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Martedì 6 Agosto 2024 - 216ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 10:02)

L'Assemblea ha approvato definitivamente il ddl n. 1207 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2024, n. 84, recante disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico.

Il relatore, sen. Pogliese (FdI), ha illustrato le disposizioni del provvedimento, che prevede misure urgenti per l'attuazione del regolamento (UE) 2024/1252, con l'obiettivo di garantire l'approvvigionamento nazionale di materie prime critiche strategiche, così come definito dall'articolo 1; stabilisce criteri per riconoscere e realizzare progetti di estrazione, trasformazione e riciclaggio di queste materie, creando punti unici di contatto per facilitare le autorizzazioni presso i Ministeri competenti; istituisce comitati per il monitoraggio delle catene di approvvigionamento ed esclude la valutazione di impatto ambientale per permessi di ricerca sotto certe condizioni; prevede aliquote sui prodotti delle concessioni minerarie, il recupero di risorse da rifiuti estrattivi e aggiornamenti normativi per includere strutture di deposito chiuse. Il provvedimento assegna compiti specifici all'ISPRA e al Ministero delle imprese, tra cui la creazione di un registro nazionale delle aziende strategiche; introduce obblighi di notifica preventiva per l'esportazione di materie prime critiche e stabilisce disposizioni per l'approvvigionamento urgente per il made in Italy. Inoltre, coordina la normativa di settore e proroga autorizzazioni per operazioni relative a società strategiche fino al 2024.

Sono intervenuti in discussione generale i sen. Bergesio, Marta Bizzotto (LSP), Magni (Misto-AVS), Sabrina Licheri (M5S) e Beatrice Lorenzin (PD). I Gruppi di opposizione hanno criticato la centralizzazione delle competenze a scapito delle Regioni, sostenendo la necessità di una gestione coordinata a livello europeo e di un maggiore coinvolgimento delle comunità locali e delle Regioni. LSP ha espresso apprezzamento per un provvedimento che prevede azioni strutturali, semplificazione burocratica e interventi economici per rilanciare la politica mineraria italiana, assicurando la competitività delle imprese italiane nella transizione ecologica e digitale.

Durante l'esame dell'articolato sono stati accolti, entrambi in testi riformulati, gli ordini del giorno G8.1, della sen. Sabrina Licheri (M5S) e altri, e G9.1, della sen. Naturale e altri (accolto come raccomandazione). Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato voto favorevole i sen. Michaela Biancofiore (Cd'I), che ha definito il decreto fondamentale per ridurre la dipendenza dalle esportazioni e ha accusato le opposizioni di ignorare le problematiche legate alle condizioni di lavoro nei Paesi produttori; Paroli (FI-BP), Cantalamessa (LSP), che ha evidenziato il ruolo del comitato tecnico nel monitoraggio dell'approvvigionamento e della mappatura dei minerali e del fondo nazionale del made in Italy, che verrà sarà esteso anche alle attività minerarie; Maffoni (FdI), che ha espresso apprezzamento per come il provvedimento accelera le autorizzazioni estrattive, riattivando l'industria mineraria italiana, e promuove il riciclo dei materiali, vitali per ridurre la dipendenza estera e migliorare l'indipendenza nazionale. Hanno dichiarato voto contrario i sen. Silvia Fregolent (IV), che criticato la mancata integrazione del Piano Mattei e la superficialità con cui sono stati trattati temi cruciali come l'estrazione e l'economia circolare; Magni (Misto-AVS), che ha evidenziando la contraddizione tra il dichiarato supporto all'autonomia regionale e la centralizzazione dei processi decisionali, peraltro poco chiari; Nave (M5S), che ha accusato l'Esecutivo di ignorare il potenziale del riciclo e dell'economia circolare, favorendo piuttosto un modello lineare e dannoso per l'ambiente e il turismo; Martella (PD), secondo cui il provvedimento non rispetta il regolamento europeo e ignora aspetti cruciali come l'impatto ambientale; inoltre, sostituisce il tavolo nazionale di lavoro con una nuova struttura priva di rappresentanti del settore, mostrando carenza di visione e coraggio.

L'Assemblea ha approvato definitivamente i ddl n. 1200 recante rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2023 e n. 1201 concernente disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2024.

La relatrice, sen. Testor (LSP), ha riferito che il rendiconto generale dello Stato per il 2023 evidenzia un miglioramento dei saldi rispetto alle previsioni iniziali e definitive: il saldo netto da finanziare è negativo ma è migliorato rispetto al 2022, con un aumento delle entrate e una crescita moderata delle spese. Il risparmio pubblico è aumentato a 42,9 miliardi di euro, con un miglioramento significativo rispetto all'anno precedente. I residui attivi e passivi si sono ridotti, ma il saldo finale dei residui attivi è positivo. Infine, le spese ambientali nel 2023 sono diminuite rispetto all'anno precedente, attestandosi a 25,8 miliardi di euro, pari al 2,6 per cento della spesa primaria complessiva. Il relatore, sen. Liris (FdI), ha sottolineato che l'assestamento di bilancio, oltre a essere un documento tecnico, rappresenta una visione strategica per il futuro del Paese; ha mostrato un miglioramento del saldo netto di 169 milioni e un aumento delle entrate tributarie di 16,4 miliardi; il risparmio pubblico è salito a quasi 18 miliardi, riducendo il saldo negativo a 51,3 miliardi. L'assestamento ha adattato i conti alle esigenze emergenti, come i danni da alluvioni, e ha puntato sull'efficienza della spesa e su investimenti in innovazione e transizione ecologica.

Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato voto favorevole i sen. Paroli (FI-BP), che ha apprezzato la gestione prudente e virtuosa dei conti pubblici, evidenziando miglioramenti in tutti i saldi e un aumento del PIL di 123 miliardi; Claudio Borghi (LSP), che ha elogiato la crescita delle entrate fiscali dovuta all'occupazione, e non all'aumento delle tasse, e promosso politiche come la flat tax per semplificare e rendere più accettabili le imposte; Lavinia Mennuni (FdI), che si è soffermata sulla complessa riforma della governance europea e sulle difficoltà nel mantenere la spesa sanitaria imposta da Bruxelles: il Governo Meloni sta affrontando tempi difficili, con miglioramenti nel saldo netto da finanziare e un incremento dell'occupazione grazie alle riforme fiscali. Hanno annunciato voto contrario i sen. Raffaella Paita (IV), che ha accusato il Governo di non affrontare i problemi strutturali del Paese, denunciando tagli alle risorse per diversificazione energetica, mobilità, infrastrutture e test genomici per il carcinoma mammario; Magni (Misto-AVS), che ha espresso forte disappunto per l'aumento della precarietà lavorativa, la diminuzione del salario medio e la mancata regolazione inflattiva dei salari; Concetta Damante (M5S), che ha contestato i toni trionfalistici del Governo per la gestione del PNRR, sottolineando la lentezza nella spesa e la mancata attuazione dei progetti; Misiani (PD), che ha enfatizzato la difficoltà dell'Italia, in procedura per deficit eccessivo, nel rispettare le raccomandazioni della Commissione europea, rilevando che la riforma fiscale, pur con grandi ambizioni, ha prodotto risultati modesti.

In occasione del 68° anniversario della tragedia di Marcinelle, il Presidente La Russa ha ricordato i 262 minatori morti, tra cui 136 italiani, sottolineando il coraggio e il desiderio di riscatto sociale di questi lavoratori e l'importanza della sicurezza sul lavoro. A rendere omaggio alla memoria dei caduti sono intervenuti i sen. Menia (FdI), Francesca La Marca (PD), Scalfarotto (IV), Cantalamessa (LSP) e Gasparri (FI-BP).

(La seduta è terminata alle ore 17:30 )

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