Giovedì 9 Novembre 2023 - 123ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 10:07)
L'Assemblea ha approvato definitivamente il ddl n. 622 recante istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori.
Il relatore, sen. De Priamo (FdI), ha illustrato il testo: l'articolo 1 istituisce la Commissione di inchiesta, i cui compiti riguardano la ricostruzione puntuale della dinamica delle scomparse, l'esame del materiale acquisito, la verifica di eventuali condotte commissive od omissive. L'articolo 2 disciplina la composizione della Commissione, composta da venti senatori e venti deputati. L'articolo 3 estende l'applicazione degli articoli 366 e 372 del codice penale in merito alle audizioni a testimonianza. L'articolo 4 specifica i poteri e i limiti della Commissione i cui membri, a norma dell'articolo 5, sono obbligati al mantenimento del segreto intorno alle informazioni e ai documenti recepiti nell'esercizio delle loro funzioni. L'articolo 6 demanda l'organizzazione dei lavori ad un regolamento interno.
Approvato l'articolato, sono intervenuti in dichiarazione di voti i sen. Michaela Biancofiore (Cd'I), De Cristofaro (Misto-AVS), Scalfarotto (A-IV), Gasparri (FI-BP), Alessandra Maiorino (M5S), Daisy Pirovano (LSP), Simona Malpezzi e Donatella Campione (FdI). FI ha espressoforti dubbi sulla capacità della Commissione di raggiungere una verità dopo quarant'anni e il timore che diventi un teatro mediatico. Il sen. Casini (PD), in dissenso dal Gruppo, ha annunciato l'astensione esprimendo preoccupazione per l'uso improprio delle Commissioni d'inchiesta.
L'Assemblea ha approvato il ddl n. 825 recante disposizioni in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militar, delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale, nonché disposizioni in materia di termini legislativi. Il testo passa ora alla Camera dei deputati.
La relatrice, sen. Craxi (FI-BP), ha illustrato il provvedimento in titolo, che si composto di 3 articoli, finalizzato a prorogare e rinnovare le disposizioni vigenti riguardanti le limitazioni all'esercizio delle libertà sindacali per il personale militare impiegato in attività operative, addestrative e formative. L'articolo 1 del provvedimento proroga il termine per il Governo di adottare un decreto legislativo relativo a queste limitazioni da diciotto a trenta mesi. La proroga è necessaria in quanto il nuovo sistema di relazioni sindacali militari è ancora in via di perfezionamento, e le associazioni professionali rappresentative dei militari non sono ancora riconosciute. L'articolo 2 delega il Governo a adottare uno o più decreti legislativi per la revisione dello strumento nazionale militare, in linea con l'aumento dell'organico delle Forze armate; la delega è rinnovata a causa della complessità tecnica e procedurale del processo decisionale. L'articolo 3 proroga le disposizioni relative alle fonti energetiche rinnovabili da sedici a ventiquattro mesi per tener conto della nuova disciplina dell'Unione europea in materia di fonti rinnovabili.
Dopo che il Sottosegretario di Stato per la difesa Perego di Cremnago ha sostenuto l'importanza di migliorare il sistema sanitario militare e creare una riserva ausiliari dello Stato per situazioni di emergenza e protezione civile, nelle dichiarazioni finali sono intervenuti a favore del provvedimento i sen. Salvitti (Cd'I), Scalfarotto (A-IV), Gasparri (FI-BP), De Rosa (M5S), Dreosto (LSP), Alfieri (PD) e Speranzon (FdI). Il sen. Magni (Misto-AVS) ha annunciato l'astensione a causa delle profonde preoccupazioni legate al conflitto in Ucraina e al nuovo conflitto in Medio Oriente.
Con 102 voti a favore, 64 contrari e un astenuto, l'Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo approvando definitivamente il ddl n. 927 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione.
Il Presidente della 5a Commissione, sen Calandrini (FdI), ha riferito che la Commissione non è riuscita a concludere l'esame del provvedimento, che approda in Aula senza mandato al relatore. Il testo si compone di 24 articoli, suddivisi in 6 Capi. Il Capo I (articoli 1-6) contiene disposizioni in materia di programmazione ed utilizzazione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Il Capo II (articoli 7-8-bis) reca la strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne e interventi a favore del Comune di Lampedusa e Linosa. Il Capo III (articoli 9-17) concerne la Zona economica speciale per il Mezzogiorno-ZES unica. Il Capo IV (articoli 18 e 19) disciplina il rafforzamento della capacità amministrativa in materia di politiche di coesione. Il Capo V (articoli 20 e 21) reca disposizioni in materia di trattenimento presso i Centri di permanenza per i rimpatri e di realizzazione delle strutture di prima accoglienza, permanenza e rimpatrio. Il Capo VI (articoli 22 e 23) reca le disposizioni finali.
Respinta la questione pregiudiziale, posta dal sen. Patuanelli, a favore della quale sono intervenuti i sen. Fina (PD), Magni (Misto-AVS), Elisa Pirro (M5S) e Scalfarotto (A-IV), si è svolta la discussione generale, alla quale hanno preso parte i sen. Magni (Misto-AVS), Dolores Bevilacqua, Elisa Pirro (M5S), Germanà (LSP), Susanna Camusso (PD) e Russo (FdI). Il Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR Fitto ha difeso il decreto, sottolineando il processo ampio di consultazione e miglioramento, e ha respinto le critiche sul presunto indebolimento delle Regioni, sottolineando il consenso della Conferenza unificata: il provvedimento tocca cinque questioni chiave, inclusi accordi di coesione, aree interne, rispetto alle quali è previsto un intervento organico per affrontare le questioni legate all'infrastrutturazione, allo spopolamento e ai servizi, centralizzazione e Zone economiche speciali (ZES), che costituiscono un grande progetto strategico per il Governo. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento Ciriani ha quindi posto, a nome del Governo, la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, dell'articolo unico del ddl di conversione, con modificazioni, del dl n. 124, nel testo approvato dalla Camera dei deputati.
Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato la fiducia i sen. Salvitti (Cd'I), Damiani (FI-BP), Cantalamessa (LSP) e Iannone (FdI). La maggioranza ha sottolineato l'importanza che l'attuale Governo ha attribuito al Sud come motore di una rinascita economica, con un cambio di rotta rispetto a politiche passate basate su clientelismo e mero assistenzialismo, puntando a una maggiore responsabilità politica e alla valorizzazione delle risorse meridionali. Hanno negato la fiducia i sen. Magni (AVS), che ha contestato l'approccio del Governo, sottolineando la mancanza di negoziazione con il sindacato e le parti sociali; Dafne Musolino (A-IV), che ha criticato l'apparente contraddizione tra l'autonomia differenziata e le misure che indeboliscono l'autonomia delle Regioni e delle autonomie territoriali; Concetta Damante (M5S), secondo la quale il decreto centralizza il controllo delle risorse, indebolendo la politica regionale del Sud; Nicita (PD), che ha suggerito che l'accentramento e la discrezionalità possono portare a una perdita di efficienza e ad abusi di potere.
(La seduta è terminata alle ore 16:40 )