A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
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Pop-App. Mostra bibliografica. Roma, Istituto centrale per la grafica
È ancora visitabile fino al 30 giugno presso l'Istituto centrale per la grafica, in via della Stamperia 6 a Roma, la mostra Pop-app. Scienza, arte e gioco nella storia dei libri animati dalla carta alle app, a cura di Gianfranco Crupi (docente presso Sapienza Università di Roma) e Pompeo Vagliani (Presidente della Fondazione Tancredi di Barolo), realizzata grazie anche al sostegno del "Centro per il libro e la lettura" del MIBAC con il patrocinio del Dipartimento di Lettere e culture moderne e del Centro di ricerca DigiLab di Sapienza Università di Roma, nonché della Società Italiana di Scienze Bibliografiche e Biblioteconomiche (SISBB).
La mostra costituisce una delle manifestazioni di un progetto più articolato e complesso, che non riguarda la sola città di Roma. Infatti, in contemporanea a quella romana, una mostra parallela si svolge a Palazzo Barolo, dove ha sede il MUSLI (Museo della Scuola e del Libro per l'Infanzia) della Fondazione Tancredi di Barolo, che possiede la più ricca collezione italiana di libri pop-up per bambini e ragazzi.
Come ci racconta il curatore della mostra, Gianfranco Crupi, durante la visita guidata, la mostra romana - pur partendo da alcuni begli esemplari del libro animato moderno (tutti provenienti dalla Fondazione Tancredi di Barolo) che consentono al visitatore di acquisire familiarità con le diverse tipologie di interventi cartotecnici che li caratterizzano, punta però a muoversi a ritroso nel tempo per andare alla ricerca delle origini di questa particolare tipologia di libri, individuandone i progenitori addirittura in alcuni prodotti manoscritti duecenteschi.
Ancora il curatore ci spiega la scelta del titolo della mostra che sfrutta l'assonanza tra "pop up" e "pop-app", per suggerire al visitatore che l'interattività che oggi consideriamo propria ed esclusiva delle moderne tecnologie e che sembra avere nelle app il suo veicolo privilegiato è in realtà una caratteristica che appartiene anche al libro cartaceo e fin dai tempi più remoti. Così come la multimedialità e le forme di arricchimento che sono considerate il valore aggiunto degli ebook riuscirono a trovare spazio nella bidimensionalità tangibile del libro ben prima che il suo successore digitale facesse la sua comparsa, e questo grazie all'inventiva e alla genialità dei creatori dei libri animati (alcuni dei quali erano persino sonori oltre che mobili).
L'uso di espedienti cartotecnici (volvelle, leveraggi, flip flap, ecc.) - come ci dimostrano i libri esposti nella seconda e terza sala della mostra - non è però solo caratteristico dei libri per bambini come strumento di apprendimento attraverso il gioco e la sorpresa, bensì fu ampiamente presente nei libri antichi (manoscritti e a stampa), in particolare nell'ambito medico, astronomico, nonché di intrattenimento.
La bellezza e gli stimoli suggeriti dagli esemplari in mostra, come ad esempio l'Astronomicum caesareum di Petrus Apianus e il Kalendarium di Regiomontanus, sono perfettamente integrati e completati sia dall'esposizione di alcune opere dai fondi del Gabinetto Nazionale delle Stampe e della Calcografia, che creano degli opportuni e interessanti rimandi, sia dalla presenza di schermi che consentono di vedere i libri in mostra "in azione" (ossia con i loro meccanismi cartotecnici azionati), nonché esemplari non presenti nel percorso espositivo, ovvero di sentire raccontare storie e dietro le quinte.
Della mostra è stato realizzato anche un volume omonimo (Torino, Fondazione Tancredi di Barolo, 2019), che non è però un semplice catalogo, bensì raccoglie saggi di studiosi esperti della materia che approfondiscono i temi sviluppati dai due diversi filoni della mostra: Libri animati antichi tra filosofia e scienza e Tipologie e modelli del libro animato moderno.
Per chi visitasse la mostra e volesse approfondire, e per chi non dovesse riuscire a visitarla, il libro è disponibile per la consultazione presso la Biblioteca del Senato alla collocazione Direz. II. 71.