Sintesi dell'attività svolta dal giugno 2007 al gennaio 2008

Il Comitato per le questioni degli Italiani all'estero nella XV legislatura è stato istituito dalla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari del Senato nella seduta del 30 gennaio 2007 e costituito dal Presidente del Senato il 15 giugno 2007 a seguito delle designazioni dei componenti proposte da ciascun Gruppo parlamentare.

Nella prima seduta, il Comitato ha adottato un documento contenente le linee guida della propria attività. Obiettivi principali erano lo studio, l'approfondimento, l'indirizzo e l'iniziativa sulle questioni degli Italiani residenti all'estero. Il Comitato intendeva approfondire i temi riguardanti gli italiani all'estero ed in particolare: la riforma dei servizi consolari, la promozione della lingua e cultura italiana, la cittadinanza, l'assistenza sociale per gli italiani all'estero indigenti, gli indebiti INPS, i passaporti e carte d'identità, l'informazione e le convenzioni bilaterali per la previdenza degli emigrati e degli immigrati e la valorizzazione del contributo degli anziani e dei giovani italiani nel mondo, il sostegno dell'impresa italiana sui mercati internazionali e nell'interscambio sinergico con le imprese italiane all'estero. Il Comitato intendeva inoltre dare tutto il suo contributo a supporto dell'iter legislativo relativo alla riforma della legge 153/71, alla riforma della legge elettorale per le circoscrizioni estero, alla riforma dei Comites e del CGIE, nonché a supporto della realizzazione della conferenza dei giovani italiani nel mondo e della promozione della conoscenza e lo studio della storia e della realtà dell'emigrazione italiana in Italia, anche attraverso l'informazione di ritorno.

La Composizione

Del Comitato hanno fatto parte 17 senatori, tra cui i 6 eletti nella circoscrizione Estero: il presidente Claudio MICHELONI (PD-Ulivo), il vice presidente Cosimo IZZO (FI), i senatori Mauro BULGARELLI (IU-Verdi-Com), Jose' Luiz DEL ROIO (RC-SE), Claudio FAZZONE (FI), Giorgio MELE (SDSE), Luigi PALLARO (Misto), Edoardo POLLASTRI (PD-Ulivo), Nino RANDAZZO (PD-Ulivo), Antonella REBUZZI (FI), Giacomo SANTINI (DCA-PRI-MPA), Learco SAPORITO (AN), Stefano STEFANI (LNP), Oreste TOFANI (AN), Giorgio TONINI (Aut), Gino TREMATERRA (UDC) e Renato Guerino TURANO (PD-Ulivo).

L'Attività

Se si escludono i periodi di forzata inattività per aggiornamento dei lavori parlamentari o l'esame della legge finanziaria, nel volgere di cinque mesi il Comitato si è riunito, in sede plenaria, 16 volte, di cui 7 per svolgere audizioni. In quattro diverse occasioni sue delegazioni si sono recate in missione all'estero per incontrare la comunità italiana e partecipare ai lavori delle commissioni continentali del CGIE, rispettivamente a Miami, Lussemburgo, New York e Guayaquil. Riunioni ristrette sono state tenute dal gruppo di coordinamento (Micheloni, Izzo, Pollastri, Saporito e Stefani), per l'organizzazione dei lavori, e dai gruppi di lavoro tematici, che si sono occupati rispettivamente di: riforma del CGIE e dei Comites (Micheloni, Mele, Pallaro e Turano); legge elettorale (Saporito, Micheloni, Rebuzzi, Pallaro, Pollastri, Turano e Randazzo); questioni INPS (Mele, Pallaro e Pollastri); informazione (Randazzo, Del Roio e Santini).

Sulla legge elettorale

Tra le prime questioni affrontate dal Comitato è stata quella dei presunti brogli elettorali nella circoscrizione estero, denunciati in un video pubblicato da "Repubblica.it". In una lettera inviata al presidente del Senato Marini, il Comitato si pronunciava all'unanimità a favore della opportunità che "la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari procedesse ad una verifica del voto avvenuto nella Circoscrizione estero al fine di accertare eventuali irregolarità e tutelare l'immagine dei parlamentari eletti in quella circoscrizione e l'Istituzione di cui essi sono componenti". Il Comitato riteneva inoltre necessario che fosse portato con urgenza all'ordine del giorno dell'Assemblea un dibattito sulle procedure del voto all'estero e sulle presunte irregolarità che potessero essere avvenute nel corso delle elezioni politiche del 2006.

Inizia così "ufficialmente" il confronto tra le forze politiche anche su possibili modifiche alla legge n. 459 del 2001, che interessa il voto all'estero; ad avere la precedenza però è la riforma della legge per la elezione di Camera e Senato. Il dibattito in Commissione di merito inizia al Senato, in Commissione affari costituzionali e proseguirà, sotto la direzione del presidente Bianco, fino alla fine anticipata della legislatura, senza poter approdare in Assemblea.

L'apposito gruppo tematico costituito in seno al Comitato e guidato dal senatore SAPORITO non ha avuto il tempo di concludere i propri lavori, che puntavano ad un testo largamente condiviso. Partendo dall'esigenza di avere maggiore certezza riguardo al voto espresso per corrispondenza, le proposte principalmente all'attenzione riguardavano l'istituzione di comitati elettorali presso i consolati (analogamente a quanto avviene per il rinnovo dei Comites) con il ruolo, questa volta, di sovrintendere e di coadiuvare le attività connesse alla gestione del materiale elettorale; l'introduzione di elementi che dessero certezza circa la regolare espressione del voto (ad esempio, l'utilizzo di un codice a barre per l'identificazione, l'apposizione della firma, l'indicazione della data di nascita o degli estremi di un documento di riconoscimento); il coinvolgimento anche di altre Corti d'appello nello scrutinio delle schede votate che, accentrato sulla sola Corte d'appello di Roma, comporta il reperimento di un numero enorme di scrutatori su uno stesso territorio, ove peraltro occorre costituire i seggi elettorali per lo svolgimento delle procedure di voto; la possibilità di tracciare il percorso postale del materiale elettorale in terra straniera.

Sull'istituzione di una Giunta

Sin dalle prime riunioni viene rappresentata la necessità di dotare il Comitato di maggiori poteri e in questo senso vengono avviati contatti con la Presidenza del Senato. In campo legislativo la competenza è delle Commissioni permanenti e quindi non possono esservi sovrapposizioni. Un punto soddisfacente di mediazione sembra essere rappresentato dalla istituzione di una Giunta, organo che, secondo il Regolamento, esprime pareri su provvedimenti che hanno per oggetto materie di sua competenza. Su questa soluzione si registra un accordo unanime tra le diverse forze politiche e anche il favore della Presidenza del Senato; una proposta di modifica del Regolamento per l'istituzione della Giunta per gli affari delle Comunità italiane residenti all'estero è stata depositata agli atti del Senato e si è in attesa che la Giunta per il Regolamento possa esaminarla. L'istituzione di un organo parlamentare permanente costituirebbe una svolta strategica per dare una maggiore efficacia al dibattito politico-parlamentare sulle questioni degli italiani nel mondo; l'auspicio è pertanto che se non in questa legislatura almeno nella prossima il tema venga affrontato compiutamente dalla Giunta per il Regolamento del Senato.

Incontro con il Vice Ministro Danieli

Nel luglio del 2007 il Comitato dedica due riunioni per ascoltare il vice ministro sen. Franco Danieli, che ha la delega per gli italiani nel mondo. Per far fronte al deterioramento della rete consolare diplomatica, secondo il Vice Ministro occorre recuperare risorse economiche, riqualificare il personale, introdurre nuove tecnologie, in particolare di tipo informatico. Il programma SIFC (Sistema integrato funzioni consolari), di prossima attuazione, consentirà la semplificazione amministrativa e un migliore raccordo tra Comuni, Ministero degli affari esteri, Ministero dell'interno e rete consolare. Al riguardo sottolinea le aumentate esigenze legate al voto degli italiani all'estero, ai referendum, al rilascio del passaporto elettronico.

La presenza di 18 parlamentari eletti nel Parlamento repubblicano impone una riforma della rappresentanza, e in particolare del CGIE, che può essere ottenuta attraverso la formulazione da parte del Governo di una proposta di legge organica oppure di proposte emendative a provvedimenti di iniziativa parlamentare.

La necessità, inoltre, di bonificare le anagrafi elettorali impone l'impiego di digitatori con contratto interinale, contratti rispetto ai quali vi è l'intenzione di incrementare lo stanziamento previsto. Dall'incrocio delle liste AIRE con le anagrafi consolari risulta una differenza di 578.000 non iscritti solo MAE, rispetto ai quali sono pervenute ai comuni di appartenenza richieste di allineamento o bonifica dell'anagrafe per oltre il 50 per cento dei casi. Tuttavia la complessità delle procedure rende particolarmente difficile la bonifica delle anagrafi consolari.

Il processo di globalizzazione ha determinato un forte aumento delle competenze della rete consolare cui non ha corrisposto un aumento del personale, pur essendo necessaria una razionalizzazione della rete consolare. Il Ministero degli affari esteri ha realizzato una mappatura molto dettagliata delle spese delle sedi consolari, anche alla luce del rapporto tra pratiche evase e personale assegnato, su cui c'è stata la pronuncia dei Comites. Ciò ha consentito la predisposizione di uno schema di razionalizzazione della rete consolare diplomatica con l'accorpamento di rappresentanze permanenti presso organizzazioni internazionali aventi sede nella stessa città; l'istituzione di cancellerie consolari in luogo di consolati generali; in qualche caso la chiusura di sedi consolari, il cui personale potrebbe essere impiegato nelle sedi vicine; l'apertura di un consolato generale a Mosca e di rappresentanze diplomatiche a Kishnau, in Moldova, oltre a nuove sedi consolari in India, Cina e Venezuela; infine il rafforzamento della sede di Newark.

Per fronteggiare i richiamati problemi della rete consolare, il Governo ha previsto altresì, nell'ambito del Documento di programmazione economico-finanziaria, un aumento delle risorse assunte a tempo indeterminato, oltre a quelle assunte a contratto, e il rinnovamento di alcune sedi (come nel caso di Montevideo).

I numerosi interrogativi suscitati nei parlamentari da questi annunci del rappresentante del Governo stimolano l'indizione di una seconda riunione, nella quale si entra ancor più nello specifico delle misure che il Governo intende adottare riguardo alla rete consolare. Nello spirito di una razionalizzazione della rete consolare, che trae spunto dalla legge finanziaria per il 2007, Il Vice Ministro afferma come il Ministero degli affari esteri sia orientato ad adottare una serie di interventi tesi a: accorpare rappresentanze permanenti presso organizzazioni internazionali aventi sede nella stessa città; istituire cancellerie consolari presso le ambasciate in capitali dove sono presenti anche uffici consolari; ridefinire la classe di alcune sedi consolari, in maggiore aderenza alle necessità operative; valorizzare il ruolo dei consoli onorari e dei corrispondenti consolari; recuperare la produttività delle sedi consolari; favorire sinergie di tipo amministrativo con gli altri Stati europei; utilizzare il Fondo assunzioni in deroga per un incremento sostanziale del personale di ruolo e a contratto a tempo determinato; potenziare gli uffici addetti al riconoscimento della cittadinanza. Il Gruppo di lavoro per l'informatizzazione dei servizi consolari, operante presso la Direzione degli italiani nel mondo, che ha già permesso l'allineamento dei siti Web degli uffici consolari e prodotto la Guida consolare unica, ha tra i suoi obiettivi quello di consentire al residente all'estero l'accesso con una propria utenza alle informazioni personali che lo riguardano, non solo per la consultazione ma anche per la segnalazione di variazioni.

Incontro con il C.G.I.E

Il secondo appuntamento di livello istituzionale cade il 19 luglio 2007, quando il Comitato incontra un'ampia delegazione del Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE): si tratta di un primo incontro che inaugura una più generale collaborazione e che risulta utile per una valutazione delle priorità da affrontare. Incontro che avviene in concomitanza con la riunione ordinaria del Consiglio e che costituisce il riconoscimento della rappresentatività di tale organismo, anche in vista di una sua riforma.

Il segretario generale del CGIE Elio Carozza, i vice segretari generali Lorenzo Losi, Francisco Nardelli, Giovanni Rapanà e Andrea Amaro e i consiglieri Gian Luigi Ferretti, Augusto Sorriso, Silvana Mangione, Dino Nardi e Michele Schiavone, nel corso dei loro interventi, esprimono apprezzamento per il programma dei lavori che il Comitato si è dato, al quale non faranno mancare il supporto del CGIE. In questo senso va l'invito, formulato dal dr. Carozza al Comitato, a partecipare ai lavori non solo dell'Assemblea generale ma anche e soprattutto delle Commissioni continentali, che si tengono due volte l'anno nelle diverse ripartizioni, e delle Commissioni tematiche, dove la rappresentazione delle questioni è quanto mai aderente alle istanze dei nostri connazionali. Una conoscenza effettiva della realtà degli italiani all'estero aiuta a comprendere quale risorsa essi rappresentino per il futuro di questo Paese nei rapporti con l'estero di natura economica, politica, negli scambi culturali, nei percorsi di formazione universitaria e professionale, anche delle generazioni residenti in Italia. Viene confermata la necessità di una riforma del CGIE e segnalata quella dell'editoria all'estero; priorità del Consiglio è quella di lavorare ad una maggiore diffusione della lingua e della cultura italiana e di dar vita ad una Conferenza dei giovani italiani all'estero. Per quanto riguarda le procedure di espressione del voto da parte degli italiani all'estero, è stata espressa preoccupazione per una eventuale soppressione del voto per corrispondenza che, pur necessitando di aggiustamenti, ha consentito la maggiore partecipazione possibile nel corso dell'ultima tornata elettorale. Assai sentita è stata anche l'esigenza di una riapertura dei termini per l'ottenimento della cittadinanza italiana; di una effettiva valorizzazione del ruolo delle donne nella trasmissione dei valori, della lingua e della cultura; di una proroga della no tax area per il futuro; del mantenimento e rafforzamento dell'assistenza sociale ai meno abbienti e dell'urgente miglioramento della rete consolare.

Incontro con i rappresentanti dei frontalieri

Sempre a luglio il Comitato incontra una delegazione di rappresentanti sindacali dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera, tra cui Roberto Cattaneo presidente del Consiglio Sindacale Interregionale Ticino-Lombardia, Claudio Pozzetti responsabile nazionale frontalieri CGIL, Gianmarco Gilardoni responsabile nazionale frontalieri CISL, Gianluca Lodetti del patronato INAS CISL e Giacomina Cassina della CISL di Roma. Tema dell'incontro: i trattamenti speciali di disoccupazione in favore dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera divenuti disoccupati a seguito di cessazione non a loro imputabile del rapporto di lavoro ovvero per mancato rinnovo del contratto di lavoro stagionale.

In attuazione di un accordo fra Italia e Svizzera, la legge n.147 del 5 giugno 1997 stabilisce che i contributi per la disoccupazione, versati da circa 40.000 lavoratori frontalieri italiani al fondo di previdenza svizzero e da questo retrocessi all'INPS, vanno a costituire un apposito fondo per la corresponsione dei trattamenti speciali di disoccupazione nei casi previsti dalla legge. Di fatto, alla data del 1° giugno 2009 i lavoratori frontalieri si troveranno a versare un contributo del quale non verrà più effettuata la retrocessione. Ancorché la presunta consistenza del fondo speciale istituito presso l'INPS dovrebbe consentire, secondo stime dei sindacati, la corresponsione oltre quella data dell'indennità di disoccupazione agli aventi diritto, è diffusa la preoccupazione riguardo alla soluzione che il Governo italiano vorrà adottare, anche al fine di consentire ai lavoratori che dovessero perdere il lavoro di trovare ancora spazio nel mercato del lavoro elvetico.

I parlamentari presenti convengono sulla necessità di impegnare il Governo a valutare se esistano le condizioni per rinegoziare l'accordo con la Svizzera, anche alla luce del fatto che le ritenute per il fondo disoccupazione continueranno ad essere operate ai lavoratori frontalieri nella Confederazione Elvetica. Vi è altresì pieno accordo sulla necessità di verificare direttamente con l'INPS la consistenza del fondo speciale di cui alla legge 147/97 e la sua utilizzabilità fino ad esaurimento anche oltre la scadenza del 1° giugno 2009.

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Dopo la pausa estiva vengono effettuate le prime missioni all'estero, occasione di incontro con le comunità e i loro rappresentanti in seno ai Comites e al CGIE particolarmente significativa per i parlamentari eletti in Italia. I problemi maggiormente avvertiti dai nostri connazionali che vivono all'estero vengono "toccati con mano": cresce l'attenzione ma anche la consapevolezza di quale debba essere la direttrice dell'agire politico.

Incontro con i patronati

Il 23 ottobre vengono invitati ad un confronto i rappresentanti dei patronati che operano all'estero, tra cui: il Ce.Pa con ACLI, INCA-CGIL, INAS CISL e ITAL-UIL; il C.I.P.A.S. con ENAS, EPAS e SIAS; il C.O.P.A.S. con ACAI e INPAS. Gli argomenti da trattare sono talmente tanti che si preferisce limitare il campo alle questioni che riguardano i pagamenti delle pensioni all'estero e le altre prestazioni fornite dall'INPS, anche in vista dell'incontro che il Comitato avrà con il direttore generale del predetto Istituto di lì a breve.

I numerosi interventi pongono in risalto la difficoltà con cui i Patronati si trovano ad operare all'estero, in mancanza di un'adeguata informazione e un coinvolgimento da parte dell'INPS, nonostante siano espressamente previste forme di concertazione.

Tracciando un quadro delle disfunzioni nelle prestazioni erogate dall'Istituto di previdenza, sono stati evidenziati e confermati i problemi ormai ben noti. Ritardati se non addirittura mancati pagamenti per errori negli indirizzi degli assistiti; scarsa diffusione sul territorio degli sportelli bancari abilitati al pagamento delle pensioni; addebito agli utenti dei costi di intermediazione, in violazione del capitolato; assenza di controlli da parte dell'INPS sul rispetto del capitolato da parte delle banche subappaltanti. Le pensioni all'estero pur dovendo essere pagate in Euro vengono spesso corrisposte in valuta locale, anche quando ciò non è imposto dalla legislazione del Paese. C'è totale assenza di un monitoraggio, da parte dell'INPS, del rispetto delle condizioni previste dalla convenzione per il pagamento delle pensioni e del rispetto della privacy e della sicurezza da parte delle banche locali.

Non sono mancati i riferimenti agli indebiti INPS, per sanare i quali è stato presentato anche un apposito emendamento alla finanziaria da parte dei senatori del collegio Estero.

E' stata proposta l'istituzione di un Osservatorio permanente presso l'INPS per condividere con i Patronati l'esame dei problemi e l'individuazione delle possibili soluzioni. Grande rilievo è stato dato anche all'adozione di procedure che consentano ai Patronati di corrispondere al meglio alle istanze dei pensionati attraverso un collegamento diretto ai sistemi informatici dell'INPS e all'applicazione delle detrazioni per i familiari a carico anche a favore dei residenti all'estero.

Incontro con i rappresentanti INPS

Due giorni dopo, il 25 ottobre, è la volta del direttore generale dell'INPS, dr. Vittorio Crecco, accompagnato dal dr. Fulvio Mosetti, direttore responsabile delle convenzioni internazionali. Dalla relazione del dr. Crecco emerge una situazione fortemente problematica ma in via di positivo assestamento. Il Direttore Generale sottolinea il carattere innovativo delle scelte che connotano la nuova convenzione, rispetto ad una situazione anteriore nella quale il processo non era nel pieno controllo dell'Istituto. Mentre in passato l'INPS non disponeva delle informazioni sui pensionati all'estero, ora, pur tra mille difficoltà, sta completando una base dati consistente che permetterà all'Istituto di corrispondere al meglio alle istanze del mondo dei pensionati all'estero. Ciò nonostante il Comitato tiene ad evidenziare il forte divario tra il quadro dipinto dal CGIE e dai Patronati e l'analisi della situazione proposta dall'INPS. E' comunque apprezzato lo sforzo sin qui compiuto dall'Istituto e l'impegno a risolvere entro qualche mese alcuni dei problemi più rilevanti. Particolarmente significativo l'impegno a far sì che in Argentina, attraverso l' accordo con la rete di agenzie collegate alla BNL, entro dicembre sia risolto il problema della scarsa diffusione di sportelli di pagamento. Sono inoltre al vaglio forme diverse di verifica dell'esistenza in vita degli assistiti, per limitare i disagi a chi è particolarmente anziano. Riaffermato anche il protocollo con i Patronati, rispetto al quale è allo studio un addendum con riferimento alle procedure che potranno essere utilizzate da questi ultimi nella trattazione on line delle pratiche. In quest'ottica verrà stimolato il lavoro del tavolo permanente con i Patronati, anche in una composizione più allargata. Buone notizie anche per chi è stato indebitamente richiesto di pagare somme a titolo di commissioni bancarie: tali somme saranno progressivamente rimborsate, senza necessità di alcuna istanza da parte dell'interessato. Per agevolare le comunicazioni con l'Istituto, in ogni Paese estero è stata attivata una casella di posta elettronica dell'Istituto che consente la trasmissione dei dati personali, anche attraverso i Patronati. Al termine, concorde è l'auspicio di forme di collaborazione tra l'INPS e il Comitato parlamentare tese a favorire l'adeguamento della legislazione vigente alle mutate esigenze dell'Istituto di previdenza.

Nuovo incontro con il C.G.I.E

Dopo la pausa per l'esame della legge finanziaria, nell'ambito della quale grazie all'impegno dei senatori membri del Comitato si prevede un aumento delle risorse impegnate per gli italiani all'estero, a dicembre il Comitato incontra nuovamente il Comitato di Presidenza del CGIE, per un giro d'orizzonte sulla riforma delle leggi istitutive del CGIE e dei Comites. Una riforma giudicata ormai improcrastinabile dalla presenza della rappresentanza parlamentare, quale momento di sintesi degli interessi e delle istanze delle comunità italiane residenti all'estero. Al centro della riflessione vi è il nuovo ruolo da affidare a questi tradizionali organi di rappresentanza e in particolare ai Comites, la cui articolazione territoriale ne favorisce l'azione nei rapporti tra comunità residenti, uffici consolari e livelli superiori di rappresentanza. Tra gli obiettivi vi è anche quello di stimolare una maggiore partecipazione da parte dei giovani.

Conclusioni

La fine anticipata della XV legislatura interrompe prematuramente il lavoro di sette mesi svolto dal Comitato e impedisce di raggiungere i risultati auspicati all'inizio.

Rimangono sul tappeto tutti i grandi temi.

La riforma della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza. Il testo unificato di tutte le proposte di legge adottato quale testo base per l'esame della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati, prevede alcune modifiche principali: l'introduzione dello ius soli accanto allo ius sanguinis quale principio di trasmissione della cittadinanza; la riduzione da 10 a 5 anni per la naturalizzazione dello straniero legalmente residente in Italia; il riacquisto della cittadinanza senza limiti temporali per chi l'aveva perduta per acquisto di altra cittadinanza, il riacquisto della cittadinanza da parte della donna che la aveva perduta per matrimonio con straniero contratto prima del 1 gennaio 1948; il diritto al riacquisto è esteso anche ai figli, nati prima del 1 gennaio 1948, anche se la madre è deceduta; l'introduzione del requisito dell'integrazione linguistico-culturale in alcuni casi di naturalizzazione. Rimanevano ancora aperti i temi del riconoscimento della cittadinanza per linea materna per tutti i discendenti (e non solo figli) anche se nati prima del 1 gennaio 1948 e l'estensione del diritto al riacquisto anche per i figli maggiorenni al momento del riacquisto da parte dei genitori.

La riforma e la razionalizzazione della rete consolare. Le nostre collettività all'estero lamentano sempre più uno standard dei servizi consolari non adeguato alle proprie esigenze, rispetto a quelli di altri Consolati. L'esigenza di contemperare i vincoli di bilancio con la necessità di assicurare maggiore efficacia dei servizi consolari e l'opportunità di aprire nuovi consolati in aree del mondo di particolare interesse economico per il nostro Paese rappresenta una sfida per lo Stato, sempre più urgente da risolvere.

L'estensione ai cittadini italiani ultrasessantacinquenni, nati in Italia, residenti all'estero, in condizioni economiche disagiate, dell'assegno sociale erogato dall'INPS ai residenti in Italia che si trovano nelle stesse condizioni. Il testo base adottato in Commissione alla Camera dei deputati prevedeva che l'assegno ammontasse ad euro 90 per il primo anno, a 106,5 euro per il secondo ed a 123 euro per il terzo e a regime. La gradualità nell'erogazione dell'assegno e la sua entità sarebbero stati determinati dalle risorse finanziarie realisticamente disponibili.

Il nuovo regime di pagamento delle pensioni all'estero ed il problema degli indebiti INPS.

La necessità di assicurare un'assistenza sanitaria agli italiani indigenti residenti all'estero sulla base di interventi differenziati che tengano conto delle specificità locali. Le esperienze poste in essere in Colombia, Venezuela e Argentina dimostrano che si sta prestando attenzione ai bisogni sanitari della popolazione italiana più sfortunata, prendendo atto che sono "realtà paese" molto diverse.

La riforma della legge sul voto nella Circoscrizione Estero e per il rinnovo degli organi di rappresentanza delle collettività italiane residenti all'estero e cioè il CGIE ed i Comites.

La riforma della legge 153/71 sulla diffusione e promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo. Il nuovo contesto e le nuove esigenze derivanti dall'interculturalità e dalla necessità di un plurilinguismo inducono ad una revisione profonda della normativa vigente. La promozione e la diffusione della lingua e cultura italiane debbono avere come obiettivo tutti gli italiani, con particolare attenzione alle nuove generazioni, ma anche tutti coloro che desiderano conoscere il nostro patrimonio linguistico e culturale.

Il lavoro di questi pochi mesi del Comitato per le questioni degli italiani all'estero è stato ispirato dalla consapevolezza che gli italiani residenti all'estero sono una risorsa per l'Italia, una risorsa economica, sociale, culturale e politica.

L'auspicio è che con tale convinzione sia ripresa e sviluppata questa attività rivolta ai residenti all'estero nel Parlamento della XVI Legislatura repubblicana.



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