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  • Marzo 2012

    • Venerdì 2

      Decreto-legge sulle liberalizzazioni: sì dell'Aula alla fiducia

      Con 237 voti favorevoli, 33 contrari e 2 astenuti l'Assemblea il 1 marzo ha dato il via libera al ddl 3110 di conversione del decreto-legge sulle liberalizzazioni. Il Governo aveva posto la questione di fiducia su un emendamento interamente sostitutivo del testo. Il provvedimento passa ora all'esame della Camera.

      Il testo del ddl era stato licenziato il 28 febbraio dalla Commissione Industria.Come riferito in Aula dai senatori Vicari e Bubbico, nella seduta antimeridiana del 29 febbraio, il Senato è impegnato da circa un mese ad esaminare questo provvedimento, prima in Commissione poi in Aula. La Commissione Industria ha svolto un lavoro giornaliero, impegnata quasi giorno e notte, nella prima fase cercando di ascoltare tutte le categorie interessate, tutti i destinatari del provvedimento; sono state svolte circa 50 audizioni, cercando di approfondire tutte le problematiche e gli aspetti migliorativi che potevano, dai rappresentanti delle categorie, pervenire nella riflessione della Commissione. Si è quindi svolto anche un attento esame dei singoli articoli, avendo visto alla fine ammissibili circa 1.400 emendamenti.

      E' stata sottolineata dai relatori anche l'intensità del lavoro del Governo e l'attenzione che esso ha saputo manifestare al ruolo e alla funzione del Parlamento, attraverso una grande partecipazione al lavoro della Commissione.

      Il provvedimento - come dichiarato dalla sen. Vicari nella sua relazione - "mira ad abbandonare progressivamente la logica del sussidio alle imprese, come anche l'idea di poter utilizzare l'amministrazione pubblica come ammortizzatore sociale o, peggio ancora, che venga interpretata esclusivamente come un Bancomat a disposizione del sistema, a prescindere dalla qualità della spesa. La liberalizzazione dell'economia rappresenta dunque una via ineludibile per l'Italia se vuole uscire dalla crisi, rinsaldando le fondamenta della propria economia. Ed essenziale quindi diviene una complessiva e generalizzata opera di revisione di tutto il quadro normativo e regolamentare che, a diversi livelli di Governo e di competenza e senza distinzioni tra categorie, interessi e settori economici, elimini le molte ingiustificate situazioni di barriera all'accesso e le rendite di posizione ancora esistenti.
      L'obiettivo è quello di ampliare le opportunità di lavoro e le prospettive di mobilità e di promozione sociale".



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