Martedì 13 Febbraio 2024 - 157ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 14:03)
L'Assemblea ha approvato il ddl n. 808 recante modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all'ordinamento giudiziario e al codice dell'ordinamento militare. Il testo passa ora alla Camera dei deputati.
Alla luce delle modifiche introdotte in sede referente, il testo si compone di 9 articoli: l'articolo 1 abroga il reato di abuso d'ufficio e apporta modifiche al reato di traffico di influenze illecite. L'articolo 2 introduce restrizioni alla pubblicazione e al rilascio di copie delle intercettazioni e modifica le modalità di applicazione delle misure cautelari. Durante l'esame in Commissione sono stati introdotte nuove garanzie di libertà del difensore. L'articolo 3 riguarda la modifica alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale. L'articolo 4 concerne le tabelle infradistrettuali e l'assegnazione degli affari penali, mentre l'articolo 5 prevede un aumento del ruolo organico della magistratura ordinaria. L'articolo 6 chiarisce i requisiti per i giudici popolari, mentre l'articolo 7 modifica le condizioni per l'avanzamento dei militari in seguito a provvedimenti giudiziari. L'articolo 8 contiene disposizioni finanziarie mentre l'articolo 9 stabilisce l'applicazione delle modifiche al codice di rito dopo due anni dalla entrata in vigore della legge.
Oggi si è concluso l'esame dell'articolato. Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato voto favorevole i sen. Mariastella Gelmini (Misto-Az), che ha espresso soddisfazione per una riforma che si propone di ridefinire il processo penale per garantire una maggiore tutela dei diritti fondamentali, come il diritto alla difesa e la presunzione di non colpevolezza; Giovanna Petrenga (Cd'I), secondo la quale con l'approvazione di questo ddl, il governo Meloni fa un primo passo verso una giustizia equa, in accordo con il programma elettorale e i principi costituzionali; Scalfarotto (IV), che ha ribadito che il provvedimento rappresenta una visione garantista della giustizia, volta alla riabilitazione del reo e al rispetto della dignità dei cittadini, esprimendo disappunto per il voto contrario del PD; Gasparri (FI-BP), che ha difeso l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio, evidenziandone l'inefficacia e ribadendo il mantenimento di strumenti efficaci per punire le azioni illecite; Erika Stefani (LSP), che ha affrontato il tema della separazione dei poteri, criticando l'ingerenza dell'informazione nelle dinamiche giudiziarie ed elogiando le misure per garantire la riservatezza delle indagini e la dignità delle persone coinvolte; Rastrelli (FdI), che ha criticato posizioni politiche volte alla strumentalità, evidenziando la coerenza del ddl con i principi costituzionali e il suo ruolo nel risolvere le fratture nel sistema giudiziario, criticando l'opposizione per la sua resistenza al cambiamento ed enfatizzando il ruolo del Governo Meloni nel tradurre le parole in azioni concrete. Hanno dichiarato voto contrario i sen. Ilaria Cucchi (Misto-AVS), che ha lamentato la mancanza di misure concrete per affrontare il sovraffollamento carcerario e migliorare le condizioni dei detenuti, evidenziando le gravi conseguenze di talune scelte sul sistema giudiziario e sulla lotta alla corruzione; Scarpinato (M5S), che ha sostenuto che la riforma in discussione non risponde agli interessi dei cittadini, ma a quelli di una maggioranza politica che cerca di riscrivere l'ordinamento statale e il sistema penale a proprio vantaggio, favorendo gli abusi di potere e l'impunità; Anna Rossomando (M5S), che ha sottolineato la mancanza di sostanza e l'eccessiva propaganda, mettendo in dubbio l'utilità di molte norme proposte, evidenziandone difficoltà di applicazione e contraddizioni, e denunciando la limitazione delle garanzie per i cittadini e l'assenza di protezione contro gli abusi di potere.
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 969 recante delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2022-2023, approvato dalla Camera dei deputati, e connesse relazioni, programmatica 2023 (Doc. LXXXVI n. 1) e consuntiva 2022 (Doc. LXXXVII n. 1), sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea.
Il testo, a seguito delle modifiche apportate dall'altro ramo del Parlamento, consta di 19 articoli suddivisi in tre Capi e consente il recepimento di 20 direttive e una decisione e dispone l'adeguamento della normativa nazionale a 9 regolamenti europei. Si prevedono principi e criteri direttivi specifici di delega per 13 direttive, mentre le restanti 7 sono elencate nell'Allegato A senza ulteriori criteri direttivi. La relazione consuntiva è strutturata in quattro parti principali; la relazione programmatica per il 2023 illustra le attività previste dal Governo per l'integrazione europea. (v. comunicato n. 155).
Nella seduta di mercoledì scorso si è conclusa la discussione generale e il Governo ha accolto la proposta di risoluzione n. 2 della maggioranza ed espresso contrarietà alla proposta n. 1 di M5S. Oggi, si è passati all'esame dell'articolato, che proseguirà nella seduta di domani: sono stati accolti gli ordini del giorno G3.1, G4.1, G12.1 e G12.2 della Commissione e il G12.3 (testo 2) del sen. Damiani (FI-BP).
In apertura di seduta si sono tenute le votazioni, a scrutinio segreto mediante schede, per l'elezione di due senatori Segretari e di quattro componenti effettivi e quattro supplenti della Commissione per la vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti. Sono risultati eletti Segretari le sen. Elena Murelli (LSP) e Daniela Sbrollini (IV). Per la Commissione di vigilanza su Cdp sono stati eletti componenti effettivi i sen. Malan (FdI), Borghesi (LSP), Damiani (FI-BP) e Irto (PD) e supplenti i sen. Bergesio (LSP), Lotito (FI-BP), Borghese (Cd'I) e Aurora Floridia (Misto-AVS).
(La seduta è terminata alle ore 20:17 )