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Giovedì 13 Aprile 2023 - 56ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 10:02)

L'Assemblea ha approvato, con modifiche, il ddl n. 564, conversione in legge del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, recante disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC), nonché per l'attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune. Il testo passa all'esame della camera dei deputati.

Nella seduta di ieri i relatori, sen. Gelmetti (FdI) e Elena Testor (LSP-PSd'Az), dopo aver sottolineato il lavoro ordinato e costruttivo svolto in Commissione, hanno riassunto il contenuto del provvedimento, che si divide in tre parti: disposizioni per la riorganizzazione della gestione del PNRR (coordinamento, attuazione e monitoraggio); disposizioni per rafforzare le capacità amministrative e per semplificare le procedure; disposizioni relative alle politiche di coesione. Le osservazioni e proposte avanzate nell'ambito nel ciclo di audizioni sono state tradotte in emendamenti: le principali novità, rispetto al testo originario, riguardano le stazioni appaltanti, le agevolazioni per gli enti locali rispetto ai contratti di somministrazione di lavoro, le risorse aggiuntive per le gli interventi quadro, per il piano della banda ultra larga e per il Giubileo, la nomina di un commissario straordinario per i Giochi del Mediterraneo e per la metropolitana di Torino, le semplificazioni per l'energia green, le ulteriori misure di stabilizzazione del personale. Il Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR Fitto ha rivendicato la scelta strategica di accorpare alcune deleghe e di collegare il PNRR con la politica di coesione, richiamando il rapporto della Commissione europea e i dati della Ragioneria generale sulla programmazione 2014-2020, da cui emerge che nel 2023 la percentuale di spesa italiana dei fondi di coesione è ferma al 34 per cento. Ha quindi sottolineato la distanza tra il confronto avuto in Commissione e la discussione in Aula: il decreto è stato discusso con le Regioni, con l'ANCI e con l'UPI, il Governo ha recepito le indicazioni delle autonomie locali, la Conferenza unificata ha espresso parere favorevole sul decreto. Nella Commissione parlamentare competente il Governo si è poi confrontato con tutti i Gruppi e ha accolto emendamenti di A-IV, PD e M5S. Il provvedimento non smantella alcunché: stabilizza invece il personale delle unità di missione dei Ministeri, sopprime l'agenzia di coesione, che non ha dato buona prova di sé, trasferendo le funzioni al Dipartimento per le politiche di coesione. Non vi è alcuna contrapposizione con il MEF: il decreto prevede una struttura di coordinamento per l'attuazione del PNRR, in capo al MEF resta il monitoraggio delle risorse. La modifica del codice degli appalti è stata richiesta, e sarà discussa, con la Commissione europea. I fondi europei del PNRR sono stati assegnati in base a criteri oggettivi: la percentuale del calo del Pil dopo la pandemia, il tasso di disoccupazione, il numero di abitanti rispetto alla popolazione europea; l'Italia, a differenza di altri Paesi, ha deciso di utilizzare l'intera quota delle risorse prese a debito. Il repower italiano sarà un capitolo aggiuntivo e non avrà grandi risorse. Il Piano nazionale di ripresa è stato elaborato prima della guerra in Ucraina: è evidente quindi che alcuni aspetti vadano riconsiderati, a partire dalla tempistica dell'agenda Green Deal.

Nella seduta di oggi sono stati approvati gli emendamenti 29-bis.201 e 31-bis.0.200; il Governo ha accolto inoltre numerosi ordini del giorno, fra i quali: il G1.100 del sen. Magni (Misto-AVS) sulla stabilizzazione del personale impegnato nei progetti legati al PNRR; il G1.200 del sen. Calenda (A-IV) e altri che riguarda gli incentivi fiscali, nel capitolo Repower, per promuovere ulteriori investimenti sulla sostenibilità del sistema energetico; il G1.201 (testo 2) del sen. Basso (Pd) e altri in tema di continuità delle amministrazioni titolate al monitoraggio del PNRR; il G1.202 (testo 2) della sen. Paita (A-IV) e altri sulla garanzia della parità di genere nel nuovo codice degli appalti; il G1.203 (testo2) della sen. Versace (A-IV) e altri sui trasferimenti alle regioni destinati al sistema sanitario; il G1.204 (testo 2) del sen. Magni (Misto AVS) in tema di riequilibrio territoriale; il G1.205 della sen. Aloisio (M5S) sull'ampliamento delle procedure di comando fra pubbliche amministrazioni (v. allegato A del resoconto stenografico).

Nelle dichiarazioni di voto favorevole, la sen. Michaela Biancofiore (Cd'I) ha definito pretestuose le polemiche dell'opposizione, richiamando le dichiarazioni del commissario Gentiloni sulla terza rata del PNRR; ha ricordato che il nuovo codice degli appalti è stato elaborato da un pool di giuristi e magistrati; ha insistito sulla proposta del prestito d'onore agli italiani per convogliare risorse verso progetti privati innovativi. Il sen. Damiani (FI-BP) ha sottolineato due aspetti: la complessità e incertezza del contesto internazionale, che non offre punti di riferimento; il dialogo costruttivo avuto con l'Europa che ha riconosciuto una necessaria flessibilità. Il sen. Borghi (LSP) ha ricordato che le risorse del PNRR sono costituite per 120 miliardi da prestiti, contabilizzati come debito, con condizioni e vincoli fissati dall'Unione europea; ha poi sottolineato la qualità del lavoro parlamentare svolto: a differenza della scorsa legislatura, il provvedimento è stato esaminato senza contrapposizioni ideologiche e il Governo ha accolto emendamenti di tutte le forze politiche. Il sen. Liris (FdI) ha posto l'accento sul ritrovato protagonismo del Parlamento, sulla capacità di dialogo e sul buon senso del Governo.

La sen. Gelmini (A-IV), pur ritenendo inopportuna la revisione delle strutture di missione e la soppressione dell'agenzia delle politiche di coesione, ha annunciato l'astensione del Gruppo. Sebbene il Governo sia in ritardo in tema di concorrenza, il PNRR rimane una straordinaria opportunità per il Paese; il Ministro Fitto ha avuto la capacità di dialogare e accogliere emendamenti (sul ripristino della missione Italia sicura, sull'edilizia residenziale universitaria, sugli impianti fotovoltaici) e un ordine del giorno sull'estensione degli incentivi industria 4.0 alla transizione ecologica.

Nelle dichiarazioni di voto contrario, il sen. Magni (Misto-AVS), pur riconoscendo la correttezza del presidente Calandrini e del Ministro Fitto, ha sottolineato due aspetti: il mancato accoglimento di emendamenti sulla governance, le differenti visioni politiche in tema di diseguaglianze sociali e Mezzogiorno. Il sen. Patton (Aut), pur apprezzando il contributo del Ministro Fitto, ha definito inopportuno il decreto: vi è il rischio che la volontà di accelerare i progetti indebolisca la struttura di governance e pregiudichi gli obiettivi del PNRR e le semplificazioni si traducano in una sorta di deregulation. Secondo la sen. Damante (M5S) il decreto denuncia una volontà di accentramento, che comporta rischi per le Regioni del Mezzogiorno destinatarie della politica di coesione; il Gruppo ha chiesto quindi l'istituzione di un tavolo permanente, con le forze politiche, per valutare progetti. Il sen. Alfieri (PD) ha elogiato il lavoro del commissario Gentiloni che ha garantito margini di flessibilità; ha riconosciuto la necessità di un coordinamento per accelerare il PNRR; ha rivendicato il ruolo di vigilanza dell'opposizione e ha chiesto al Ministro di informare il Parlamento sui progetti saranno cambiati.

(La seduta è terminata alle ore 13:49 )

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