A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Biblioteche parlamentari nel mondo
Le tecnologie nelle biblioteche parlamentari: osservazioni dal World e-Parliament Report 2012
Nel settembre 2012 e' stata pubblicata la terza edizione del World e-Parliament Report (Rapporto mondiale sul Parlamento elettronico), pubblicazione congiunta delle Nazioni Unite e dell'Unione interparlamentare curata dal Global Centre for ICT in Parliament, struttura nata nel 2005 su iniziativa delle due citate organizzazioni internazionali. Le prime due edizioni del Rapporto sono uscite, rispettivamente, nel 2008 e nel 2010.
Le diverse edizioni del Rapporto, risultato dell'analisi delle risposte ad ampi questionari, articolati in sezioni tematiche, inviati periodicamente (2007, 2009, 2012) ai Parlamenti di ogni parte del mondo, intendono descrivere ed esaminare la diffusione, lo sviluppo e l'effettivo utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) nei parlamenti nel mondo. La ripetizione periodica dell'indagine ha consentito ai curatori di individuare gruppi omogenei utilizzabili per operare un raffronto coerente dei dati, sviluppando in taluni casi analisi di tipo comparativo sull'evoluzione negli ultimi anni di tale fenomeno e sui diversi modi della sua realizzazione. Al questionario 2012 hanno risposto 156 parlamenti (155 parlamenti nazionali oltre al Parlamento europeo), rappresentativi in totale di 177 camere (alcuni parlamenti bicamerali hanno infatti inviato, in ragione della particolare organizzazione delle strutture amministrative, una risposta comune).
Il questionario 2012 ha riservato, come nei casi precedenti, una sezione a sé stante alla raccolta di dati relativi alle biblioteche e ai servizi di ricerca parlamentari, la cui analisi è confluita in uno specifico capitolo del Rapporto. Le domande, pur destinate a biblioteche eterogenee per funzioni, dimensioni, disponibilità di risorse e accesso alla rete internet, intendono esplorare l'uso delle tecnologie ormai più "tradizionali" e di quelle più innovative per offrire servizi diversi e più efficaci all'utenza istituzionale e, laddove tale aspetto faccia parte della missione della biblioteca, al pubblico esterno. Le domande hanno toccato aspetti quali la disponibilità di sistemi integrati per la gestione delle collezioni e dei servizi, l'esistenza e l'uso di siti web delle biblioteche, l'abbonamento e la messa a disposizione di risorse elettroniche, la creazione di servizi online, la fruibilità delle risorse informative attraverso dispositivi mobili, l'uso di social media per la condivisione dell'informazione, l'uso di software di collaborazione da parte del personale, la funzione di archiviazione elettronica della documentazione parlamentare. L'analisi contenuta nel Report è relativa ai dati forniti dai 144 parlamenti che, alla prima domanda del questionario specifico, hanno risposto di avere effettivamente una biblioteca.
I dati del Rapporto 2007 (analizzati nel Rapporto 2008) avevano rilevato come, all'interno delle amministrazioni parlamentari, le biblioteche fossero spesso degli avamposti (laddove le risorse lo consentissero) per l'introduzione della tecnologia nei processi lavorativi e nella gestione delle risorse documentarie. I dati del 2009 (analizzati nel Rapporto 2010), pur confermando la tendenziale predisposizione delle biblioteche e delle professionalità che vi operano a mettere a frutto il potenziale tecnologico per migliorare l'offerta di servizi informativi, mettevano in evidenza come la mancanza di risorse finanziarie per l'accesso agli strumenti e per la formazione del personale, unita a scarsa sensibilità alle esigenze delle strutture di supporto informativo da parte di taluni parlamenti, costituissero un ostacolo alla diffusione su ampia scala delle tecnologie nelle biblioteche parlamentari, anche laddove non si fosse in presenza di un vero e proprio digital divide. I dati raccolti nel 2012 permettono di registrare alcuni progressi e talune lacune persistenti nel panorama dell'uso delle ICT nelle biblioteche parlamentari.
In chiave positiva possono essere letti alcuni dati emersi nel Rapporto 2012, quali la discreta diffusione (oltre il 77% ne dispone, e un ulteriore 20% lo prevede) di sistemi integrati per la gestione automatizzata delle collezioni e delle risorse informative, la significativa disponibilità di cataloghi online e una discreta capacità di offrire accesso al web; tuttavia non più del 50% dei parlamenti ha dichiarato di poter fornire ai propri utenti un accesso a periodici online e banche dati specializzate su abbonamento.
Il Rapporto ha anche messo in luce che, di quelle biblioteche che hanno dichiarato di svolgere anche funzione di deposito e conservazione della documentazione parlamentare, circa il 43% è in grado di gestire archivi in formato digitale, e un ulteriore 30% prevede di farlo nel prossimo futuro.
Sul fronte dei servizi si segnala il leggero incremento della capacità di svolgere attività di reference su remoto (in particolare tramite posta elettronica), sia a beneficio dell'utenza istituzionale che a beneficio del pubblico esterno. A tale proposito dal Rapporto emerge, come linea tendenziale, un aumento del numero di biblioteche parlamentari che forniscono servizi informativi ai cittadini affiancando, appunto, all'accesso fisico alla biblioteca (non sempre possibile) un accesso alle fonti e ai servizi di informazione via telefono o email, o attraverso la consultazione del sito web della biblioteca.
Va sottolineato in tale contesto che solo il 43% delle biblioteche interessate ha risposto di possedere un proprio sito web, un dato certamente poco incoraggiante, che sembra solo in parte essere compensato dalla pubblicazione di contenuti della biblioteca sul sito generale del parlamento. Altrettanto poco incoraggiante è rilevare che, mentre circa il 90% dei parlamenti che ha risposto al questionario ha dichiarato di disporre di una LAN e di un sito intranet, solo il 58% delle rispettive biblioteche ha dichiarato di esservi connesso e di poter fruire di tale strumento per condividere risorse informative con l'utenza istituzionale.
Un cenno merita infine l'uso, tuttora limitato ma in relativa crescita (13% contro il 6% del 2009), che le biblioteche parlamentari fanno dei social media (come blog, wiki, Twitter, YouTube) per condividere le informazioni con i propri utenti e per interagire con essi.
Per un approfondimento di tali spunti si rinvia al testo integrale del World e-Parliament Report disponibile, in inglese e in francese (e a breve in spagnolo), in formato PDF e ePub, sul sito del Global Centre for ICT in Parliament alla pagina http://www.ictparliament.org/WePReport2012.
Sul sito del Global Centre, alla pagina http://www.ictparliament.org/handbook-libraries è anche disponibile in pdf e ePub la pubblicazione Handbook: Information and Communication Technologies in Parliamentary Libraries, pubblicato dalle Nazioni Unite, dall'Unione Interparlamentare e dall'IFLA come strumento di riferimento per le biblioteche parlamentari che intendano adottare software e strumenti tecnologici per innovare o diversificare i servizi per la propria utenza.