A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Testimonianze
Tra storia, politica e cultura. Ricordo di Rosario Villari
Si è spento il 17 ottobre 2017, all'età di 92 anni, Rosario Villari, uno dei più importanti storici italiani dell'età moderna. Ha frequentato spesso la Biblioteca del Senato e la sua testimonianza di utente, in cui mette in luce l'importanza dei fondi statutari per lo studio della storia d'Italia, è contenuta nell'intervista realizzata per il documentario "I libri di Minerva", pubblicata alla fine dell'articolo.
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Nato a Bagnara Calabra, ha avuto una formazione letteraria per poi dedicarsi agli studi storici. Professore nelle università di Messina, Firenze e Roma "La Sapienza", Villari è stato Accademico dei Licei e ha presieduto per alcuni anni la Giunta Centrale per gli studi storici. Di formazione marxista, ma con una grande apertura alle tendenze storiografiche che hanno valorizzato i fattori sociali e culturali del processo storico, il suo lavoro di studioso si è concentrato soprattutto sulla storia politica e sociale del Meridione italiano nel periodo barocco, collegandosi intensamente al dibattito internazionale sulla monarchia spagnola, sulla crisi del Seicento e sulla formazione dello stato moderno, avendo in particolare rapporti di scambio scientifico con noti studiosi anglosassoni come Eric Hobsbawm, John Elliott, Lawrence Stone.
Due opere, lontane nel tempo ma strettamente legate l'una all'altra, segnano la traiettoria storiografica di Villari. La prima è La rivolta antispagnola a Napoli. Le origini (1585-1647), che indaga le cause profonde di un fenomeno rivoluzionario a cui Villari ha dato forte dignità politica, contribuendo a superare il giudizio storico tradizionale che la vedeva solo come un sommovimento popolare spontaneo e incontrollato. La seconda è Un sogno di libertà. Napoli nel declino di un impero (1585-1648), pubblicata nel 2012, che costituisce il naturale completamento della prima ricerca e in cui la "rivolta di Masaniello", diretta politicamente da Giulio Genoino, viene collocata all'interno della storia europea dell'epoca, mettendone in luce tutte le sue ambizioni e i suoi limiti.
Nel quasi mezzo secolo che intercorre tra questi due capolavori Villari ha sviluppato lo studio generale dell'età barocca, dei suoi modelli di pensiero, della sua mentalità politica e delle sue tendenze sociali e culturali. Opere come Elogio della dissimulazione, sull'uso della dissimulazione come strumento di opposizione politica, Per il re o per la patria, dedicato all'ambiguità del concetto di fedeltà, Ribelli e riformatori dal XVI al XVIII secolo, sull'evoluzione dell'immagine del ribelle nell'età moderna, oltre alla curatela di volumi miscellanei come L'uomo barocco, hanno contribuito ad approfondire la conoscenza storiografica di quel periodo decisivo per la nascita della modernità.
L'impegno meridionalista e l'analisi per le tematiche dell'arretratezza e dello sviluppo del sud hanno prodotto saggi come Mezzogiorno e contadini nell'età moderna e antologie come Il sud nella storia d'Italia, e si legano strettamente all'altra dimensione della figura di Villari, ovvero quella dell'impegno politico e civile. Aveva militato da giovanissimo nella Cgil di Giuseppe Di Vittorio, seguendo le lotte politiche e sociali connesse alla riforma agraria degli anni cinquanta, e il suo impegno intellettuale si espresse nella collaborazione a riviste importanti come Il Ponte e Movimento operaio, e soprattutto a Cronache meridionali, fondata da Giorgio Amendola nel 1954, di cui fu uno dei principali animatori alla fine degli anni cinquanta. Dal 1976 al 1982 è stato inoltre direttore della rivista dell'Istituto Gramsci Studi storici. È stato Deputato del Partito comunista nella VII Legislatura (1976-1979) e membro del Comitato centrale del partito, appartenendo all'area riformista e migliorista.
Rosario Villari (Sascia per gli amici) è stato anche un grande divulgatore. Il suo celebre Manuale scolastico ha formato molte generazioni di studenti delle scuole superiori e l'attenzione verso lo stato della cultura storica in Italia, con la preoccupazione per le semplificazioni e le strumentalizzazioni di cui è stata oggetto negli anni recenti, si è sempre accompagnata al lavoro di ricerca e insegnamento.
Durante i funerali che si sono svolti a Cetona, piccolo paese toscano in cui Villari ha trascorso gran parte degli ultimi anni di vita, il Presidente emerito della Repubblica, senatore Giorgio Napolitano, ha ricordato l'amico Rosario con una lettera densa di affetto e partecipazione, definendolo "una delle maggiori figure della cultura e della vita pubblica italiana nei decenni repubblicani".
I familiari, gli amici, gli allievi e quanti lo hanno conosciuto da vicino ne ricorderanno sempre la curiosità culturale, la raffinata ironia, la profonda umanità, e quella passione per le cose semplici della vita quotidiana che era ragione e alimento della sua attività intellettuale.