partecipativo, il cosiddetto Web 2.0, e i processi di convergenza al digitale stanno determinando nella fruizione dell'informazione e nell'universo della lettura.
Il primo, organizzato dall'Ambasciata americana e dall'American University of Rome il 19 aprile presso la sala convegni dell'Hotel Aldrovandi, è un evento che si svolge ogni anno in primavera e che quest'anno è stato dedicato al tema: Digital omnivores: Libraries and new learning communities.
Il secondo ha avuto luogo il 27 e il 28 aprile all'Università di Roma Tor Vergata ed ha rappresentato la prima edizione romana di LibrInnovando, il convegno sul futuro dell'editoria che da tre anni a questa parte si svolge a Milano.
Il primo dato che è opportuno sottolineare parlando di questi convegni è costituito dalle modalità organizzative e di svolgimento. In entrambi i casi, infatti, si tratta di eventi che in tutte le fasi hanno utilizzato la rete come strumento di comunicazione interna tra organizzatori e promotori, come veicolo di comunicazione e promozione, come piattaforma di interazione per i relatori e i partecipanti, nonché come canale su cui distribuire i contenuti sia in contemporanea con lo svolgimento del convegno (via streaming, live twitting e così via) sia a posteriori.
Il secondo elemento che accomuna i due eventi riguarda i temi trattati. Sebbene Digital omnivores fosse maggiormente rivolto agli addetti ai lavori, in particolare bibliotecari e aziende che operano nel settore della distribuzione di contenuti digitali, mentre LibrInnovando avesse l'obiettivo di coinvolgere lettori, scrittori, editori, librai e bibliotecari, alcuni temi hanno attraversato trasversalmente i due eventi: il concetto di lettura nell'universo digitale, il futuro del libro e le prospettive degli ebook, i nativi digitali e il ruolo della scuola, il rapporto tra spazi fisici e virtualizzazione dei servizi, il ruolo delle biblioteche.
Fa piacere sottolineare che il pubblico di entrambi i convegni, in particolare di LibrInnovando, si caratterizzava per un'età media piuttosto bassa, a testimonianza del fortissimo interesse che i giovani hanno nei confronti non solo del digitale, ma anche del futuro della lettura, dell'editoria e delle biblioteche. Ancora più sorprendente era il fatto che nell'Auditorium dell'Università di Tor Vergata dove si svolgeva LibrInnovando la maggior parte dei partecipanti aveva il suo dispositivo portatile (netbook, smartphone, tablet) mediante il quale aggiornava in tempo reale i social networks con i resoconti della giornata, dunque mentre i relatori parlavano, la maggior parte guardava uno schermo, quello del proprio dispositivo ovvero quello sul quale scorrevano le infographics dei commenti che via via giungevano attraverso Twitter.
Evidentemente, il mondo dei libri, della lettura e dell'informazione sta cambiando profondamente e - come è emerso dalle numerose esperienze e relazioni proposte nei due convegni - è difficile fare previsioni sul futuro. Si procede per sperimentazioni e da questo approccio sperimentale emerge che nel panorama digitale le proposte più interessanti e innovative arrivano dal basso e si fondano su quell'"intelligenza collettiva" e su quella condivisione delle risorse che la rete rende possibile. In particolare, facendo riferimento ai programmi dei due incontri (che è possibile consultare qui per Digital omnivores e qui per LibrInnovando), si possono citare - tra le numerosissime altre - le esperienze della biblioteca pubblica di Aahrus in Danimarca che, attraverso il gioco e le tecnologie, coinvolgono bambini e ragazzi nelle attività di lettura e li mette in comunicazione tra di loro e con la biblioteca, di cui ha parlato Jaanik Mulvad, quella del Liceo Lussana di Bergamo finalizzata alla realizzazione di una biblioteca virtuale di classe raccontata dalla professoressa Dianora Bardi, quella di Oilproject, la scuola online gratis in video streaming di cui Stefano Capezzuto ha raccontato la storia.
In conclusione, la rete e le tecnologie di per sé non sono né buone né cattive, e tutti gli approcci che si radicalizzano in un senso o nell'altro rischiano di essere fuorvianti. Piuttosto è necessario essere consapevoli, anche come bibliotecari, che gli strumenti oggi a disposizione se ben utilizzati possono diventare uno straordinario ausilio per veicolare innovazione, socialità, opportunità e per entrare in comunicazione attiva con quella generazione di nativi digitali che saranno a breve gli attori del mondo della scuola, della ricerca, del lavoro e di tutti gli altri ambiti della vita sociale.