Mercoledì 3 Ottobre 2007 - 228ª Seduta pubblica (Pomeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 16:03)

La seduta dell'Assemblea è stata dedicata alla discussione delle mozioni e degli ordini del giorno, presentati dal centrodestra sul comportamento del vice ministro Visco nei confronti dell'ex comandante generale della Guardia di finanza Speciale. Con il parere contrario del rappresentante del Governo è stata respinta (con 157 voti contrari, 156 favorevoli ed un astenuto) la mozione n. 124 (testo 2) del senatore D'Onofrio (UDC), che impegnava il Governo a rendere permanente la revoca delle competenze sulla Guardia di finanza e ad invitare il Vice ministro a rassegnare le dimissioni. Sono stati quindi respinti gli ordini del giorno G1 del senatore Del Pennino e G3 del senatore Calderoli (Lega). Lo stesso senatore Calderoli ha ritirato le mozioni nn. 141 e 143.

Nella discussione hanno preso la parola per l'opposizione i senatori D'Onofrio e De Poli (UDC), Paolo Franco e Stefani (Lega), Stracquadanio, Del Pennino e Cutrufo (DCA-PRI-MPA), Augello, Matteoli e Saia (AN), Palma, Schifani e Sacconi (FI) e Morselli (Misto-LD). Nei loro interventi hanno evidenziato che il contesto nel quale si svolge il dibattito è ulteriormente aggravato (rispetto alla discussione svoltasi in Senato il 6 giugno) dalle motivazioni con cui la procura di Roma ha archiviato l'ipotesi di reato di abuso di ufficio nei confronti del vice ministro Visco per le pressioni esercitate sul Comandante della Guardia di finanza per ottenere il trasferimento di quattro ufficiali in servizio a Milano. Nel provvedimento della procura si evidenzia infatti una condotta illegittima del Vice Ministro, visto che la legge non gli conferisce competenze sul trasferimento di ufficiali del Corpo, ed inoltre si attesta che il Vice ministro ha mentito all'autorità giudiziaria e che il Ministro dell'economia e delle finanze ha mentito al Senato nella ricostruzione della vicenda. In tali circostanza le dimissioni o almeno la definitiva revoca al vice ministro Visco della delega sulla Guardia di finanza è provvedimento necessario per recuperare un corretto rapporto tra il Governo ed un importante Corpo dello Stato. Il Senato deve inoltre evidenziare che sono politici gli oscuri motivi per i quali il Vice ministro ha fatto pressioni indebite sull'allora Comandante generale della Guardia di finanza, motivi che attengono alle intercettazioni sulla vicenda della tentata scalata dell'Unipol alla Banca nazionale del lavoro. Ad avviso del centrodestra tali comportamenti contribuiscono all'allontanamento degli elettori del centrosinistra nei confronti del Governo e più in generale dei cittadini nei confronti della politica.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento Chiti ha affermato che la sospensione della delega sulla Guardia di finanza al vice ministro Visco è tuttora operante e che dopo l'archiviazione per insussistenza dei fatti richiesta dalla procura di Roma non è opportuno commentare in sede politica atti della magistratura che si inseriscono in una procedura non conclusa. In realtà la finalità dell'opposizione è quella di mettere in discussione il lavoro svolto da Visco, che ha consentito un imponente recupero strutturale dell'evasione fiscale, che ha consentito di varare una legge finanziaria di restituzione fiscale. Per la maggioranza sono intervenuti i senatori Pellegatta e Ripamonti (IU-Verdi-Com), Bonadonna e Valpiana (RC), Barbato (Misto-Pop-Udeur), Formisano (Misto-IdV), Peterlini e Rubinato (Aut), Salvi (SD) e Giaretta e Benvenuto (Ulivo). Annunciando il voto contrario sui documenti presentati dall'opposizione, hanno complessivamente rilevato l'inutilità del dibattito e criticato la scelta dell'opposizione di tentare ripetutamente di mettere in difficoltà la maggioranza in Senato attraverso la presentazione di documenti spesso strumentali; gli oratori hanno inoltre riconfermato stima e fiducia nei confronti di Visco e della Guardia di finanza e denunciato il falso garantismo dell'opposizione. Il senatore Formisano ha rivendicato la scelta dell'Italia dei Valori di consentire il dibattito in Aula, che ha fornito l'occasione per riaffermare il mantenimento al Ministro della delega sulla Guardia di finanza e trasmettere agli italiani il senso della prevalenza dell'interesse pubblico su quello privato.

Dopo la votazione della mozione n. 124 alcuni senatori di AN hanno esibito uno striscione, circostanza che ha indotto il presidente Marini a sospendere brevemente la seduta.

Sono inoltre intervenuti i senatori Palma e Schifani (FI) per chiedere la ripetizione del voto sulla mozione n. 144 effettuata nella mattinata, la cui parte dispositiva è stata messa in votazione nella sua interezza, nonostante gli accordi intervenuti in Aula fossero nel senso di votare separatamente ogni capoverso.

A fine seduta è intervenuto il senatore Antonio Boccia (Ulivo) per invitare la Presidenza a chiarire la procedura prevista per la votazione delle mozioni, la cui messa ai voti per parti separate può ingenerare confusioni. Sull'argomento hanno inoltre preso la parola i senatori Storace (Misto-LD) e Ferrara (FI) per respingere l'ipotesi di una modifica regolamentare che limiti la possibilità di votare per parti separate. Il presidente Marini ha affermato che è facoltà dell'Aula e non del Presidente decidere se procedere o meno ad una votazione per parti separate.

(La seduta è terminata alle ore 20:05 )



Informazioni aggiuntive

FINE PAGINA

vai a inizio pagina