Martedì 26 Giugno 2007 - 177ª Seduta pubblica (Pomeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 16:32)

L'Assemblea ha concluso la discussione delle mozioni sugli studi di settore, approvando la n. 114, a firma dei Capigruppo di maggioranza e di altri senatori del centrosinistra, e la n. 117, d'iniziativa del senatore Calderoli e di altri senatori della Lega, e respingendo la mozione n. 110, a firma dei Capigruppo di opposizione e di altri senatori del centrodestra. Il Governo ha accolto un ordine del giorno a firma del senatore Calderoli, che impegna a ridurre la pressione fiscale per famiglie e imprese e le imposte sulla prima casa.

Sono intervenuti nel dibattito i senatori Bonadonna (RC-SE), Zanettin, Ferrara, Bonfrisco e Azzollini (FI), Baldassarri (AN), Paolo Rossi, Giaretta e Benvenuto (Ulivo), Galli e Paolo Franco (Lega), Rubinato e Peterlini (Aut), Barbato (Pop-Udeur), Cutrufo (DCA-PRI-MPA), Ripamonti (Verdi-Com), Salvi (SDSE), Maninetti (UDC). Per l'opposizione la politica fiscale ispirata dal vice ministro Visco e dall'odio di classe della sinistra radicale ha distrutto gli effetti positivi dello sforzo posto in essere dal Governo Berlusconi e dal ministro Tremonti per ridurre la pressione fiscale, snellire le procedure ed affermare quell'approccio di leale collaborazione tra contribuente e Stato che ha condotto all'emersione del sommerso ed ai notevoli risultati in termini di gettito di cui il Governo Prodi si attribuisce il merito. La gestione anomala della politica economico-fiscale del Governo, testimoniata dal contesto di totale incertezza del quadro di finanza pubblica, ha trovato espressione anche nell'applicazione retroattiva degli indicatori di normalità economica, che ha reso incongrue e quindi assoggettabili ad accertamenti le dichiarazioni fiscali del 60% delle imprese. Avendo fallito nei tentativi di contenimento della spesa pubblica, il Governo ha scelto di percorrere la strada dell'inasprimento della pressione fiscale, che penalizza in primo luogo il tessuto produttivo nazionale, fondato sulle piccole e medie imprese.

La maggioranza ha chiesto una correzione della politica fiscale del Governo, non per ridurre l'efficacia della lotta all'evasione, ma per non penalizzare le imprese. A tale scopo è necessario ripristinare un confronto aperto con le categorie, nell'ambito del quale gli studi di settore, se costantemente aggiornati ed adeguati alla realtà economica del Paese, costituiscono uno strumento efficace a difesa dei contribuenti onesti. In tale ambito, il rispetto dello statuto del contribuente, l'affermazione di un sistema di regole certe e la diminuzione degli obblighi burocratici instaurano un rapporto di reciproca fiducia tra Amministrazione finanziaria e cittadini, garanzia di equità fiscale e di difesa della legalità. Gli indicatori di normalità devono quindi avere carattere sperimentale ed il solo fine di intervenire nella costruzione di liste selettive di controllo, senza determinare alcun automatismo accertativo.

Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Lettieri ha assicurato che sugli studi di settore verranno quanto prima ripristinati il confronto e la collaborazione con le categorie previsti dal Protocollo del 2006: il Governo ribadisce comunque che il contribuente autonomo non ha l'obbligo di adeguarsi al livello di congruità indicato dagli studi di settore e che la condizione di non congruità non comporta accertamento automatico.

(La seduta è terminata alle ore 20:18 )



Informazioni aggiuntive

FINE PAGINA

vai a inizio pagina