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Senato del Regno - Assemblea

Resoconti: volumi e indici

XXVI Legislatura (dall'11 giugno 1921 al 10 dicembre 1923)

Presidente del Senato

Altre informazioni sulla legislatura

Nella XXVI legislatura del Regno si svolsero in Senato 172 sedute in un’unica sessione. Il discorso della Corona nella seduta d’inaugurazione dell’11 giugno 1921 riguardò le questioni del dopoguerr...Leggi tutto

Presidente del Senato

Altre informazioni sulla legislatura

Nella XXVI legislatura del Regno si svolsero in Senato 172 sedute in un’unica sessione. Il discorso della Corona nella seduta d’inaugurazione dell’11 giugno 1921 riguardò le questioni del dopoguerra, il confine orientale, la finanza e l’educazione delle classi popolari. Tommaso Tittoni fu confermato presidente del Senato il 14 giugno 1921.

Poco dopo l’inizio della legislatura, al V Governo Giolitti (15 giugno 1920-4 luglio 1921) subentrò il I Governo Bonomi (4 luglio 1921-26 febbraio 1922). Il 27 giugno 1921 Giolitti aveva rassegnato le dimissioni poiché la maggioranza a sostegno del governo era molto ristretta. Tra i primi provvedimenti proposti dal governo, fu prorogato l'esercizio provvisorio sino al 31 dicembre 1921 (legge 31 luglio 1921, n. 1013) e varata la riforma dell'amministrazione dello Stato, la semplificazione dei servizi e la riduzione del personale (legge 13 agosto 1921, n. 1080).

Il 4 novembre 1921, nell’anniversario della vittoria, si svolse la cerimonia della traslazione della salma del milite ignoto da Aquileia a Roma: fini e organizzazione dell’evento furono stabiliti dalla legge 11 agosto 1921, n. 1075, Per la sepoltura in Roma, sull'Altare della Patria, della salma di un soldato ignoto caduto in guerra.

La vita dei partiti politici democratici iniziò in quel periodo a essere fortemente limitata dal crescendo delle violenze fasciste, cui si aggiunse l’azione repressiva del governo guidato da Mussolini da fine ottobre 1922. Durante il XVIII congresso del Psi a Milano (10-15 ottobre 1921), la mozione massimalista prevalse su quella riformista, dopo la decisione, votata nel III congresso dell’Internazionale a Mosca (22 giugno-12 luglio 1921), di espellere la corrente moderata. Il 4 ottobre 1922, durante il XIX Congresso del Psi, la corrente riformista, facente capo a Filippo Turati, Claudio Treves e Giacomo Matteotti, fondò il Partito socialista unitario.

Durante il III congresso del Partito popolare italiano a Venezia (20-23 ottobre 1921) furono discussi il decentramento amministrativo e la collaborazione con altri partiti. Il 7 dicembre 1921 fu fondata l’Università cattolica del Sacro Cuore.

Il 9 novembre 1921 fu fondato a Roma il Partito nazionale fascista durante il terzo congresso dei Fasci di combattimento.

Nel marzo 1922 si svolse il II congresso del Partito comunista d’Italia, in cui furono approvate le “tesi di Roma” (20-24 marzo 1922).

 

Il 6 febbraio 1922 salì al soglio pontificio papa Pio XI (al secolo Achille Ratti), dopo la morte di papa Benedetto XV, avvenuta il 22 gennaio 1922.

Nell’autunno 1921 la questione dell’ordine pubblico fu discussa alla Camera dei deputati, dopo il fallimento, nel corso dell’estate, del patto di pacificazione tra fascisti e socialisti, firmato il 3 agosto 1921 alla presenza del presidente della Camera Enrico De Nicola. Alla Camera dei deputati, il 29 novembre 1921, si aprì la discussione su due mozioni, una del gruppo socialista sullo squadrismo fascista e sulle devastazioni di camere del lavoro, sedi di leghe, cooperative e circoli, e una del gruppo fascista sugli scioperi dei pubblici dipendenti e sull’interruzione dei pubblici servizi. La discussione, in cui era intervenuto il 2 dicembre 1921 anche Giacomo Matteotti, si chiuse il 6 dicembre 1921 con un voto di fiducia al Governo e con la votazione della mozione Rocco. Pochi mesi più tardi, a seguito del fallimento della Banca italiana di sconto nel dicembre 1921, il gruppo democratico della Camera ritirò il proprio sostegno al Governo Bonomi, che il 2 febbraio 1922 presentò le dimissioni, confermate il 17 febbraio 1922 dopo un primo rinvio alle Camere da parte del re.

Il I Governo Facta, subentrato il 26 febbraio 1922, ottenne la fiducia della Camera il 18 marzo 1922. Nella primavera-estate 1922 la questione del deterioramento dell’ordine pubblico continuò a essere discussa alla Camera, dove furono presentati atti di sindacato ispettivo sulla situazione nelle province. Al Senato nella discussione sul disegno di legge relativo agli Stati di previsione della spesa del Ministero dell’interno per gli esercizi finanziari 1921-22 e 1922-23, il 9 e il 10 giugno 1922 il presidente del Consiglio Facta e i senatori Ferri, Tanari e Gallini intervennero sulla situazione dell’ordine pubblico nelle province dell’Emilia Romagna e in altre province confinanti. Nel luglio 1922 furono posti all’ordine del giorno della Camera gli scioperi dei servizi ferroviari (5 luglio 1922) e i disordini in varie province (tra cui Viterbo l’11 luglio, Ferrara il 15 luglio, Tolentino e Sestri Ponente il 17 luglio). Il 19 luglio 1922 fu discussa alla Camera la mozione presentata da Filippo Turati sulla tutela della libertà, della casa, della vita dei cittadini e del pieno e libero esercizio del mandato legislativo; il 20 luglio, dopo la votazione dell’ordine del giorno Longinotti di sfiducia al Governo per la mancata pacificazione del paese, Facta comunicò le sue dimissioni.

Il 1° agosto 1922 si costituì il II Governo Facta. Tra il 31 luglio e il 2 agosto 1922 si era svolto lo “sciopero legalitario” indetto dall’Alleanza del lavoro. Nei giorni successivi alla conclusione dello sciopero, tra il 3 e il 4 agosto 1922, si verificarono in numerose città d’Italia aggressioni e devastazioni da parte degli squadristi a danno di circoli e sedi di partito e sindacali. A Milano il 3 agosto 1922 fu assaltato Palazzo Marino, sede del comune, e fu distrutta anche la sede del giornale socialista «Avanti!». I fatti avvenuti a Genova, Parma e Milano furono discussi nella seduta della Camera del 10 agosto 1922.

Il 27 ottobre 1922 il presidente del Consiglio Facta presentò nuovamente le dimissioni, dopo il convegno fascista di Napoli (24 ottobre 1922). A seguito dell’occupazione di stazioni ferroviarie, prefetture, uffici postali e telegrafici da parte di squadre fasciste provenienti da varie regioni d’Italia, il presidente del Consiglio preparò un decreto in cui veniva dichiarato lo stato d’assedio, decreto che il 28 ottobre 1922, giorno della “marcia su Roma”, Vittorio Emanuele III rifiutò di firmare. A Milano il 30 ottobre fu nuovamente assaltata e devastata la sede dell’«Avanti!». Le devastazioni e gli scontri provocarono numerosi morti e feriti.

Mussolini, giunto a Roma da Milano il 30 ottobre 1922, ricevette da Vittorio Emanuele III l’incarico di formare il nuovo governo, che fu costituito il 31 ottobre 1922. La presentazione alla Camera dei deputati avvenne il 16 novembre 1922 (discorso del bivacco). Con la legge 3 dicembre 1922, n. 1601, furono delegati i pieni poteri al Governo per il riordinamento del sistema tributario e della pubblica amministrazione. Tra il dicembre 1922 e il gennaio 1923 furono istituiti il Gran Consiglio del fascismo e la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale. Il 26 febbraio 1923 il Partito nazionale fascista assorbì l’associazione nazionalista.

Nel frattempo nel paese si intensificarono le violenze da parte delle formazioni fasciste. Tra il 18 e il 20 dicembre 1922 fu devastata a Torino la sede del giornale di Antonio Gramsci «Ordine nuovo» e furono incendiati alcuni circoli operai e della locale Camera del lavoro. Piero Gobetti, fondatore l’anno precedente della rivista «La Rivoluzione liberale», fu arrestato nel febbraio 1923 e rilasciato pochi giorni dopo grazie alla difesa di esponenti della cultura, tra cui Benedetto Croce. Tra il febbraio e il marzo 1923 furono arrestati i dirigenti comunisti e altri oppositori dei fascisti: nel febbraio-marzo 1923 furono incarcerati Amadeo Bordiga, Ruggero Greco, Giacinto Menotti Serrati; nel settembre furono arrestati Palmiro Togliatti e Angelo Tasca. Furono vittime di aggressioni anche Giuseppe Emanuele Modigliani (febbraio 1923) e Alfredo Misuri (29 maggio 1923).

Nella primavera del 1923 nel IV congresso del Partito popolare a Torino (12-14 aprile 1923) fu votato un ordine del giorno favorevole al sistema proporzionale nell’elezione della Camera dei deputati e contrario al progetto governativo di riforma elettorale (la cosiddetta legge Acerbo). I membri del governo iscritti al Partito popolare furono convocati da Mussolini il 17 aprile a seguito degli esiti del Congresso e il 23 aprile presentarono le dimissioni. Il 25 aprile 1923 il cardinale Gasparri ricordò ai vescovi italiani la circolare del 2 ottobre 1922 in cui la Santa Sede invitava ad attenersi alla prudenza, evitando atteggiamenti di favoritismo verso i partiti politici. Al congresso di Torino seguirono le dimissioni di Luigi Sturzo da segretario del Partito popolare (10 luglio 1923) e aggressioni fasciste contro organizzazioni cattoliche in numerose città e contro membri del clero, tra cui si ricorda don Giovanni Minzoni, ucciso il 23 agosto 1923 ad Argenta.

Furono oggetto di devastazioni l’abitazione romana di Francesco Saverio Nitti, ex presidente del Consiglio, il 29 novembre 1923 e la sede del giornale «La Giustizia» di Milano, organo del Partito socialista unitario, il 10 dicembre. Il 12 dicembre 1923 furono sospese le pubblicazioni di alcuni giornali di sinistra. Il 26 dicembre il deputato Giovanni Amendola, direttore del giornale «Il Mondo», subì la prima aggressione a Roma.

Sul piano della politica estera e delle vicende internazionali, la conferenza interalleata svoltasi a Cannes tra il 6 e il 13 gennaio 1922 riguardò la revisione dei trattati di pace della prima guerra mondiale e la ricostruzione tedesca. La questione delle riparazioni fu riproposta il 9 dicembre 1922 nella conferenza di Londra, poi, tra il 2 e il 4 gennaio 1923, nella conferenza di Parigi, cui partecipò l’ambasciatore e senatore Pietro Tomasi della Torretta. Alla conferenza seguì l’11 gennaio 1923 l’occupazione del bacino minerario della Ruhr da parte di divisioni francesi e belghe, che durò fino al 25 agosto 1925. Nella conferenza navale di Washington, iniziata nel novembre 1921, furono firmati tre trattati (6 febbraio 1922) riguardanti la consistenza delle flotte di Stati Uniti d’America, Gran Bretagna, Giappone, Francia e Italia, e le relazioni con la Cina e le regioni dell’Oceano Pacifico. La ricostruzione economica e finanziaria nel nuovo assetto mondiale postbellico fu argomento della conferenza di Genova (10 aprile-19 maggio 1922) a cui parteciparono 34 nazioni. Pochi giorni dopo l’apertura della conferenza fu siglato, il 16 aprile 1922, il trattato di Rapallo tra la Germania e l’Urss sulla ripresa delle relazioni diplomatiche e commerciali (cosiddetto secondo trattato di Rapallo). La revisione del trattato di Sèvres stipulato tra gli Stati vincitori del primo conflitto mondiale e la Turchia fu oggetto, nel novembre 1922, della conferenza internazionale di Losanna. I lavori si conclusero con la proclamazione della Repubblica turca nel luglio 1923. Nella stessa estate, il 27 agosto 1923, i soldati italiani inviati a delimitare il confine greco-albanese furono uccisi in un’imboscata a Giannina in Grecia, che provocò, come reazione, l’occupazione italiana di Corfù (31 agosto-27 settembre 1923).

Alcuni trattati e accordi regolarono le relazioni tra Italia e Regno dei serbi, croati e sloveni. Il 23 ottobre 1922 fu firmato l’accordo italo-iugoslavo di Santa Margherita per l’esecuzione delle convenzioni stipulate a Rapallo il 12 novembre 1920 (legge 21 febbraio 1923, n. 281). Il trattato di Roma riguardò la questione della città libera di Fiume (regio decreto-legge 22 febbraio 1924, n. 211, convertito nella legge 10 luglio 1925, n. 1512): a Fiume, nel marzo 1922, il governo Zanella venne rovesciato da ex legionari fascisti e nazionalisti; l'Assemblea costituente fiumana rimase costituita dalla sola minoranza aderente ai partiti annessionisti (21 marzo 1922), mentre la maggioranza dei membri si era rifugiata in Iugoslavia.

Il Parlamento italiano approvò nel corso della legislatura la riforma della Pubblica istruzione (nota come riforma Gentile, dal nome del ministro), realizzata mediante una serie di regi decreti, emanati sulla base della legge delega 3 dicembre 1922, n. 1601, che riguardavano le tabelle organiche del personale della pubblica istruzione (regio decreto 31 dicembre 1922, n. 1679), l’ordinamento e le attribuzioni del ministero della Pubblica istruzione (regio decreto 16 luglio 1923, n. 1753), l’istruzione media e convitti nazionali (regio decreto 6 maggio 1923 nr. 1054), le disposizioni sull’ordinamento dell’istruzione superiore (regio decreto 30 settembre 1923, n. 2102), la riorganizzazione dell’insegnamento elementare (regio decreto 1° ottobre 1923, n. 2185), il riordino degli istituti superiori di magistero (regio decreto 13 marzo 1923, n. 736).

Nello stesso periodo fu emanato il regio decreto-legge 29 marzo 1923, n. 1429, concernente il riconoscimento della giornata lavorativa di otto ore, conformemente alla convenzione della conferenza dell'Organizzazione internazionale del lavoro della Società delle Nazioni di Washington; furono inoltre varati provvedimenti volti a favorire l’efficienza e la modernizzazione dei servizi e dei rapporti sociali, come la concessione del servizio telefonico a società private (regio decreto 8 febbraio 1923, n. 399) e l’abolizione del monopolio statale sulle assicurazioni sulla vita (regio decreto 29 aprile 1923, n. 966).

La legge 18 novembre 1923, n. 2444 (legge Acerbo, dal nome del deputato Giacomo Acerbo) previde l’adozione del sistema maggioritario all’interno di un collegio unico nazionale e il premio di maggioranza di due terzi dei seggi alla lista con il maggior numero di voti (356) mentre i seggi restanti (179) venivano ripartiti su base proporzionale tra le liste rimaste in minoranza.

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Atti parlamentari della Camera dei Senatori. Discussioni : legislatura XXVI, 1a sessione 1921. - Roma : Tipografia del Senato, 1921 11 giugno 1921
10 dicembre 1921
unica Discorso del re all'apertura della prima sessione - Discussioni - Indice delle principali materie contenute nel primo volume della prima sessione Adobe PDF PDF
Atti parlamentari della Camera dei Senatori. Discussioni : legislatura XXVI, 1a sessione 1921-1922. Volume secondo, tornate dal 12 dicembre 1921 al 17 maggio 1922. - Roma : Tipografia del Senato, 1922 12 dicembre 1921
17 maggio 1922
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Atti parlamentari della Camera dei Senatori. Discussioni : legislatura XXVI, 1a sessione 1921-22. Volume terzo, tornate dall'8 giugno al 16 agosto 1922. - Roma : Tipografia del Senato, 1922 8 giugno 1922
16 agosto 1922
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Atti parlamentari della Camera dei Senatori. Discussioni : legislatura XXVI, 1a sessione 1921-1923. Volume quarto, tornate dal 16 novembre 1922 al 20 giugno 1923. - Roma : Tipografia del Senato, 1923 16 novembre 1922
30 giugno 1923
unica Indice delle principali materie contenute nel quarto volume della prima sessione - Discussioni Adobe PDF PDF
Atti parlamentari della Camera dei Senatori. Discussioni : legislatura XXVI, 1a sessione 1921-1923. Volume quinto, tornate dal 12 novembre al 9 dicembre 1923. - Roma : Tipografia del Senato, 1923 12 novembre 1923
9 dicembre 1923
unica Discussioni - Indice generale alfabetico ed analitico delle materie contenute nei cinque volumi della sessione unica Adobe PDF PDF

Nota: la data del decreto di scioglimento del Senato che pone fine alla legislatura potrebbe non coincidere con la data dell’ultima seduta effettiva del Senato indicata negli estremi cronologici dei volumi. Gli estremi cronologici indicano la data della prima e dell'ultima seduta contenute in ciascun volume.



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