A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Biblioteche e archivi a Roma
La Biblioteca della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice
Ringraziamo la dr.ssa Alessandra Cavaterra dell'Archivio e Biblioteca della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, per aver fornito il testo di presentazione della biblioteca.
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La Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice (in origine, Fondazione Ugo Spirito) si è costituita nel 1981 con la donazione del fondo librario e di quello archivistico del filosofo da parte dei familiari dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 1979. Dall'ottobre 2011 la denominazione della Fondazione Ugo Spirito è cambiata nella attuale, in omaggio a Renzo De Felice, presidente della Fondazione dal 1992 al 1996, anno in cui è deceduto. Ha ottenuto il riconoscimento giuridico con dm 5 febbraio 1994.
Il lascito Spirito ha consentito la nascita di un istituto culturale dedito non solo all'approfondimento del pensiero teoretico del filosofo, ma anche allo studio e alla ricerca orientati verso le tematiche a lui care, dunque l'economia, il diritto, la storia del Novecento.
La Biblioteca, in particolare, ha svolto un ruolo rilevante nell'indirizzare gli studiosi, che vi hanno trovato quella varietà di temi tale da consentire un'analisi scientifica del passato con una prospettiva pluridisciplinare. Infatti non si tratta di una biblioteca monotematica, nel senso che non si esaurisce nella presenza di volumi dedicati a un solo aspetto (o a pochi aspetti) della cultura; nel fondo Spirito infatti si trovano ampie sezioni relative alla letteratura italiana e straniera, all'arte, alla fotografia, al teatro, ai classici, al cinema. Ciò è dovuto alla innata curiosità dell'uomo, che non si limitava agli studi più legati alla professione universitaria, ma amava spaziare nello scibile, utilizzando poi tali conoscenze per rendere più attuale, più immediato e fortemente comunicativo il proprio messaggio culturale.
Con gli anni il patrimonio librario della Fondazione si è ampiamente incrementato grazie ad acquisti e soprattutto a donazioni di personalità del mondo della cultura che vedevano nella Fondazione un luogo di ricerca custode di beni culturali di grande valore.
Si sono così acquisiti i fondi di Giuseppe Di Nardi, economista, docente universitario, Araldo di Crollalanza, ex ministro e parlamentare, Giano Accame, giornalista e saggista, Ottavio Dinale, sindacalista, Ernesto Massi, geografo, presidente della Società geografica italiana, Salvatore Valitutti, ministro e docente universitario, Gaetano Rasi, economista, parlamentare, promotore della Fondazione, nonché altri, come i nuclei bibliotecari di Guido Jetti, magistrato e saggista, Rosaria Quartararo, storica, Gianfranco de Turris, saggista e giornalista, entrati a far parte del cosiddetto fondo Corrente - costituito da volumi di più recente edizione - e i nuclei - più propriamente di emeroteca - di Giuseppe Landi, organizzatore del sindacalismo nazionale, Mario Cassiano, giornalista, avvocato, cofondatore del Movimento sociale italiano, ed Eveno Arani, esponente dello stesso partito, confluiti nel più generale fondo Periodici.
Come si vede, anche gli ambienti della politica e del giornalismo, sensibili alle istanze culturali, hanno desiderato incrementare con il loro patrimonio personale quello della Fondazione, che ora si presenta come un riferimento per studiosi impegnati nella ricerca delle correnti culturali e politiche del Novecento con sempre maggiore autorevolezza.
Si segnala in particolare il possesso di consistente materiale relativo alla Prima guerra mondiale, presente sia nel fondo Spirito sia in quello denominato Storico, dotato di testi ereditati dall'Istituto di studi corporativi - istituto culturale con finalità di studio e approfondimento delle tematiche economiche con riguardo alle esperienze di socializzazione e di sindacalismo comunitario -, ove sono presenti volumi costituenti spesso rarità bibliografiche. Molto sviluppato è anche il settore filosofico, non solo per la conservazione del fondo Spirito, ma anche come conseguenza di questo possesso, che ha fatto sì che la Biblioteca della Fondazione si specializzasse, e fosse unanimemente considerata, quale luogo preposto a simile specializzazione. Altro tema presente in modo assai consistente è quello riguardante la storia d'Italia dal secondo dopoguerra, trattato da volumi anche molto recenti, che toccano argomenti persino cronachistici, di politica interna e internazionale, non di rado di autori giovani. A questo proposito occorre fare presente l'istituzione di una sezione dedicata ai movimenti, partiti, gruppi, associazioni della Destra politica, o ritenuta tale, molto ricca di testi specifici.
I nuclei librari
Più specificamente, la Biblioteca offre la consultazione di diversi nuclei librari, ciascuno con proprie peculiarità.
Come si accennava, esiste un fondo principale, il Fondo Corrente, costituitosi originariamente con gli acquisti curati dalla Fondazione, iniziati subito dopo la sua nascita, e i doni da essa ricevuti. Nel Corrente sono confluiti i testi di pubblicazione meno remota giunti presso la Fondazione dopo la cessazione dell'attività dell'Istituto di studi corporativi, nel 1994. Tale fondo, a tutt'oggi, consta di circa 15.000 volumi di storia e politica contemporanea, filosofia, economia e sociologia e al suo incremento hanno contribuito - si diceva - numerosi studiosi e bibliofili.
Il Fondo Storico è debitore principalmente, ancora, della Biblioteca del cessato Istituto di studi corporativi, dal quale la Fondazione ha ricevuto un nucleo bibliotecario con materiale vetusto; a tale patrimonio si sono aggiunti fondi di particolare pregio, sia per la veste editoriale, sia per la rarità delle edizioni. I contributori di questo nucleo sono personaggi della cultura e della politica italiane. In particolare, riveste grande interesse la biblioteca donata da Mario Cassiano: essa custodisce tra l'altro alcuni testi di politica estera editi nell'ultima fase del regime fascista. Si tratta di studi, italiani e stranieri, sul "nuovo ordine europeo" e sulla presenza di partiti e movimenti parafascisti nell'Europa soprattutto orientale. Altri volumi riguardano il problema palestinese, altri la situazione economica internazionale alla vigilia del conflitto. Il rilievo di tali volumi, oltre ai motivi intrinseci dati dall'argomento e dalla loro rarità bibliografica, risiede nel fatto che si tratta di copie dei titoli che periodicamente aggiornavano la biblioteca centrale dell'Istituto nazionale fascista di cultura. La loro conservazione unitaria nel tempo consente allo studioso di verificare l'entità e l'apertura degli interessi socioeconomici e culturali e la natura del dibattito politico di carattere internazionale nei primi anni Quaranta.
La biblioteca di Araldo di Crollalanza, ministro dei Lavori pubblici negli anni Trenta, comprende, prevalentemente, pubblicazioni (anche fotografiche) relative alle opere pubbliche in Italia negli anni Trenta-Quaranta, nonché interessanti volumi relativi all'Africa italiana. Vi sono conservati altresì numerosi discorsi parlamentari di Crollalanza, che fu consigliere nazionale della Camera dei fasci e delle corporazioni e in seguito sedette nel Senato della Repubblica.
Il fondo librario di Giuseppe Di Nardi riveste rilevante interesse per gli studiosi di economia e di storia dell'economia. Esso infatti possiede una spiccata caratterizzazione economico-finanziaria perché il suo produttore, Di Nardi, docente universitario di economia politica e vari altri insegnamenti affini nelle Università di Bari, Napoli, Roma, collezionò testi classici, edizioni rare, manuali e volumi antichi e moderni di economisti italiani e stranieri, necessari alla sua ricerca. Numerosi sono i testi di Pareto e di Pantaleoni, moltissimi quelli di economisti della seconda metà del Novecento.
Altri nuclei librari sono in via di catalogazione: di alcuni si procede alla redazione di elenchi e indici, come nel caso della biblioteca, da poco giunta presso la Fondazione, di Gaetano Rasi, imponente complesso di opere di tutti i tempi di storia, filosofia, economia, diritto, compresi gli Annali dell'economia italiana editi dall'Ipsoa, opera diretta dallo stesso Rasi. È in programma anche la schedatura del fondo di Ottavio Dinale, sindacalista rivoluzionario, giornalista, poi prefetto durante il fascismo, con testi degli anni Venti e Trenta di politica economica e di corporativismo.
Complessivamente il patrimonio librario dell'istituto è composto da circa 50.000 volumi.
La Biblioteca della Fondazione comprende una ricca emeroteca, costituita da un vasto insieme di periodici editi in un arco di tempo che va dai primi anni del Novecento fino a oggi, ed è dotata di riviste correnti non facilmente reperibili come, tra le altre, «Trasgressioni», «Diorama letterario», «Alpha Omega», «Paradoxa», «Acta philosophica», «Informazioni della difesa». Possiede le collezioni complete di periodici del periodo fascista quali «Levana», «La Nuova politica liberale», «Educazione politica», «Educazione fascista», «Nuovi studi di diritto economia politica», «Civiltà fascista»; è possibile ancora consultare altre riviste di quel torno di tempo poco diffuse e in alcuni casi autentiche rarità, «Gli Annali dell'Africa italiana», «Archivio scientifico», «Geopolitica», «Informazioni corporative», «Sindacato e corporazioni», «Lo Stato», «Politica sociale», «Rassegna economica dell'Africa italiana». Vi è inoltre una piccola collezione di riviste di spettacolo, alcune delle quali quasi introvabili, grazie alla donazione degli eredi di Alberto Perrini (1919-2007), commediografo, giornalista, docente di drammaturgia: tra esse, «Ridotto», «Filodrammatica» e il «Bollettino della Società italiana degli autori ed editori». Di più, numerosi sono i periodici posseduti che dopo il 1945 hanno permesso lo sviluppo di un dibattito politico-culturale di grande respiro, da «Rataplan» a «Il Merlo giallo», da «La Rivolta ideale» a «Meridiano d'Italia», da «Fracassa» a «Rosso e Nero» e molti altri ancora.
La liberalità di Luigi Papo, esule giuliano, che ha donato il proprio archivio alla Fondazione, ha consentito l'acquisizione di molte testate riguardanti le terre dalmate e istriane, tra cui «L'Arena di Pola» e «La Rivista dalmatica».
Gli archivi
È il caso di accennare all'archivio che la Fondazione custodisce, una serie di fondi di personalità del mondo dell'intellettualità e della politica del Novecento. L'insieme, di grande interesse per gli studi storici relativi all'intero arco del Novecento, per poi lambire il secolo presente, si è formato attorno all'archivio di Ugo Spirito ed è cresciuto con l'acquisizione delle carte del docente e sindacalista Riccardo Del Giudice, dei citati Di Nardi e Landi, di Camillo Pellizzi, primo docente di sociologia in Italia, presidente dell'Istituto nazionale di cultura fascista negli anni della Seconda guerra mondiale, di Attilio Tamaro, storico, diplomatico negli anni tra le due guerre, di Salvatore Valitutti, parlamentare del Partito liberale e ministro della pubblica istruzione, di Gino Germani, sociologo italiano trapiantato in Argentina per sfuggire al regime fascista, dello scrittore e teologo Attilio Mordini, di Franco Ciarlantini, giornalista e scrittore, fondatore della casa editrice Alpes nel 1921, di un fondo intitolato a Folco Quilici, che lo scrittore e divulgatore scientifico ha realizzato con documentazione da lui reperita per approfondire la vita e l'opera del padre Nello, collaboratore di Italo Balbo, e le circostanze in cui perse la vita insieme all'amico nel cielo di Tobruk.
Da alcuni anni la Fondazione ha intrapreso la ricerca di archivi delle varie formazioni della Destra politica, per ovviare in primis alla mancanza della documentazione prodotta dal maggiore partito di quel versante politico, il Movimento sociale italiano, e per disporre di un insieme organico di carte attraverso le quali operare studi rigorosi. La ricerca ha prodotto frutti rilevanti e ora è possibile indagare quel mondo con archivi personali di esponenti del partito (Raffaele Delfino, Augusto De Marsanich, Araldo di Crollalanza, Concetto Pettinato, Franco Servello, Mirko Tremaglia) e di federazioni e sezioni del Msi, nonché di intellettuali di area e associazioni di ascendenza analoga.
Molti di questi archivi racchiudono collezioni fotografiche.
Numerosi inventari dei fondi archivistici della Fondazione sono disponibili nel portale Lazio '900, promosso dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio del Mibact e dall'Istituto centrale per gli archivi-ICAR, con il contributo della Regione Lazio.
L'Archivio della Fondazione contribuisce al programma "Archivi on-line" del Senato della Repubblica.
Accesso e servizi
La Biblioteca è aperta dal lunedì al giovedì dalle ore 10.00 alle ore 17.00, il venerdì dalle ore 10.00 alle ore 14.00.
Sono disponibili i servizi di riproduzione e di reference.
La Biblioteca aderisce all'Opac IEI Istituti culturali di Roma, attraverso il quale è presente in SBN.
Tutti i locali della Fondazione sono coperti da un collegamento WI-FI.