Giovedì 29 Marzo 2007 - 132ª Seduta pubblica (Antimeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 09:35)

Dopo aver respinto le questioni pregiudiziale e sospensiva presentate dall'opposizione, il Senato ha svolto la discussione generale del disegno di legge n 1427, di conversione del decreto-legge 31 gennaio 2007, n.7, recante misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attività economiche e la nascita di nuove imprese, noto come provvedimento sulle liberalizzazioni, il cui esame in sede referente non è stato completato dalla Commissione industria. Il provvedimento prevede, agli articoli da 1 a 8 l'abolizione dei costi di ricarica per gli utenti della telefonia mobile, maggiore trasparenza nella distribuzione dei carburanti, nell'etichettatura dei prodotti alimentari, nella pubblicità delle compagnie aeree, nonché interventi nel settore bancario ed assicurativo, in particolare la portabilità del mutuo, la nuova disciplina dell'estinzione anticipata dei mutui immobiliari ed il divieto del vincolo di durata decennale delle polizze. Gli articoli da 9 a 11 prevedono l'abolizione delle barriere allo svolgimento di alcune attività professionali, (acconciatore, estetista, pulizia, facchinaggio, autoscuola, guida turistica) la semplificazione dell'avvio delle attività imprenditoriali attraverso l'introduzione della comunicazione unica, e misure per la concorrenza nel mercato del gas. Infine, l'articolo 13 raccoglie le disposizioni contenute nel maxiemendamento presentato alla Camera: la soppressione dei licei tecnologici ed economici previsti dalla riforma Moratti, rilanciando il ruolo svolto nel sistema dell'istruzione secondaria dagli istituti tecnici e professionali; la semplificazione delle procedure di cancellazione dell'ipoteca sui mutui immobiliari; la rottamazione degli autoveicoli e la revoca di concessioni per la costruzione di linee ferroviarie ad alta velocità.

L'opposizione, con gli interventi dei senatori Ferrara, Pastore, Malan, Colli, Fazzone, Zanettin, Mauro (FI), Ciccanti ed Eufemi (UDC) e Santini (DC-PRI-IND-MPA) ha posto in evidenza il carattere propagandistico del decreto-legge e l'incostituzionalità di alcune disposizioni in esso contenute. E' un provvedimento eterogeneo, che lede le competenze delle Regioni e che per responsabilità del Governo e della maggioranza è stato consegnato all'esame del Senato solo in prossimità della scadenza, impedendo così l'esercizio delle sue prerogative legislative. Le cosiddette liberalizzazioni e la presunta semplificazione delle procedure di avvio delle attività imprenditoriali hanno in realtà la finalità di nascondere provvedimenti di ben altra portata, quali la controriforma della scuola e la revoca delle concessioni alla società TAV per la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità. Quest'ultima misura, oltre a sancire la rinuncia ad opere essenziali per l'infrastrutturazione del Paese e ad arrecare pregiudizio alla affidabilità del sistema nell'economia globalizzata, vìola le disposizioni costituzionali che garantiscono la libertà dell'attività imprenditoriale; determina inoltre oneri di indennizzo ben superiori ai risparmi preventivati dalla sottoposizione delle opere a procedura di gara. Il Governo, condizionato dalle contraddizioni della propria maggioranza, non è invece in grado di incidere sui reali fattori di rigidità del sistema economico, in particolare il sistema dei servizi pubblici locali ed il settore dell'energia. Il senatore Stefani (Lega) pur apprezzando le finalità di alcune misure, che però avrebbero necessitato interventi più complessivi, ha stigmatizzato il ricorso alla decretazione d'urgenza in materia economica.

Per la maggioranza hanno preso la parola i senatori Villone, Galardi, Cabras, Mercatali, Mazzarello e Ranieri (Ulivo), Pellegatta e Pecoraro Scanio (IU-Verdi-Com) e Negri e Pinzger (Aut). Nei loro interventi hanno respinto i rilievi in ordine alla lesione delle competenze delle Regioni, in quanto la disciplina della concorrenza rientra nella competenza legislativa dello Stato, e difeso la legittimità della revoca delle concessioni, che è finalizzata al recupero dell'interesse pubblico. Hanno anche evidenziato l'incomprensibilità della strenua difesa di particolarismi e corporativismi da parte di forze politiche che si richiamano alle idee liberali; l'opposizione ha addirittura fatto ricorso all'ostruzionismo nei confronti di un provvedimento che si inserisce in un complessivo processo volto a rimuovere le anomalie del mercato, a tutelare gli interessi delle famiglie italiane, specie quelle a più basso reddito, ad offrire nuove opportunità ai giovani e ad accrescere la competitività del sistema economico. Non è pertanto improprio che nel decreto abbiano trovato spazio norme finalizzate a valorizzazione le risorse umane attraverso il rilancio degli istituti tecnici e professionali e il loro raccordo con i poli tecnologici, misure che hanno ottenuto il giudizio positivo della Confindustria, o la revoca delle concessioni ferroviarie, attraverso la quale si intende realizzare più celermente e meglio le opere infrastrutturali necessarie al Paese.

(La seduta è terminata alle ore 12:55 )



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