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Presentazione dell'ultimo libro di Laura Pennacchi. Sala Atti Parlamentari, 10 marzo 2016
Lo scorso 10 marzo, presso la Sala degli Atti parlamentari, è stato presentato il volume di Laura Pennacchi Il soggetto dell'economia. Dalla crisi a un nuovo modello di sviluppo (Ediesse).
L'autrice ne ha discusso con l'economista Pierluigi Ciocca, con il filosofo Giacomo Marramao e con la giornalista Letizia Paolozzi.
Il libro è stato definito da tutti un volume complesso, in cui l'autrice cerca di approfondire le motivazioni per cui il neoliberismo, nonostante le crisi e i fallimenti (in particolare nel biennio 2007-2008), in Europa si presenta quasi come unica forma di governo possibile.
Il percorso ambizioso dell'autrice parte da questa domanda che in qualche modo permette di comprendere anche le ragioni profonde della crisi della società contemporanea e della sinistra, in particolare.
I relatori hanno evidenziato come l'approccio del volume appaia senz'altro originale: Ciocca ha approfondito gli aspetti più economicisti e i "pensieri economici" suscitati dalla lettura. Si è soffermato sui difetti e le pesanti negatività inflitte alla società contemporanea e ai popoli del mondo dal sistema economico attuale. Un sistema basato sulla crescita della produzione principalmente dovuta all'innovazione e al progresso tecnologico (addirittura, Ciocca ricorda una previsione di crescita molto audace, ma quasi rispettata, fatta da Keynes, nel 1930). Con una nota critica sui rischi di tendenziale ristagno delle nostre economie evidenziati nel volume ma che, secondo Ciocca, sarebbero piuttosto limitati.
Il filosofo Marramao ha analizzato la struttura del volume esaltandone la singolarità dell'approccio interdisciplinare: uno dei pochi casi in cui un'economista cerca di andare alle radici filosofiche dei problemi. Pennacchi mette, infatti, in campo un'affascinante multidisciplinarietà per aggredire e destrutturare le basi della dottrina economica dominante. La sua ricerca non si limita al campo delle teorie economiche, ma attraversa anche quelli della filosofia, dell'antropologia, della sociologia. Molto significativa, a questo proposito, una citazione del libro: "Sarà Tocqueville a considerare come parti della stessa sindrome - frutto dello sviluppo economico e dell'avanzare della democrazia - indebolimento delle passioni, apatia emotiva, perdita di energia volontaristica volta all'azione e alla decisione, desiderio incessante e che non può essere soddisfatto di possedere, continua inquietudine e paura della perdita, indifferenza all'oggetto specifico bramato nel caleidoscopio di un edonismo febbrile, coesistenza di desideri spasmodici e debolezza del soggetto".