Mercoledì 17 Gennaio 2024 - 146ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 10:05)
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 615, collegato alla manovra di finanza pubblica, recante disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, nel testo proposto dalla Commissione.
Il provvedimento, alla luce delle modifiche apportate in sede referente, si compone di 11 articoli. (v. comunicato n. 145).
Alla discussione generale hanno preso parte i sen. Silvia Fregolent, Scalfarotto (IV), Mariastella Gelmini (Misto-Az), Silvestro, Paroli (FI-BP), Barbara Floridia, Sabrina Licheri, Elisa Pirro, Mazzella, Nave, Cataldi (M5S), Cantalamessa, Mara Bizzotto, Marti, Erika Stefani, Garavaglia, Daisy Pirovano, Centinaio (LSP), Valeria Valente, Meloni, Irto, Manca, Susanna Camusso, Annamaria Furlan, Martella (PD), Russo, Lisei, Zullo (FdI), Spagnolli (Aut) e Magni (Misto-AVS). I Gruppi di opposizione hanno contestato fortemente il provvedimento che favorisce disuguaglianze irrecuperabili, con gravi conseguenze per i diritti e la democrazia, criticando il baratto interno alla maggioranza: l'autonomia proposta amplificherà i divari territoriali e non affronterà le vere sfide del Paese. Il PD ha accusato il Governo di decentrare funzioni con un provvedimento e accentrare con un altro, evidenziando un mancato equilibrio tra interessi di parte e interessi generali del Paese. M5S ha ribadito il potenziale aumento di costi e la frammentazione regionale, soprattutto nel settore sanitario, con possibili conseguenze negative sulla salute dei cittadini; IV ha espresso preoccupazioni riguardo all'attrattività per gli investitori stranieri e sottolineato la necessità di un approccio unitario per affrontare le sfide globali e migliorare la competitività del Paese. Misto-AVS ha sollevato perplessità sulla mancanza di risorse per affrontare le disuguaglianze regionali e chiesto chiarezza sulle competenze e sulle risorse destinate alle università e alle filiere produttive; secondo Aut l'autonomia è cruciale, ma il provvedimento proposto presenta lacune che potrebbero comprometterne l'efficacia, portando a un potenziale danneggiamento delle possibilità future di autonomie funzionanti; Misto-Az, criticando le narrazioni ideologiche, ha evidenziato che il PNRR dimostra che senza autonomia le diseguaglianze sono cresciute, proponendo un approccio basato sulla Costituzione e indicando il finanziamento dei LEP come il vero banco di prova. La maggioranza, per contro, ha difeso il testo definendolo equilibrato e mirato a migliorare i servizi ai cittadini in tutte le Regioni. FI-BP ha enfatizzato la valorizzazione del ruolo del Parlamento e il bilanciamento tra autonomie territoriali e coesione nazionale; secondo LSP il problema del Sud Italia non è legato ai finanziamenti, ma a una gestione politica clientelare che approfitta del centralismo; FdI ha sostenuto la coerenza nella promozione dell'autonomia e criticato l'atteggiamento di chi, prefigurando scenari apocalittici ritira proposte autonome precedentemente sostenute.
In replica, il relatore, sen. Tosato, ha ribadito che l'autonomia trasferisce competenze e risorse alle Regioni senza indebolire l'unità nazionale e ha espresso dispiacere per la prevalenza della propaganda basata sulla paura. Il relatore, sen. Della Porta, ha respinto le critiche su presunte modifiche costituzionali e citato clausole di limitazione e supremazia statale proprio al fine di evitare disparità territoriali. Il Ministro per gli affari regionali e le autonomie Calderoli ha criticato alcune interpretazioni della legge, argomentando contro presunte incomprensioni e accuse infondate, e ribadendo l'importanza di comprendere il contesto complesso che il provvedimento affronta, passando dalla questione dell'autonomia differenziata alla più ampia problematica settentrionale e meridionale. Il Ministro ha difeso il provvedimento, evidenziando l'equità della perequazione fiscale e la necessità di garantire trasparenza nelle spese pubbliche, enfatizzando il ruolo della sussidiarietà e della gestione più vicina al cittadino nella fornitura di servizi e la responsabilizzazione degli amministratori.
È stata quindi respinta la richiesta di non passaggio agli articoli, avanzata dal sen. Irto (PD), sulla quale sono intervenuti, contro la proposta, i sen. Balboni (FdI) e Romeo (LSP) e, a favore della stessa, i sen. Boccia (PD), Paita (IV), Patuanelli (M5S) e De Cristofaro.
A conclusione della discussione della relazione sull'amministrazione della giustizia, l'Assemblea ha approvato la proposta di risoluzione di maggioranza che approva le comunicazioni del Ministro e la proposta di IV-AZ, in un testo riformulato.
Il Ministro della giustizia Nordio ha focalizzato in primis l'attenzione sulla necessità di migliorare l'efficienza della giustizia civile in Italia, la cui lentezza ha un impatto significativo sull'economia del Paese; ha evidenziato la complessità del sistema giuridico, richiamando la necessità di ridurre i tempi dei processi civili per rispondere alle direttive europee e migliorare l'attrattività per gli investitori. In quest'ottica, tra le misure messe in atto dal Governo si è citato l'aumento dell'organico dei magistrati e del personale amministrativo, la promozione della mediazione come strumento di risoluzione alternativa delle controversie, la revisione delle norme processuali. Il Ministro ha sottolineato l'importanza di ridurre il sovraffollamento carcerario e ha menzionato iniziative per favorire il lavoro e lo sport all'interno delle carceri, enfatizzando la necessità di ripristinarne la funzione rieducativa; ha affrontato in modo approfondito la questione dell'abolizione del reato di abuso d'ufficio, difendendo la scelta come parte di una riforma più ampia dei reati contro la pubblica amministrazione, respingendo le critiche riguardo alle direttive europee e negando l'esistenza di un reato spia: l'abolizione mira a razionalizzare il sistema giuridico. Infine, Nordio ha annunciato un cronoprogramma per il prossimo anno, inclusi decreti correttivi alla riforma penale, correttivi alla riforma civile e approvazione di schemi legislativi sulla magistratura. Ha affrontato la questione del sequestro e delle intercettazioni telefoniche, esprimendo la necessità di tutelare la privacy dei cittadini in un'era digitale in rapida evoluzione.
Alla discussione hanno partecipato i sen. Erika Stefani, Potenti (LSP), Verini, Anna Rossomando (PD), Rastrelli, Sallemi (FdI), Paita (IV), Gasparri (FI-BP) e Ada Lopreiato (M5S). il PD ha criticato la mancanza di una vera riforma della giustizia nel dibattito parlamentare ed espresso preoccupazione per interventi che sembrano porre ostacoli alle riforme necessarie; M5S ha contestato alcune decisioni, come il decreto Caivano, sostenendo che tali provvedimenti compromettono la giustizia penale minorile e sollevano dubbi sulla tutela dei diritti dei minori. La maggioranza ha sottolineato il coraggio del Governo nel gestire la giustizia e ha elogiato le riforme in corso, evidenziando l'attenzione alla certezza giuridica; ha difeso scelte coraggiose, come l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio, in risposta a esigenze pragmatiche oltre che ideologiche. Di pari avviso IV, che ha altresì condiviso l'approccio alle intercettazioni per evitare degenerazioni, chiedendo una spinta riformatrice più ampia sulla giustizia, inclusa la separazione delle carriere e la depenalizzazione di alcune condotte.
In replica, il Ministro Nordio ha confermato la volontà di intervenire sulla separazione delle carriere, ha difeso la necessità di nuovi reati per coprire vuoti normativi generati dall'evoluzione tecnologica e proposto misure per limitare la custodia cautelare. In merito alla discussione sul reato di abuso d'ufficio, ha ribadito che, nonostante le diverse opinioni, è emersa una netta convergenza nella necessità di abolirlo, indicandolo come un concetto evanescente e problematico. Il Sottosegretario Ostellari ha espresso parere favorevole sulle proposte di risoluzione n. 5 della maggioranza e, previa riformulazione di diversi impegni del dispositivo, n. 1 a firma Enrico Borghi (IV) e Mariastella Gelmini (Misto-Az). Ha espresso parere contrario sulle proposte n. 2 (Patuanelli (M5S) e altri), n. 3 (De Cristofaro (AVS) e altri) e n. 4 (Boccia (PD) e altri).
Nelle dichiarazioni finali, la sen Gelmini (Misto-Az) ha sottolineato la necessità di azioni più incisive e di un impegno più convinto verso i valori garantisti e liberali; la sen. Biancofiore (Cd'I) ha ribadito la volontà di intervenire sulle imperfezioni delle riforme ereditate, focalizzandosi sulla problematica della prescrizione come assurdo giuridico che richiede una revisione; la sen. Unterberger (Aut) ha evidenziato la necessità di semplificare la procedura penale italiana, criticando l'eccessiva durata dei processi e gli ulteriori formalismi delle recenti riforme; il sen. Scalfarotto (IV), elogiando la visione democratica e garantista, ha richiamato l'importanza di difendere la presunzione di innocenza, evidenziando la divisione culturale all'interno della maggioranza sul tema; la sen. Cucchi (Misto-AVS) ha contestato i condoni fiscali e richiesto azioni concrete contro la criminalità organizzata, la corruzione e la violenza di genere; il sen. Zanettin (FI-BP) ha condiviso l'attenzione del Ministro sui problemi carcerari e sulla necessità di riformare la componente togata del CSM, invitando a una discussione approfondita sullo strumento del trojan; il sen. Scarpinato (M5S) ha accusato la maggioranza politica di perseguire un disegno organico di eversione dell'ordine costituzionale: l'abolizione dell'obbligatorietà dell'azione penale è una proposta controversa e poco percepita dalla società civile; la sen. Bongiorno (LSP) ha rivendicato l'impegno del Governo per la rivisitazione delle norme, ha espresso preoccupazione sulla gogna mediatica dei terzi estranei alle indagini e proposto di separare il correntismo patologico dall'associazionismo sano tra i magistrati; il sen. Bazoli (PD) ha manifestato preoccupazione per la diminuzione delle risorse destinate alla giustizia e criticato l'approccio ideologico del Governo, sottolineando l'innalzamento delle pene e la creazione di nuovi reati; il sen. Berrino (FdI) ha elogiato la filosofia di fondo della riforma giudiziaria proposta dal Ministro, sottolineando la necessità di un confronto su questioni di principio anziché su singoli aspetti e respingendo l'accusa di favorire il malaffare.
(La seduta è terminata alle ore 20:05 )