Mercoledì 28 Giugno 2006 - 11ª Seduta pubblica (Antimeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 10:10)

Il Senato ha concesso la fiducia chiesta dal Governo sull'emendamento 1.1000, interamente sostitutivo del ddl n. 325, di conversione del decreto-legge n. 173 recante proroga di termini, varato dal precedente Esecutivo. I senatori della Cdl non hanno partecipato alla votazione di fiducia.

Nei loro interventi in dichiarazione di voto a nome dei Gruppi di opposizione i sen. Castelli (Lega), Maffioli (Udc), Stracquadanio (DC-Ind-MA), Matteoli (AN) e Schifani (FI) hanno sottolineato in particolare lo stravolgimento delle regole, concepito dal Governo e non impedito dalla Presidenza, per tenere insieme una maggioranza inconsistente numericamente e politicamente, capace di formulare indirizzi unitari soltanto per rinviare e distruggere le riforme approvate dalla Casa delle libertà nella passata legislatura. La compressione dei diritti dell'opposizione parlamentare, la sospensione delle prerogative del Senato, la violazione delle norme regolamentari posti in essere dalla maggioranza fin dalle prime sedute della XV legislatura impediscono di prendere in considerazione seriamente qualunque invito al dialogo.

Proprio l'invito ad abbassare i toni del confronto e all'adozione di un atteggiamento più costruttivo ha formato oggetto di molti degli interventi con i quali la maggioranza ha confermato la fiducia al Governo Prodi. I sen. Barbato (Udeur), Formisano (Idv), Donati (Verdi-Com), Caprili (Rifond) e Zanda (Ulivo) hanno ribadito il diritto-dovere dell'Esecutivo di governare secondo il mandato conferitogli dagli elettori e quindi anche di approfondire gli aspetti più controversi delle riforme adottate nella passata legislatura. In tale prospettiva, l'utilizzo degli strumenti regolamentari, tra i quali rientra il voto di fiducia, cui peraltro ha fatto frequente ricorso il precedente Governo, non costituisce una violazione delle prerogative dell'opposizione, che, peraltro, è interesse di tutti difendere nel sistema bipolare.

L'interpretazione del Regolamento fornita dalla Presidenza anche sulla base di precedenti, secondo la quale l'apposizione della questione di fiducia ha priorità su ogni altro passaggio dell'iter legislativo, quindi anche sulla discussione delle questioni incidentali, è stata nuovamente contestata ad inizio di seduta dal sen. Pastore (FI) in ordine al processo verbale della seduta antimeridiana di ieri. Ma la questione è riesplosa con forza al passaggio al secondo punto dell'ordine del giorno, il ddl n. 379, di conversione del decreto-legge n. 181, sul riordino della Presidenza del Consiglio e dei Ministeri, allorquando, dopo aver comunicato che la Commissione affari costituzionali non aveva concluso l'esame del provvedimento in sede referente, il Presidente ha dato la parola al ministro Chiti, che l'aveva chiesta per porre la fiducia. L'opposizione ha protestato con veemenza all'indirizzo della Presidenza, costringendo il presidente Marini a sospendere la seduta e ad espellere il sen. Malan (FI), il quale, tuttavia, si è rifiutato di abbandonare l'Aula. Questa situazione ha protratto la sospensione, iniziata alle ore 12,20, fino alle ore 20,23. Alla riapertura della seduta il presidente di turno Caprili ha comunicato che la Conferenza dei Capigruppo ha deciso di rinviare a martedì 4 luglio, a partire dalle ore 15, la discussione sulla questione di fiducia posta dal ministro Chiti su un emendamento interamente sostitutivo del ddl n. 379.

(La seduta è terminata alle ore 20:25 )



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