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Il "Casanova" di Fellini, ieri e oggi (1976-2016), Sala degli Atti Parlamentari, 6 dicembre 2016
Lo scorso 6 dicembre 2016, la Biblioteca del Senato ha ospitato un convegno, promosso dal Presidente della Commissione per la Biblioteca e per l'Archivo storico, Sergio Zavoli, e organizzato da Gérald Morin e Rosita Copioli, che ha inaugurato una mostra dedicata a Federico Fellini, in occasione dei quaranta anni dall'uscita del film Casanova in Italia (la prima proiezione in Italia, infatti, avvenne alle ore 16 di venerdì 10 dicembre 1976 al cinema Fiamma di Roma).
Sono stati esposti 120 documenti tra foto, disegni, manifesti e libri della collezione di Gérald Morin (assistente alla regia e collaboratore personale di Fellini): sei nuclei distinti, ciascuno comprendente foto e disegni (di Fellini), le cui didascalie hanno permesso al visitatore di apprezzare le immagini dell'epoca d'oro del cinema italiano (in particolare: Fellini e i suoi amici, Fellini dirige i suoi attori, Donald Sutherland durante le riprese, Gli attori ritratti da Fellini, Fellini e la donna, Fellini disegna le scenografie del Casanova).
Il Presidente Pietro Grasso, nel salutare i partecipanti al convegno inaugurale, ha sottolineato l'importanza dell'opera felliniana con queste parole: "Nel Casanova Fellini mette in scena una delle figure che nell'immaginario collettivo più impersonano il Settecento, e quindi la modernità, e lo fa con una originalità figurativa e interpretativa talmente forte da andare ben oltre il Casanova della storia e della tradizione e da aprire una profonda riflessione, che investe anche la contemporaneità, sul rapporto tra vita, desiderio e ripetizione. Come disse Fellini, il suo Casanova ha la tragicità di un 'burattino che guarda il mondo con occhi di pietra', è un Casanova ingabbiato dai proprio istinti e dalla coazione a ripetere, privo di quello spirito avventuroso e indipendente che il mito, che lo stesso Casanova ha concorso a creare, gli ha attribuito come carattere distintivo e identitario. Reinventando Casanova, Fellini smonta e decostruisce stereotipi e miti vitalistici e - attraverso l'affascinante serie di invenzioni cinematografiche, a tratti pittoriche, che segnano l'andamento del film - traccia un ritratto antieroico del Casanova e rende a Casanova quell'umanità tragica e dolente che il suo mito gli aveva negato, restituendolo così a tutti noi come uno dei possibili specchi dell'uomo moderno".
Tra gli interventi, quelli di Pietro Citati, Karl Alfred Wolken ed Emilio Sala hanno approfondito gli aspetti letterari, poetici e musicali della produzione felliniana.
In qualche modo, Casanova appare come il prototipo dell'italiano che Fellini aveva già descritto in Roma e in Amarcord. Da qui, la sua voglia di criticarlo, combatterlo, satireggiarlo, addirittura distruggerlo.
Il senso del film, nelle stesse parole del regista, che così descrive il suo Casanova già nel 1974: "la storia di Casanova è la storia di un italiano che cerca disperatamente di nascere e ripete all'infinito la stessa disperata azione. Una vita di individui ridotti a sterili consumatori narcisisti e non di cittadini visionari al servizio della Polis. Una vita di marionette che ruotano all'infinito come le ballerine delle scatole musicali settecentesche."