Giovedì 20 Aprile 2023 - 59ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 10:01)
L'Assemblea ha approvato con modifiche il ddl n. 591, conversione in legge del decreto-legge 10 marzo 2023, n. 20, recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare. Il testo passa all'esame della Camera.
Nella seduta di ieri sono state respinte le pregiudiziali di costituzionalità, il testo è stato discusso senza relazione e sono stati approvati emendamenti ai primi sette articoli (v. comunicato della seduta n. 58 e allegato A del resoconto stenografico).
L'articolo 1 reca misure per la programmazione dei flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri, prevedendo, per il triennio 2023-2025, in deroga all'ordinaria programmazione, l'adozione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per definire le quote massime di ingresso di lavoratori stranieri da Paesi terzi, al fine di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro subordinato, stagionale e autonomo. L'articolo 2 mira a introdurre misure di semplificazione e accelerazione della procedura di rilascio del nulla osta al lavoro. L'articolo 3 istituisce l'attività di formazione civico-linguistica, rivolta a cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea (nonché agli apolidi), da svolgersi accanto alle attività di istruzione e formazione professionale nei Paesi di origine. L'articolo 4 mira a prolungare la durata del permesso di soggiorno, rilasciato rispettivamente per lavoro a tempo indeterminato, per lavoro autonomo e per ricongiungimento familiare, di massimo tre anni per ciascun rinnovo. L'articolo 5 riserva una priorità, rispetto ai nuovi richiedenti, in favore dei datori di lavoro che abbiano già avanzato regolare domanda di assegnazione di lavoratori agricoli non comunitari e la cui richiesta non sia già stata soddisfatta. L'articolo 6 prevede misure straordinarie in materia di gestione dell'impresa aggiudicataria di un appalto di fornitura di beni e servizi, relativi al funzionamento dei centri governativi destinati all'accoglienza o al trattenimento dei migranti. L'articolo 7 interviene sulladisciplina del divieto di respingimento ed espulsione di una persona in ragione del rispetto della sua vita privata e familiare: viene abrogata la previsione normativa che fa riferimento alla natura e all'effettività dei vincoli familiari dell'interessato, al suo effettivo inserimento sociale in Italia, alla durata del suo soggiorno nel territorio nazionale, nonché all'esistenza di legami familiari, culturali o sociali con il Paese di origine. L'articolo 8 mira ad aggravare le sanzioni per i reati commessi in materia di immigrazione clandestina. La lettera b) introduce una nuova fattispecie di reato, intitolata "Morte o lesioni come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina" volta a punire chi, a vario titolo, contribuisca ad organizzare il trasporto o l'ingresso di stranieri nel territorio dello Stato con modalità pregiudizievoli per la vita o l'incolumità delle persone ovvero con trattamenti inumani e degradanti. L'articolo 9, recante disposizioni in materia di espulsione e ricorsi sul riconoscimento della protezione internazionale, interviene sull'articolo 35-bis, comma 2, del decreto legislativo n. 25 del 2008, nella parte in cui prevede che il richiedente risieda all'estero, al fine di circoscrivere l'ipotesi ai casi in cui la persona si trovi in altro Paese terzo al momento della proposizione del ricorso. Si modifica, inoltre, l'articolo 13, comma 5-bis, del testo unico, con l'effetto di sopprimere la convalida del giudice di pace per l'esecuzione di un decreto di espulsione, già disposta da un'altra autorità giudiziaria. L'articolo 10, al fine di garantire una maggiore speditezza delle procedure di ampliamento della rete dei centri di permanenza per i rimpatri, modifica l'articolo 19 del decreto-legge n. 13 del 2017, riconoscendo la facoltà di derogare alle disposizioni del codice dei contratti pubblici, fino al 31 dicembre 2025, salvo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché dei vincoli inderogabili derivanti dall'appartenenza all'Unione europea.
Nella seduta di oggi sono stati approvati gli emendamenti del Governo 7.0.100 (testo corretto), che introduce disposizioni urgenti in materia di procedure accelerate in frontiera, disposizioni in materia di decisioni sul riconoscimento della protezione internazionale, disposizioni in materia di convalida dei provvedimenti di accompagnamento immediato alla frontiera e di trattenimento; 7.0.200 (testo 2), che prevede una procedura semplificata dei ricorsi depositati per il riconoscimento della protezione speciale; gli emendamenti 8.303 della sen. Tubetti (FdI) e altri, 9.0.300 e 9.0.301 della sen. Pirovano (LSP) e altri, recanti disposizioni in materia di delitti commessi nei centri di accoglienza e cessazione della protezione internazionale; 10.300 (testo 2) della sen. Pirovano e altri (LSP) identico al 10.0.300 (testo 2) del sen. Lisei (FdI) e altri, riguardante la durata massima del trattenimento nei centri di permanenza per il rimpatrio. Infine, è stata approvata una proposta di coordinamento del sen. Balboni (FdI) (v. allegato A del resoconto stenografico).
Nelle dichiarazioni di voto contrario, il sen. De Cristofaro (Misto-AVS) ha rilevato che il decreto non costituisce una risposta alla tragedia di Cutro, e ha giudicato grave la modifica della protezione speciale, nonostante il passo indietro della maggioranza: le norme del decreto hanno natura propagandistica, alimentano un allarme ingiustificato e spingono verso l'illegalità. La sen. Musolino (Aut) ha criticato la decisione di legiferare per decreto, ha rilevato che il provvedimento indebolisce il sistema di accoglienza e tenta di reintrodurre i decreti Salvini. Il sen. Scalfarotto (A-IV) ha affermato che il decreto non è ispirato da una visione lungimirante: lo stesso Documento di economia e finanza del Governo riconosce che, a causa della denatalità, l'unica strada per rendere sostenibile la spesa sociale, sanitaria e pensionistica, è l'ingresso in Italia di un milione di lavoratori stranieri. Secondo la sen. Maiorino (M5S) il decreto tradisce dilettantismo (a fronte dell'aumento degli sbarchi il Governo appronta misure improvvisate), riflette le spaccature interne della maggioranza, ed è dannoso perché spinge ai margini della legalità. Il sen. De Giorgis (PD), dopo aver ricordato l'impatto positivo dell'immigrazione sul sistema produttivo e sull'economia del Paese, ha chiesto al Governo di ritirare il decreto e di svolgere un dibattito pubblico che coinvolga gli amministratori locali: il decreto non contiene misure in tema di soccorso e assistenza umanitaria, non potenzia il sistema di accoglienza, restringe invece la protezione speciale, aumenta il contenzioso e le presenze irregolari, prevede sanzioni penali sproporzionate.
Nelle dichiarazioni di voto favorevoli il sen. Salvitti (Cd'I) ha sottolineato che in materia di immigrazione non esiste una supremazia etica, esistono differenti visioni politiche: nella consapevolezza del carattere strutturale del fenomeno, il decreto punta a governarlo, programmando i flussi di ingresso in modo da rispondere alla domanda di occupazione delle imprese. Il sen. Gasparri (FI-BP) ha spiegato che non vi è stata alcuna retromarcia, bensì un vero dibattito parlamentare: il decreto non sopprime la protezione speciale, ma detta norme più restrittive perché le disposizioni attuali, eccessivamente indeterminate, sono utilizzate per sanatorie surrettizie. Il sen. Tosato (LSP) ha rilevato che i processi migratori sono aumentati a causa di fattori geopolitici: esiste quindi un'emergenza che va affrontata prima che diventi ingestibile; la Lega è favorevole ai flussi regolari, ai corridoi umanitari, alle procedure semplificate per lavoratori stagionali, alle pene più severe per scafisti e trafficanti di esseri umani, alle procedure di espulsione e rimpatrio più veloci; è invece contraria all'utilizzo della protezione speciale come sanatoria indiscriminata, al business dell'immigrazione, alla propaganda volta a creare un clima di diffidenza internazionale nei confronti del Paese: nessun paese europeo più dell'Italia si fa carico dell'accoglienza, il rispetto della dignità umana e della solidarietà sono tratti distintivi dell'identità nazionale. Il sen. Menia (FdI), dopo aver sottolineato che il fenomeno migratorio è effetto di una iniqua distribuzione della ricchezza mondiale, si è soffermato sul dovere di solidarietà e sul dovere di difendere l'identità nazionale; la maggioranza ritiene che il fenomeno migratorio vada governato: l'immigrazione senza regole produce disordine e disperazione.
L'Assemblea ha discusso e approvato la mozione n. 39, presentata dai Gruppi di opposizione, e la mozione n. 44, sottoscritta dai Gruppi di maggioranza, in tema di commemorazione delle date fondative della storia della Repubblica.
La mozione n. 39, dei sen. Boccia (PD), Barbara Floridia (M5S), Paita (A-IV), Unterberger (Aut), De Cristofaro (Misto-AVS), richiamando il discorso di apertura della legislatura della sen. Segre, impegna il Senato ad adottare le iniziative necessarie affinché le commemorazioni delle date fondative della nostra storia antifascista si svolgano nel rispetto della verità storica condivisa e possano, solo così, essere terreno fertile per il mantenimento e la costruzione di un'identità collettiva e del senso di appartenenza a una comunità.
La mozione n. 44, dei sen. Malan (FdI), Romeo (LSP), Ronzulli (FI-BP), Biancofiore (Cd'I), Speranzon (FdI), richiama il messaggio del Presidente della Repubblica e la posizione unanime del Parlamento europeo contro ogni potere totalitario; riconosce l'importanza delle date che ricordano momenti fondamentali della storia dell'Italia unita, libera e democratica (il 25 aprile, festa della liberazione, il 1° maggio, festa del lavoro, il 2 giugno, nascita della Repubblica e elezione dell'Assemblea costituente, il 17 marzo, proclamazione del Regno d'Italia, il 4 novembre, festa dell'unità d'Italia e delle forze armate, e di altre in memoria di pagine particolarmente significative come il 27 gennaio, giornata internazionale in memoria delle vittime della Shoah, il 10 febbraio, giorno del ricordo in memoria dei massacri delle foibe e dell'esodo giuliano dalmata, il 18 aprile, quando gli elettori italiani collocarono la nostra nazione nel mondo libero e democratico, il 9 novembre "giorno della libertà", quale ricorrenza dell'abbattimento del muro di Berlino), impegna ad adottare le opportune iniziative perché le pubbliche commemorazioni degli avvenimenti della storia italiana ed europea si svolgano nel rispetto della dovuta accuratezza storica, senza trarne occasione per attacchi ad avversari che pure si riconoscono nei principi, nei valori e nel dettato costituzionale, affinché tali eventi rappresentino momenti di effettiva condivisione e partecipazione di tutte le componenti politiche e culturali che si riconoscono nei valori della libertà e della democrazia, e rafforzino i sentimenti di unità nazionale, di inclusione, di perseguimento del bene comune e, ove necessario, di riconciliazione.
Hanno dichiarato voto favorevole alla mozione n. 39 e contrario alla mozione n. 44 i sen. De Cristofaro (Misto-AVS), la sen. Bilotti (M5S) e il sen. Boccia (PD): la mozione 39, che richiama le radici antifasciste della Repubblica, avrebbe dovuto essere condivisa senza presentare ulteriori documenti. Hanno dichiarato voto favorevole alla mozione n. 39 e astensione sulla mozione n. 44 il sen. Spagnolli (Aut) e la sen. Paita (A-IV), la quale ha ricordato il gesto di pacificazione tentato nel 2009 dal presidente Berlusconi e ha lamentato la mancata menzione dell'antifascismo nella mozione n. 44. Hanno dichiarato voto favorevole a entrambe le mozioni: il sen. De Poli (Cd'I), che ha invitato l'opposizione ad astenersi da strumentalizzazioni e delegittimazioni preventive; il sen. Zanettin (FI-BP), che ha espresso sorpresa e rammarico per il voto contrario o di astensione delle opposizioni sulla mozione del centrodestra, che condanna tutti i totalitarismi, anche quello fascista; la sen. Pucciarelli (LSP), che ha auspicato gesti nuovi e inattesi per la condivisione delle feste nazionali invitando l'opposizione a votare entrambe le mozioni; il sen. Malan (FdI) ha evidenziato che la maggioranza condivide il testo dell'opposizione e lo vota, mentre l'opposizione, al contrario di quanto afferma, sembra voler approfondire le divisioni.
Nell'ambito dello svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Tajani ha risposto all'interrogazione (3-00366), illustrata dal sen. Rosso (FI-BP) sull'agenda del G7 in merito ad Africa e Paesi dell'Indopacifico. L'interrogante si è dichiarato soddisfatto. Il Ministro Tajani ha poi risposto all'interrogazione (3-00368), illustrata dal sen. Licheri (M5S), sulle esportazioni di armi e attrezzature militari verso l'Arabia saudita e gli Emirati arabi (v. resoconto stenografico). L'interrogante si è dichiarato insoddisfatto. Il Ministro degli esteri ha risposto infine all'interrogazione (3-00363), illustrata dal sen. Borghi (PD), sui riflessi internazionali del caso Artem Uss. L'interrogante si è dichiarato insoddisfatto.
Il Ministro per lo sport e i giovani Abodi ha risposto all'interrogazione (3-00367), illustrata dalla sen. Floridia (Misto-AVS), sulle modalità di svolgimento dei giochi olimpici di Milano-Cortina del 2026 in un'ottica di sostenibilità ambientale. L'interrogante ha ringraziato il Ministro ma si è dichiarata non soddisfatta. Il Ministro Abodi ha poi risposto all'interrogazione (3-00360), illustrata dalla sen. Fregolent (A-IV) sulle iniziative per la prevenzione della discriminazione e della violenza in ambito sportivo. La sen. Sbrollini (A-IV) si è dichiarata molto soddisfatta. Il Ministro Abodi ha risposto all'interrogazione (3-00365), illustrata dal sen. Marti (LSP), sui programmi di realizzazione e riqualificazione di impianti sportivi. L'interrogante si è dichiarato soddisfatto. Il Ministro Abodi ha risposto infine all'interrogazione (3-00370), illustrata dal sen. Iannone (FdI), sull'entrata in vigore della riforma del lavoro sportivo. L'interrogante si è dichiarato soddisfatto.
(La seduta è terminata alle ore 16:08 )